5) Season 5 – La stagione confusa
Questo è il cuore di Lost, la stagione in cui tutti (o quasi) i pezzi vengono posizionati sulla scacchiera in attesa di giocare il proprio ruolo finale. Abbiamo un alfiere, ovvero Jack, che, adesso, è disposto a credere che esista un piano più grande ed è quindi pronto a fare la sua parte, qualunque essa sia. C’è poi il suo contraltare, l’altro alfiere John Locke che compie il sacrificio estremo, quello che in fondo l’Isola ha sempre voluto da lui, salvo poi tornare sotto una veste nuova. I pedoni sono ciò che resta del volo Oceanic 815, tra coloro che sono tornati indietro e coloro che non hanno mai lasciato l’Isola. Sicuramente un ruolo preponderante lo ha Sawyer, vero co-leader di questa serie e che, in questa stagione, passa attraverso una trasformazione importante e definitiva.
La mitologia di Lost si mescola ai viaggi nel tempo, costruendo una trama non sempre chiara e a tratti forzata. I toni non sono più quelli del survival ma dello sci-fi amato da J.J. Abrams.
Nel passato, molti protagonisti si ritrovano a far parte del progetto DHARMA e agiscono secondo un principio di predestinazione. Ciò che è stato è stato. Un messaggio abbastanza chiaro reso ancora più evidente dal destino del piccolo Benjamin, di Daniel Faraday e soprattutto dal quell’incidente, nell’ultimo episodio, che rappresenta l’inizio della fine.