Desmond Hume è uno dei personaggi più complessi e amati di Lost, la serie tv di J.J. Abrams che, con tutti i suoi difetti, ha rivoluzionato il modo di fare serie tv. Desmond Hume, come tutti gli altri personaggi è perso nella sua stessa vita, è nella centrifuga del mondo e del Destino. Non sa più chi seguire e a cosa credere, lo hanno confinato in numeri, celle, false speranze. Tutto ciò fin quando non comprende che l’unica via da seguire è quella dettata dal suo cuore. Un cuore calpestato più volte, gettato in balia delle onde e dell’incertezza. Eppure un cuore che continua con determinazione a battere e a puntare verso la stessa persona.
Non è un caso che Desmond Hume sia associato a una delle storia d’amore più belle e commoventi di tutta Lost, e della storia delle serie tv in generale. Rendendosi protagonista di quello che, al giorno d’oggi, può ancora considerarsi come uno dei migliori episodi di sempre: La Costante.
Desmond Hume è solo. È confinato dal Destino che gioca a nascodino con la verità. Desmond, dall’altro lato della vita hai attraversato il tempo e lo spazio, hai oltrepassato le stesse celle della sua convinzione. Desmond Hume è un persoaggio che ha creduto, nonostante tutto.
L’amore è stato la Costante complessa e scivolosa di una vita sopra le righe. Nel suo percorso, sull’Isola di Lost, e non solo ha trovato il filo rosso dell’amicizia e le spine devastanti della solitudine.
Desmond Hume si è perso così tante volte, nel suo animo incerto è affogato e riemerso, come se qualcuno o qualcosa fosse sempre stato lì pronto ad afferrare la sua mano negli abissi scuri e profondi, per riportarlo in superficie e farlo respirare ancora.
Le persone come Desmond le conosco bene, se l’amore fosse stato semplice e ordinario non sarebbe stato poesia. Lui la poesia la nasconde negli occhi affamati di mondo. Perché nulla avrebbe avuto il sapore che ha ora se non fosse stato impregnato di scoperta girovaga. Desmond Hume in Lost doveva conoscere prima se stesso e la profondità di quell’animo complesso, come quando si cerca di sbrogliare una matassa ostinata. Mentre dall’altro lato della cornetta non si è mai arresa la speranza.
Quando si parla di Lost non si parla quasi mai di Penelope Widmore, se non attraverso il riflesso di Desmond stesso.
Spesso la si associa a quell’imbarcazione ingannevole, e a un nome scritto di fretta e furia sul palmo sudato di una mano amica. Eppure per tutti quegli anni anche Penny non ha mai smesso di credere, come la Penelope di Ulisse, pronta a tessere e disfare quella tela fino allo sfinimento, finché il suo Ulisse non fosse tornato per rimettere le cose al loro posto.
Penny e Desmond ci insegnano ancora una volta che non conta la meta se non si dà peso al percorso che si fa per raggiungerla. Per loro è stato complesso e irto di ostacoli, ma non sarebbe potuto essere altrimenti. Le persone come lui quasi ricercano, con un sottile strato di masochismo, le ferite dell’anima. È come se dovessero sentire in bocca il sanguinare metallico dell’anima prima di pensare di meritare l’amore.
Ma la verità che comprendiamo in Lost è che l’amore non si merita, l’amore è un diritto.
Noi esseri umani siamo così bravi a calpestare i diritti, prendiamo qualcosa di così sublime come il sentimento e ne facciamo carta straccia. L’amore è una necessità oltre che un diritto, talvolta (troppo spesso) lo violiamo, lo violentiamo e lo calpestiamo. Compiamo il crimine estremo di trasformare l’amore in paura e malessere. Questo è imperdonabile.
Se l’amore fosse spontaneo come un fiore di campo sarebbe tutto più semplice, ed è così che dovrebbe essere. L’amore di Penny e Desmond è così: raro e profumato come margherite di campo. Ma l’incrociarsi funesto di uomini e destini fa sì che su quel campo fiorito cali l’asfalto.
I fiori sono pervicaci come la natura stessa, come l’amore. Il loro amore è costante e sincero, riesce a rompere anche l’asfalto, il Tempo, il Destino e l’uomo. Per questo non riusciamo a rimanere impassibili di fronte alla storia di Penny Widmore e Desmond Hume.
Un amore così lo meritiamo tutti, tranne chi con consapevolezza lascia colare l’asfalto sulla bellezza. Per loro ci sono solo gli abissi della colpa, e nessun altro ad aspettarli dall’altro lato della cornetta.
See you in another life brotha