Lore ha debuttato il 13 ottobre (non a caso!) su Amazon Video, è una Serie Tv antologica ispirata a misteri ed eventi inquietanti realmente accaduti in tempi passati, strutturata come un documentario con una voce narrante. Lo show è la trasposizione dell’omonimo podcast, una trasmissione di una trentina di minuti a puntata scritta e interpretata da Aaron Mahnke che descriveva le leggende più terrificanti degli anni passati e del tempo presente, e si è aggiudicata l’iTunes “Best of 2015” Award e il “Best History Podcast” nel 2016. Lore è stato concepito da Aaron Mahnke e Gale Ann Hurd.
La Serie Tv appare tecnicamente ben realizzata con sequenze animate accattivanti, scene crude realistiche e una recitazione di alto livello da parte degli interpreti, mentre l’atmosfera vittoriana cupa e quantomai macabra rappresenta un valore aggiunto per questo tipo di ambientazione. Tuttavia, la voce narrante distoglie l’attenzione del pubblico spezzando la linea della trama, caratteristica quasi inevitabile per un prodotto ricavato da una podcast.
La voce di Mahken compare qua e là per guidare l’attenzione dello spettatore. Questo ha una valenza positiva e negativa allo stesso tempo. Da una parte, per tutti i vecchi fruitori del Podcast, la voce dell’autore originale non fa altro che aumentare il senso di appartenenza e ricollega il progetto visivo al suo progenitore audio, ma dall’ altra parte la voce narrante, come abbiamo detto, ottiene il risultato di appianare e spezzare la narrazione visiva, rompendo l’incantesimo della messa in scena. È come se ci fosse qualcuno che leggesse le didascalie delle figure ad alta voce, rovinando la magia tutta cinematografica di “far parlare” le immagini.
Questo primo assaggio di Lore versione live action è composto da sei episodi presi direttamente dalle puntate del podcast stesso. Il progetto realizzato segue la scansione della versione ‘radiofonica’: per prima cosa c’è sempre la precisazione da parte degli autori che tutte le vicende narrate sono fatti realmente accaduti e prima di entrare nel vivo, la voce narrante dello stesso Mahnke fa una piccola introduzione che serve a mostrare il mood della puntata. Una introduzione trattata come se fosse una storia aggiuntiva a corollario del piatto forte della puntata.
I temi centrali esposti in questi sei appuntamenti sono interessanti: si va dalla licantropia, al vampirismo, fino alle case infestate e la vita dopo la morte. Insomma è una buona antologia di cliché horror che poi non sono cliché. Il fine ultimo di Lore non è quello di mostrare delle storie dell’orrore ma di mostrare l’orrore reale che ha invaso l’immaginario collettivo fino a diventare il cliché che tanto conosciamo. Inoltre, l’idea che quello che vediamo recitare agli attori è una messa in scena di fatti che si sono susseguiti davvero cambia completamente la prospettiva della visione, e fa crollare la cosiddetta sospensione di incredulità, perché se ne ha bisogno: noi dobbiamo credere, siamo invitati e spinti a farlo, nostro malgrado.
E la morale di queste sei favole nere è una e una sola: il male esiste e spesso ha il volto irriconoscibile di un uomo o una donna. Le perversioni e le agghiaccianti rivelazioni sul comportamento delle persone appena cento anni fa fanno accapponare la pelle. Vedere la superstizione prendere il sopravvento sul nostro pensiero razionale, vedere emergere le paure più viscerali e controllare le scelte di interi gruppi di individui ai danni di un malcapitato è disturbante quasi quanto osservare le conseguenze di certe azioni scellerate.