Looking For Alaska, nella traduzione italiana Cercando Alaska, è una miniserie statunitense basata sul romanzo di John Green. La serie è stata distribuita su Hulu il 18 ottobre 2019, mentre in Italia è stata trasmessa dal 27 maggio al 17 giugno 2020 su Sky Atlantic.
La serie segue da vicino la vita di Miles, studente della Culver Creek, una prestigiosa scuola a cui ha avuto accesso grazie alla borsa di studio. Appena trasferitosi nel college incontra un gruppo di ragazzi con cui stringe fin da subito un rapporto d’amicizia: Chip Martin (a cui verrà dato il soprannome di Colonnello), Takumi (uno studente di origine giapponese) e Alaska Young, di cui il protagonista s’innamorerà a prima vista.
La vita nella scuola appare fin da subito severa: i ragazzi sono controllati dal supervisore (soprannominato l’Aquila) pronto a farli fuori a ogni violazione delle regole. Alcol, incontri notturni, droghe e sesso tra gli studenti sono assolutamente vietati, così i ragazzi devono trovare sempre metodi nuovi per non farsi scoprire durante le loro bravate.
Il gruppo di Miles è in competizione con un gruppo di studenti ricchi sorannominato “I settimana breve” con cui da sempre si sfida a colpi di scherzi. L’unica cosa che i due gruppi condividono è la promessa di non fare la spia a vicenda: questo viene visto come un tradimento e una questione di onore.
Purtroppo si scopre che Alaska ha fatto la spia (ha ceduto raccontando la verità al supervisore per non tornare a casa dal padre che la incolpa ingiustamente della morte della madre). La notizia viene presa male da tutti e questo porterà la ragazza a vivere un periodo di solitudine, esclusa da tutti i gruppi.
Alaska è una giovane ragazza tormentata, imprevedibile, complicata, una tempesta che spazza via tutto: le sue azioni non sono mai comprensibili per Miles e il suo gruppo. Amante dei libri e con un triste passato alle spalle, Alaska sembra essere l’emblema dell’inaffidabilità: non sai mai dove andrà, che farà, se ti vuole bene, se domani ci sarà ancora e ovunque vada lascia dietro di sé una nube di mistero.
Una serie di eventi che portano Alaska e il suo gruppo a farsi strada tra le ingiustizie di un mondo che non li apprezza, dove sono sempre gli ultimi della fila, incompresi e abbandonati.
Una serie tv che ci lascia con il fiato sospeso per otto lunghe puntate invitandoci a porci delle domande senza obbligarci a trovare le risposte. Ed è con questo spirito che Alaska muore in un brutto incidente stradale e il motivo possiamo solo supporlo, non lo viviamo con lei e ciò che sappiamo equivale a ciò che sanno i suoi amici e Miles.
Il protagonista all’inizio della stagione ha un solo obiettivo, trovare il suo “grande forse”, compito che porterà a termine grazie a tutti i momenti che vivrà al campus che mai dimenticherà: tutte le volte in cui ha trovato il coraggio, le regole a cui ha disobbedito, i momenti folli e quelli pieni di paura, il suo primo bacio, la sua prima volta, il suo amore per Alaska.
Un rapporto, il loro, che vive di speranze, sguardi sfuggenti e nessuna certezza. Un amore che viene concretizzato solo durante la penultima puntata, poco prima della morte di Alaska.
Looking For Alaska è una Serie di alto livello che sembra leggera all’apparenza ma che dentro di sé nasconde grandi dubbi e tormenti.
Durante le puntate veniamo catapultati in una realtà che non sembra lontana da noi: la storia che viene raccontata è semplice e drammatica al punto giusto e proprio per questo motivo Cercando Alaska non ci lascia indifferenti, ci immedesimiamo in tutti i personaggi capendo le loro azioni e raramente ci ritroviamo capaci di giudicare. Tra tutti spicca il Dott. Hyde, l’insegnante di religione. Il professore è uno degli uomini più saggi, gentili, buoni e comprensivi che una serie abbia mai creato: la sua storia, le sue esperienze, il suo modo di ricordare il passato e perfino il suo modo di parlarne lascia lo spettatore incantato dall’anziano, tanto da vivere i suoi momenti come vere esperienze, come piccole lezioni di vita. Da lui i ragazzi non scappano mai, è l‘unico professore che può vantarsi di esser cercato e non di cercare, regalando ai protagonisti e al pubblico momenti intensi grazie al semplice suono della sua voce.
Looking For Alaska è la rivincita dei perdenti, è lo scettro che prendono in mano, il trono su cui si siedono. Il colonnello, il leader del gruppo, è un personaggio complicato, perennemente arrabbiato con le ingiustizie che subisce, il più testardo quando si tratta di perdonare Alaska e il più terrorizzato, dopo Miles, quando si tratta di vivere senza di lei. Per tutta la durata delle otto puntate non ha un momento di tregua, di tranquillità: il mondo sembra aver deciso che è lui la persona contro cui prendersela, è lui che deve pagare per tutti.
E la verità in Looking for Alaska sembra essere proprio questa: nonostante la morte di Alaska e le conseguenze nella vita di Miles e nella restante parte del gruppo, tutti sembrano andare avanti ponendosi degli obiettivi, degli scopi, tutti sembrano trovare la propria assoluzione. Tutti tranne il colonnello.
Sembra l’agnello sacrificabile, quello che non viene salvato da nessuno, neppure dalla sua fidanzata che lo lascia per qualcosa di più semplice e meno impegnativo. Se c’è una cosa che i personaggi di Looking For Alaska hanno in comune è che sono tutti complessi, tutti con dei macigni sul cuore e delle pietre nei polmoni che faticano a farli respirare. Sempre impegnati a fare del bene nel mondo, consapevoli che verrà dimenticato, degli adolescenti immaturi che lottano ogni giorno contro cose più grandi di loro cercando di capirci qualcosa: ecco chi sono i personaggi di Cercando Alaska.
L’ultimo episodio è quello più struggente: Alaska è morta già da un po’ e vediamo i protagonisti raccogliere i cocci della loro perdita, mentre si alzano da terra per ricominciare a vivere. Ed è proprio mentre camminano verso il luogo dell’incidente che i nostri protagonisti tornano a vivere. Miles è pronto a ricominciare nonostante le domande senza risposta riguardo la morte della sua amata. Si sente pronto a prendere in mano la sua vita e a continuare da dove l’aveva lasciata. Una delle peculiarità di Miles è il suo amore verso le ultime parole pronunciate delle persone prima della morte, quelle di Alaska non le conoscerà mai, quello che gli rimane di lei è un “Alla prossima, Pancho” questa incognita lo spingerà ad attaccarsi a questa frase per riprendere davvero in mano la sua vita. E alla prossima sia, Alaska!
Ed è così che giungiamo alla conclusione di Cercando Alaska: dopo un devastante abbraccio tra Miles e il colonnello, i protagonisti sono pronti a riunirsi, ad ammettere i loro errori nella morte di Alaska, ad assolversi e ricominciare. Perché ricominciare è possibile sempre e in ogni caso, ed è quello che ci auguriamo anche per il colonnello.
“Perché l’energia, una volta creata, non può essere distrutta e, anche se Alaska si è tolta la vita, questa è la speranza che avrei voluto donarle: che nella vita ogni cosa può sopravvivere, perché noi siamo indistruttibili proprio come crediamo di essere .”
-Miles.