A Lost devo tanto. Sembra un’esagerazione, ma è così.
Lost è stata la Serie Tv che per prima mi ha appassionato in maniera compulsiva. La prima che ho seguito assiduamente, aspettando le nuove puntate ogni settimana. Ma soprattutto mi ha dato la possibilità di recuperare un rapporto prezioso. Per questo dico che le devo molto, non solo per le emozioni che mi ha regalato ma anche perché è stata lo strumento fondamentale per riavvicinarmi a una persona.
L’anno era il 2005 e già si prospettava un’estate come tante altre. Un giorno mio fratello arrivò a casa con il cofanetto della prima parte di una Serie Tv di cui non avevo mai sentito parlare, Lost. Molto esaltato dal suo acquisto provò subito a convincermi di guardarla con lui ma io, con la mia solita riluttanza, rifiutai. Il Dvd rimase dunque sigillato per alcuni giorni.
Era agosto, e come ogni anno raggiungemmo la nostra famiglia al mare. Tenacemente mio fratello si portò dietro il suo bel cofanetto convinto che, anche solo per sfinimento, mi sarei convinto a visionarlo con lui. Giunti a destinazione trovammo ad attenderci nostro zio, con il quale da tanto tempo ci incontravamo solo in circostanze “festive”. La sera mio fratello decise di procedere alla visione. Che io lo volessi o no, il momento era giunto. Stavo per andarmene quando, all’improvviso, il primo episodio partì.
La scritta Lost che passa rapida, con un sibilo. Un occhio che si spalanca. Fui rapito all’istante.
Durante la corsa frenetica del Dr. Shepard verso la spiaggia, una voce improvvisa alla nostre spalle: “ah, ma state guardando Lost!“. Stoppammo. “Lo conosci?“. La risposta fu rapida: “ne ho sentito parlare, fallo ripartire che sono curioso“. Il Dvd ripartì e ci ritrovammo immersi tra le urla dei superstiti e le lamiere del volo Oceanic 815. Trascorremmo così, quasi in apnea, i 10 minuti iniziali dell’episodio – i più fulminanti che avessi mai visto sino a quel momento.
Completamente assorbiti da quello che stavamo vedendo arrivammo al momento del ritrovamento della cabina di pilotaggio. La tensione, non solo tra i membri della spedizione – Jack, Kate e Charlie – ma anche sul nostro divano era altissima. L’improvvisa comparsa di quello che poi avremmo iniziato a conoscere come il “fumo nero” ci lasciò letteralmente a bocca aperta. Un finale incredibile che ci fece capire quanto Lost fosse diversa; e che probabilmente non ci avrebbe più lasciati andare. Quella sera vedemmo altri episodi – almeno tre – e nel giro di pochi giorni la prima parte di stagione era finita.
Privi degli episodi finali, Lost divenne il nostro principale argomento di conversazione per il resto della vacanza. Chi era davvero Kate? Che cos’era quell’isola? Perché Locke aveva ricominciato a camminare?
Costituimmo una sorta di fan club di Lost interno alla nostra famiglia. Che fosse a colazione, a pranzo o a cena, la Serie Tv era il nostro chiodo fisso. Passare tutto quel tempo insieme, condividere le nostre teorie, portò me e mio fratello e riavvicinarci a nostro zio. Un rapporto sopito da anni si stava risvegliando, e tutto per merito di un prodotto televisivo.
Finì l’estate, ma il nostro club non si sciolse. Lost divenne il pretesto per incontrarsi tutte le settimane, mangiando una pizza e chiacchierando dei nostri personaggi preferiti. Nel corso dei sei anni successivi non perdemmo mai un appuntamento, scoprendo anche noi un poco alla volta tutti i segreti dell’isola. Terminata Lost, il rapporto è divenuto più forte che mai, e il rito tuttora permane. Negli anni abbiamo visto i Borgia, Game of Thrones, Westworld e altre ancora, sempre insieme, sempre accompagnati da una buona pizza.
Ecco perché a Lost, e a quella prima volta inaspettata, e forzata, devo tanto. Non solo la mia grande passione per le Serie Tv, ma anche molto di più.