Sono passati ben 14 anni dall’uscita di Lost, Serie Tv molto amata ma anche discussa, divisa tra chi l’ha sempre sostenuta e chi invece è rimasto deluso dalle stagioni successive o da un finale ambiguo. Eppure, nonostante non abbia una sceneggiatura perfetta, non sia priva di errori e gli autori stessi abbiano ammesso “a volte ci arrampicavamo sugli specchi”, Lost ha lasciato un segno nella storia delle Serie Tv. E infatti, a distanza di anni, continua a essere unica e a condizionare la storia delle Serie Tv.
Ci sono tanti aspetti che la rendono speciale: la location, il cast eccellente, la trama avvincente e talmente particolare e paranormale da lasciare agli autori la possibilità di inventarsi davvero di tutto. Ma due cose in particolare contribuiscono a rendere Lost unica: il gruppo dei personaggi e il protagonista. Anzi, LA protagonista: l’Isola.
Non era mai accaduto di avere una “cosa” come personaggio principale di una Serie Tv. L’idea, non semplice da pensare nè da mettere in pratica, venne allo sceneggiatore J. J. Abrams.
L’Isola ci viene presentata come un luogo fitto di misteri, di pericoli e anche di miracoli. Ma noi sappiamo che è molto più di un luogo, si sposta, è viva.
Jacob ci spiegherà il senso tramite una metafora che paragona l’Isola a un tappo di bottiglia e il vino contenuto all’interno al male del mondo. Ha quindi la funzione di impedire al male di diffondersi, come una sorta di vaso di Pandora.
La seconda particolarità sono i personaggi.
Proviamo a pensare alla maggior parte delle Serie Tv con protagonisti dai caratteri diversi l’uno dall’altro. Possiamo trovare il ragazzo che si distingue per la simpatia, la ragazza che invece si distingue per la bellezza, quello romantico, l’intellettuale e così via. Ognuno con un vissuto diverso che li rende persone con aspirazioni diverse.
In Lost questo non accade perchè l’Isola è viva e riesce nel suo intento di riunire uomini e donne che non sono scelti a caso.
È vero che i passeggeri del volo Oceanic 815 sono persone con un loro vissuto e apparentemente ci vengono mostrati come distanti l’uno dall’altro, ma in realtà hanno tutti un punto in comune. Non sono semplicemente degli esseri umani dispersi nell’isola, ma esseri umani perduti nell’animo.
Jack, un medico con un rapporto complicato con suo padre, della cui morte si sente in colpa; Charlie, musicista dal cuore d’oro che cade nella tossicodipendenza; Sawyer, tormentato da un passato difficile che lo ha reso orfano di padre e madre a causa di un truffatore, e diventato lui stesso truffatore prendendo addirittura il nome dell’uomo che gli ha rovinato la vita; Kate, che per difendere la madre uccide suo padre per poi essere denunciata dalla madre stessa; John Locke, figlio adottivo alla ricerca di approvazione da parte del padre naturale che lo ingannerà e lo userà approfittandosi della sua bontà d’animo. Ed è a causa di suo padre che Locke perderà la donna che ama e rimarrà paralizzato.
Ognuno di loro vive un presente tormentato da un destino complicato, ma soprattutto un vita dettata da scelte sbagliate.
Lost è avvincente, ci tiene col fiato sospeso fin dalla prima puntata. Parte come una Serie Tv con una grande trama, e si chiude con un significato profondo che la rende assolutamente unica.
Attraverso Desmond ci insegna che, per quanto ci sentiamo perduti, possiamo trovare una soluzione in una costante a cui aggrapparci. Nel suo caso è Penny, la donna che ama e da cui è amato. Quello della telefonata con lei nell’episodio “La costante” è uno dei momenti più emotivi che troviamo in Lost.
Ma è in un secondo momento che Daniel Faraday ci spiega il motivo per cui i personaggi sull’Isola non sono lì per caso:
“Avevo passato tanto tempo a concentrarmi sulle costanti da essermi dimenticato delle variabili. Le variabili in queste equazioni siamo noi, le persone. Noi pensiamo, ragioniamo, facciamo delle scelte, abbiamo libero arbitrio. Noi possiamo cambiare il nostro destino”.
Le sue parole racchiudono il significato di Lost: il destino non esiste, se aspettiamo che le situazioni cambino o si sistemino senza il nostro intervento siamo destinati all’infelicità . Ogni aspetto della nostra vita può essere modificato in base alle nostre scelte.
È una grande responsabilità , ma anche un messaggio di speranza che fa di Lost una vera e propria lezione di vita. Ci spaventa, ci fa piangere, ridere, emozionare. E ci porta a riflettere come solo i capolavori sanno fare.