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Sawyer e Jack, un rapporto che è riuscito a farci emozionare contro ogni pronostico

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Il lupo e il pastore, il dottore e il criminale. Se c’è una coppia di personaggi che con il loro rapporto pieno di contrasti, ma in continua evoluzione, ha fortemente influenzato il mondo delle serie tv, questa è stata sicuramente la coppia formata da Jack Shephard e James Ford meglio conosciuto come Sawyer, di Lost, ancora da molti considerato uno tra i prodotti più rivoluzionari nella storia della televisione tutta. Parliamo di due personaggi tra loro antitetici, contrapposti sin dal loro primo incontro e portatori di valori profondamente diversi, ma anche tra loro molto più simili di quanto si potrebbe pensare a prima occhiata. Questo perché il rapporto intercorrente tra i due superstiti del volo 815 è molto più complesso e viscerale di una semplice inimicizia e cambia e si evolve nel corso di ben sei stagioni, regalando momenti di un’intensità unica, impreziositi dalle ottime interpretazioni di Matthew Fox e di Josh Holloway, due attori fenomenali che hanno dato l’anima per rendere al meglio le tante sfaccettature del carattere dei loro personaggi. Ma cos’ha di tanto straordinario il rapporto tra Jack e Sawyer? Com’è cambiato nel tempo? Cosa ci ha lasciato?

Attenzione: nel seguente articolo troverete spoiler su tutte e sei le stagioni di Lost, disponibile ora su Disney+ siete avvisati.

lost

Jack e Sawyer, Sawyer e Jack.

Uno spettatore inconsapevole, approcciandosi a Lost per la prima volta si ritroverà di certo a preferire uno tra i due, l’onesto e determinato a salvare tutti, il “Santo“, o il sarcastico e anarchico truffatore, due personaggi in contrasto sin dalla loro prima apparizione, due rivali che, pur facendo parte idealmente dello stesso team, davvero non riescono a trovare un punto d’incontro. Dopotutto, come dice il detto, ci può essere un solo gallo nel pollaio. Nasce così una rivalità, una costante competizione che ovviamente non si poggia sul niente, ma sulle iniziali inconciliabili visioni del mondo dei due: da un lato un eroe che sembra senza macchia e senza paura e con una chiara distinzione di ciò che è bene e di ciò che è male, che mette l’altruismo di fronte a tutto, anche a costo di rischiare la propria vita; da un altro un individualista che non crede nei grandi valori e che fa della ricerca della propria sopravvivenza l’unico obiettivo.

Se ognuno pensa per sé, qui va tutto a rotoli” cit. Jack Shephard

Ci dobbiamo prendere cura di noi stessi. Ognuno pensa per sé” cit. James Ford

I due maturano quindi una visione ben precisa dell’altro, visione che, però, lo spettatore vede crollare man mano che conosce davvero la vera personalità dei due, man mano che ne scopre le fragilità e viene a conoscenza del passato che li ha plasmati negli individui che sono ora sull’Isola. Sawyer, infatti, si sente inizialmente minacciato da Jack e dalla sua caratura morale, è intimidito dall’aura eroica che sembra incarnare perché si ritiene una persona malvagia. Jack, dal canto suo, sa di non poter davvero corrispondere alla visione idealizzata che gli altri hanno di lui, ma si fa comunque scudo di essa per ergere un muro di superiorità nei confronti di un uomo che lo mette costantemente in crisi e con cui si ritrova a lottare per avere Kate.

Puoi fare di nuovo l’eroe, perché è questo che fai, tu sistemi tutto e tutti

Sawyer a Jack
Sawyer (640×360)

Da una parte troviamo un figlio divorato dai complessi di inferiorità, dalla paura di deludere sé stesso e gli altri, una persona senza dubbio buona, ma che nella vita ha sbagliato in tante occasioni sviluppando degli atteggiamenti morbosi e che quindi ricerca posizioni di responsabilità sia per aiutare gli altri sia per sentire di avere il controllo della propria vita. Dall’altra, invece, un uomo che ha dedicato tutta la propria esistenza a perseguire un obiettivo, quello della vendetta, sporcandosi la coscienza e andando in questo modo a privarsi della vera felicità, ma che rivela un’umanità fragile mirata in fondo soltanto alla ricerca di legami che lo facciano sentire parte di qualcosa e una moralità latente che lo porta a sacrificarsi in più occasioni, come quando decide di restare sull’isola.

