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L’undicesima puntata della quarta stagione di Lost è un vero e proprio excursus nella vita di John. Mette in evidenza con maggiore clamore il suo camminare in bilico tra i miracoli e i colpi bassi del destino. Nel suo muoversi in equilibrio, si è sempre trovato a dover fare i conti con due costanti: da un lato l’abbandono e la solitudine, dall’altro la necessità di sentirsi speciale quasi come una causa di giustificazione.
In questa puntata Lost si prende gioco di noi, quasi quanto l’Isola si prende gioco di John.
È come se lo avesse osservato per tutta la vita pur di convincerlo a essere quel guerriero destinato a grandi gesta.
Un passaggio esemplificativo è sicuramente la visita di Richard quando John era solo un bambino. Gli dice che potrebbe diventare parte della sua scuola speciale, poi lo lascia all’improvviso a stringere la disillusione tra le mani.
“Non è ancora pronto”
In realtà, John è sempre stato manipolato. Il vero obiettivo dell’Isola era fargli credere di essere il prescelto in funzione di qualcos’altro. John non è speciale in quanto John. Quando cerca di salvare sé stesso non fa altro che attirare sfortune e dolore. John è speciale solo quando correlato all’Isola, la sua “specialità” è il mettersi da parte per salvarla, a tutti i costi.