2) Michael Dawson
A differenza di molti suoi compagni di avventure, il personaggio di Michael non conosce alcuna vera crescita personale. Passa metà del tempo a urlare “Waaaaalt” e l’altra metà a infischiarsene delle vicissitudini agendo in maniera totalmente egoista. Quando, tramite il computer del bunker gli appare un messaggio indirizzato a lui da quello che sembrerebbe Walt, non pensa neppure per un momento che possa trattarsi di una trappola e quindi di avvertire Jack. No. Parte alla ricerca di Walt, venendo, come era logico, catturato dagli Altri. E quando questi gli propongono uno scambio, lui continua imperterrito ad agire in maniera egoista arrivando persino a uccidere.
Ecco, nel momento in cui uccide Libby, Michael perde il suo diritto di appartenenza al gruppo. Non fa più parte dei sopravvissuti, è come se una corda venisse recisa del tutto ed è per questo motivo che Michael non c’è nella chiesa.
Le cose che ha fatto per il figlio in realtà le ha fatte solo per sé, non esiste giustificazione per l’omicidio. Motivo per cui Walt stesso perde completamente fiducia nel padre finendo per allontanarsi sempre di più. Divorato dai sensi di colpa, Michael prova più volte a suicidarsi ma “l’isola non ha ancora finito con lui”. Ecco perché lo ritroviamo sulla nave come spia di Ben, ma tutto ciò non basta a espiare i suoi peccati e persino la morte non rappresenta una liberazione per lui.