+ 1 + 1) “Ma allora alla fine muoiono tutti?”
Tutti muoiono prima o poi, figliolo. Alcuni prima di te, altri molto dopo di te
Alla domanda più idiota di tutte, la risposta ce la fornisce ancora una volta, nell’episodio finale, Christian Shephard, il padre di Jack. Nella realtà che Jack, Kate, James, Hugo, John, Sayid e tutti gli altri si sono creati non esiste il tempo. “Non c’è un adesso, qui”, afferma Christian. In questo spazio atemporale tutto si condensa in un’istante infinito e incostante. Ognuno ha vissuto la propria vita: forse Kate sarà diventata nonna, Sawyer un onesto padre di famiglia mentre Hugo sappiamo che fu un buon leader dell’isola per molti anni. Poi, poi è sopraggiunta la morte, parte ineluttabile dell’esistenza umana.
Ma, ci insegna Lost, non è questa la fine ultima. L’amore è sopravvissuto. La morte è sconfitta nell’amore. Cosa verrà dopo non è dato saperlo. Le porte si aprono, la luce si irradia. “Altrove c’è l’altrove, io non mi occupo dell’altrove” affermava Jep Gabardella. Nessuno può occuparsi dell’altrove. Non fa parte dell’uomo l’altrove. L’amore sì.