John Locke è uno di quei personaggi che, in un modo o nell’altro, rimane scolpito nella memoria dello spettatore; in una serie come Lost, inoltre, in cui sono molti i personaggi che entrano nel cuore e nella mente di chi guarda, il compito è ancora più arduo, ma l’uomo di fede (o di destino) riesce fin da subito a creare la giusta empatia con l’audience, per una serie di motivi; la sua storia: sfruttato dal padre biologico per ottenere da lui un rene e scaraventato dall’ottavo piano di un palazzo, miracolosamente sopravvive ma rimane paraplegico.
Sull’Isola riacquisterà l’uso delle gambe e questo fattore lo renderà disposto a tutto pur di salvaguardare quel posto (anche lasciarla, nonostante fosse stato ingannato), dimostrando di essere l’unico ad aver capito fin da subito la specialità di quel luogo. L’altro motivo di grande empatia è rappresentato dalle numerose profonde, simpatiche e tristi frasi che ha pronunciato nel corso della serie. Abbiamo provato a raccogliere le più significative in una grande carellata.
1) Corri come se avessi il diavolo alle spalle! (ad Ana Lucia);
2) Non è tardi per rimediare (a Mike);
3) È ora che ti liberi di certe cose (a Boone);
4) Lasciami andare, lasciami (a Jack);
5) Non confondere la coincidenza con il destino (a Desmond);
6) Hey, hey, non se ne vada, aspetti, lei non sa con chi ha a che fare. Non dica più che non posso farcela. Questo è destino, questo è il mio destino. Io devo esserci maledizione. Non ditemi che non lo posso fare. Non ditemi che non lo posso… (nell’agenzia viaggi);