2) Boris
A noi la qualità c’ha rotto il c***o!
Così esordiva lo sfortunato regista Renè Ferretti alla sua terza e ultima stagione, e aveva i suoi buoni motivi per dirlo. Ci aveva provato fino alla fine, persino sperimentando una nuova serie tv medical drama più innovativa, lontana dal vecchiume che rappresentava Occhi del cuore.
Eppure a noi no, non riesce davvero a stancarci la qualità, e in Boris ce ne era davvero tanta, pur nella sua semplicità. Esatto, perché in Boris non c’erano grandi colpi di scena, effetti speciali, o scenografie degne di comedy contemporanee quali The Marvelous Mrs Maisel (qui la recensione). Nulla di tutto questo, era semplice come i suoi protagonisti, tecnici e produttori di un grande set televisivo fittizio.
Infatti, lo scopo di Boris era di riuscire per una volta a far ridere su qualcosa che a tutti fa arrabbiare, ovvero la scarsa qualità dei prodotti televisivi italiani, mettendo in risalto, con una grande ironia, tutto il marcio che c’è dietro questo mondo.
Sarebbe stato bello vedere almeno un’altra stagione di Boris in cui raccontare ulteriori svolgimenti per la nuova serie tv di René Ferretti. Oppure immaginare un cambio di direzione definitivo per il regista, il quale avrebbe potuto gettarsi su altri generi, un western o un action. Ve lo immaginate un western girato da Renè? Noi sì, ed è meraviglioso.
Purtroppo, nel frattempo, ci faremo bastare un rewatch e continueremo a ridere, come solo Boris sapeva fare.