Non dimentichiamoci poi che nei flash-sideways l’uomo diviene un detective dedito alla giustizia, a riprova che sono le esperienze vissute a renderci quello che siamo.

Come facce diverse della stessa luna, che mostra ora la luce, ora l’oscurità, Jack e Sawyer sono personaggi realmente tridimensionali, soggetti a costanti cambiamenti, tra evoluzioni e involuzioni che li portano talora a scontrarsi, talora a incontrarsi, anche se fugacemente, come avviene per esempio nella 1×23, quando, prima di partire con la zattera di Michael, Sawyer confida a Jack di avere conosciuto suo padre Christian e gli rivela, con grande sincerità, di quanto questi si fosse dimostrato orgoglioso di lui.

Jack e Sawyer mostrano inizialmente l’uno all’altro solo una parte di loro stessi, quella che usano per proteggersi dalle proprie paure, ma, pur detestandosi amabilmente, iniziano poco per volta a instaurare una relazione sempre più alla pari: non ti capisco sempre, ma ti rispetto. Ecco che allora, gradualmente, una rivalità dettata dall’orgoglio, ma anche dall’invidia e dalla gelosia (non dimentichiamoci che nel corso della serie i due personaggi si ritrovano ad amare le stesse due donne, Kate e Juliet, nonché il flirt con Ana Lucia), si trasforma in un complesso rapporto tra fratelli, uniti dal destino e, successivamente dalle loro stesse scelte, che li portano progressivamente a rischiare le proprie vite l’uno per l’altro.

Kate e Juliett (640×360)

Una relazione, questa, che non tutti avevano visto arrivare e che ha finito per farci emozionare come solo pochi altri rapporti all’interno di Lost hanno saputo fare.

Fratelli, che forse possono non piacersi, che non fanno altro che litigare, ostacolarsi quando vedono i loro obiettivi non combaciare, ma che, alla fine dei conti, ritornano sempre per salvarsi a vicenda. Lo vediamo con il passare delle stagioni: Sawyer diventa un personaggio su cui viene sempre più facile contare e che trasforma il suo ostentato menefreghismo in cura e preoccupazione per gli altri. Jack, d’altra parte, inizia a cogliere le sfumature di grigio che compongono la realtà, ma non per questo abbandona la propria indole eroica, che gli fa rischiare tutto pur di tornare indietro e salvare coloro che sono rimasti sull’Isola e che lo porta infine all’estremo sacrificio.

È proprio con il ritorno dei Sei dell’Oceanic sull’Isola che Jack e Sawyer si ritrovano cambiati più che mai: un incontro che da un lato genera un ritrovato senso di cameratismo, dall’altro il riaccendersi della loro inimicizia che raggiunge il suo culmine quando le azioni di Jack portano al sacrificio di Juliet, con cui l’uomo durante la sua permanenza nella D.H.A.R.M.A. era riuscito a trovare una tanto agognata felicità. Pur ritrovandosi inizialmente su due schieramenti diversi, i due finiscono per collaborare un’ultima volta per salvare l’Isola: due veri amici che si riconoscono pienamente tali e che sarebbero disposti a perdere la vita l’uno per l’altro. Questo perché, quasi inconsapevolmente, seppur con alti e bassi, i due maturano fiducia nelle reciproche capacità.

Lost Jack 640x360
Jack Shephard in Lost (640×360)

Nonostante la serie ponga molto spesso l’attenzione sull’esplicito confronto/scontro tra le opposte visioni del mondo fornite da Jack e Locke (reso indimenticabile dall’espressione diventata topica “uomo di scienza/uomo di fede), a fare da motore della narrazione, almeno dal punto di vista del rapporto interpersonale, è quello tra il dottore e Sawyer, due uomini dallo spessore incredibile che non hanno mai smesso di regalarci momenti indimenticabili: zuffe e diverbi, certo, ma anche sguardi capaci di comunicare tantissimo e alcuni dialoghi a cuore aperto che hanno fatto la storia di Lost. E chi se lo scorda più, poi l’abbraccio entusiasta che si scambiano nel finale della serie?

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