“L’Universo trova sempre il modo di correggere la rotta”
Lost ha segnato tutti coloro che hanno avuto la fortuna di vederlo. Nel bene e nel male, infatti, questa serie tv è riuscita a trasmettere emozioni e a forgiare personaggi come poche altre opere televisive nella storia. È riuscita a creare delle frasi a effetto immediatamente riconoscibili nel fandom. “Dobbiamo tornare indietro“. “Non dirmi cosa non posso fare“. “Ci vediamo in un’altra vita, fratello“. Desmond Hume è senza dubbio uno dei personaggi più complessi e devastati di Lost, e questa sua frase ci dice di lui più di quanto riesca a fare qualsiasi narrazione della sua vita.
La storia di Desmond è una storia di rimpianti. La sua codardia, purtroppo, lo ha spinto a commettere errori più volte. Persino quando il destino gli dà la possibilità di rivivere momenti passati in cui aveva sbagliato, Desmond sbaglia di nuovo. L’insegnamento di Eloise Hawking è chiaro: non si può cambiare il passato. L’universo si ribellerà. Tuttavia, quello che Lost per buona parte della storia vuole sottolineare è che il destino non si può cambiare, quindi neanche il futuro. Desmond si ritrova vittima e in parte artefice di questo sistema di eventi quando inizia ad avere visioni che riguardano la vita di Charlie.
Quello contro cui Desmond prova a lottare è ineluttabile. A un certo punto decide di arrendersi, e lasciare che il destino faccia il suo corso. Ma facciamo un passo indietro.
La prima volta che lo scozzese sente la necessità di pronunciare la sua famosa frase è in occasione di quella che lui crede sia la fine. Anche qui, la catena di eventi che si è innescata e da cui viene travolto ruota nuovamente attorno al concetto di destino e, in senso lato, a quello di fede. È infatti a John Locke che Desmond dice, rassegnato e preoccupato mentre il bunker si prepara a implodere:
“I’ll see you in another life, brotha”.
Ma perché la fede e perché il destino? Come è ben noto, Lost ha spesso giocato su questi due concetti, apparentemente mischiandoli ma in realtà tenendoli ben separati. Infatti, se Locke a lungo è stato l’esponente della (se così possiamo chiamarla) fazione destino, è invece Mr. Eko a vestire i panni del simbolo della fede nella serie.
Il momento dell’implosione del bunker è a tal proposito emblematico.
Desmond si scopre vittima della ribellione di Locke verso l’Isola: l’uomo, infatti, dopo essere stato messo a lungo alla prova e aver scoperto che il bunker altro non è che una stazione Dharma in cui avvengono esperimenti sociali, smette di credere nell’Isola. Il suo primo atto è non inserire più il codice che per anni Desmond aveva inserito, temendo una catastrofe se si fosse fermato: Locke sostiene che non succederà nulla. Ma John si sbaglia, e questo suo errore mette in moto una serie di eventi che portano Desmond, dopo l’implosione, ad avere visioni del futuro, e a sdoppiare la sua persona in epoche diverse.
Ci vediamo in un’altra vita, fratello è anche il saluto che Desmond rivolge a Jack e che poi il dottore scambia con lo scozzese, poco prima di sacrificarsi per salvare l’Isola nel finale di stagione. Questa frase di Desmond, tra l’altro, assume un valore non indifferente vedendo lo sviluppo della sesta stagione: la viviamo per gran parte del tempo credendo si tratti di una realtà alternativa, un’altra vita, appunto.
Solo alla fine scopriamo si tratta di un luogo senza tempo in cui i naufraghi si sono ritrovati, prima di partire tutti insieme verso la fine. Forse anche quella fine è un’altra vita. O forse no. Di certo, Lost non ha l’onere di rispondere a questa domanda. Se esiste un’altra vita, possiamo sperare sia una vita in cui Desmond sia felice. See ya in another life, brotha.