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Ma qualcuno ha mai capito perché diavolo John Locke avesse un’arancia in bocca?

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In Lost John Locke è da considerarsi come l’opposto di Jack (ma fino a un certo punto). Quest’ultimo è un medico, un uomo di scienza per definizione, che accetta le cose quando può vederle e che agisce solo quando è sicuro di fare la cosa giusta. John Locke è invece quello che si direbbe un uomo di fede ed è proprio sull’Isola che l’ha trovata.

In questa doverosa premessa potrebbe nascondersi la spiegazione di quell’iconico sorriso d’arancia di Locke, diventato uno dei frame più famosi di Lost. Un gesto simpatico, spontaneo e a primo impatto insignificante: quel sorriso silenzioso potrebbe in realtà voler dire molto.

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A interrogarsi su questo enigmatico gesto di Locke è stato un utente Reddit che ha creato una discussione proprio su questo argomento (la potete leggere qui). Per snocciolarla, partiamo da un concetto molto semplice: l’inizio dell’avventura di Locke sull’Isola di Lost. Sappiamo che a seguito di un incidente è stato costretto a utilizzare una sedia a rotelle per muoversi, ma una volta atterrato sull’Isola le sue gambe hanno ripreso la sensibilità che credeva di aver perso per sempre. Mai, infatti, avrebbe pensato di poter tornare a camminare da solo.

Ed è questo il suo pensiero fisso durante i primi giorni sull’Isola. Mentre gli altri sopravvissuti cercano di rendere onore a chi non ha resistito allo schianto aereo, John Locke assapora un’arancia respirando un’aria nuova. È un’aria che sa di libertà, di rinascita. E vuole gustarsi ogni momento.

Locke sorride, nonostante tutto, perché ha trovato un motivo per farlo.

Quando lo sguardo di Kate, intenta a levare le scarpe a un morto, incontra quello di John, il volto di lei si scurisce. È incerta, confusa: perché diavolo Locke ha sfoggiato quel sorriso d’arancia? E anche lui, a sua volta, si incupisce, quasi come se qualcuno gli avesse detto di aver fatto qualcosa di assurdo. Ma è proprio in questa assurdità che forse si nasconde la vera essenza del suo innocuo gesto.

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Il suo sembra quasi un disperato tentativo di strappare un sorriso agli altri sopravvissuti, che al contrario sono tristi, impauriti e in un certo senso negativi. Locke sembra essere l’unico ad aver trovato un lato positivo in quell’incidente aereo e vorrebbe scovare un modo per trasmetterlo ai compagni di viaggio. È vero, la situazione è inappropriata e tutt’altro che rosea, ma perché negare anche la sola speranza di una nota positiva?

Se da un lato John si trova nella stessa situazione degli altri protagonisti di Lost, dall’altro è anche il più consapevole di essere vivo. Vivo come mai prima d’ora.

Piuttosto che disperarsi per la dipartita di altri, John preferisce gioire della propria sopravvivenza. Potrebbe sembrare un pensiero egoista, ma viene da un uomo che ha ritrovato la propria felicità perduta. Un uomo che ha capito che anche nei momenti più duri e avversi c’è sempre una ragione per sorridere.

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L’Isola in cui si trova è un posto pieno di speranza per John, che al momento riconosce solo due possibilità: la vita e la morte. Che senso ha allora soffrire, quando si è vivi di fronte a una morte che sembrava inevitabile? John è atterrato in un nuovo mondo, pieno di nuove opportunità e nuove avventure, e trova allo stesso tempo un nuovo modo di provare empatia. Sia verso sé stesso, che nei confronti degli altri.

E così, guardando quel sorriso d’arancia attraverso gli occhi di Kate, emerge l’uomo di fede che è John Locke. Non è come gli altri e non è detto che loro riescano a comprenderlo. Qualcuno lo farà, qualcuno no, ma nessuno potrà levare quell’espressione sorridente dai suoi occhi. Un sorriso alla vita dal sapore dolce e intenso, proprio come quello di un’arancia.

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