
HoS Histories – il Corso di Storia delle Serie Tv
Diventa esperta/o di Serie TV grazie al nuovo corso online sulle origini della narrativa televisiva e la sua evoluzione fino ai giorni d’oggi. Un corso unico, curato dal team di Hall of Series, per scoprire come è nata ed evoluta la serialità televisiva fino all’era dello streaming.
- Date: dal 22 maggio al 5 giugno
- 3 lezioni totali, una a settimana da 75 minuti
- Orario delle lezioni: giovedì dalle 18:30 alle 19:45
- Posti limitati – iscriviti ora per assicurarti il tuo!
Avviso per i deboli di cuore: in questo articolo non parlerò d’amore, di felicità o di personaggi trionfanti. Non vi strapperò una risata, perché sto per addentrarmi nell’analisi di una sensazione ben definita: la solitudine. La solitudine che isola dal mondo, la solitudine provocata dal dolore o dal peso di un segreto da mantenere. Insomma, quella sensazione totalizzante di non avere nessuno. Se avete continuato a leggere, il cuore non vi manca: ecco come abbiamo visto rappresentata la solitudine attraverso 5 personaggi, da Elliot di Mr. Robot a Danielle Rousseau di Lost. Vi avevo avvisati, giusto?
1) Danielle Rousseau, Lost: la solitudine che provoca pazzia

Avete mai immaginato come sarebbe essere soli su un’isola (deserta), consapevoli di non poter andare via? Ecco, quando in Lost è comparsa Danielle Rousseau io me lo sono chiesto. Mettiamoci nei suoi panni: è una scienziata che sta svolgendo una ricerca, è incinta, naufraga su un’isola assieme al suo equipaggio di ricercatori e per una serie di strani eventi si ritrova a doverli uccidere tutti perché infetti. Rimane sola su quest’isola, dà alla luce la sua bambina che però le viene rapita poco dopo. Non le resta che cercare soccorso attraverso un messaggio radio. Dopo tutto ciò, Danielle rimane sola sull’isola per 16 anni. Sì, 16 anni, e con il dolore del rapimento della sua bimba neonata. Una persona normale impazzirebbe, e questo è esattamente quello che è successo. Il suo completo isolamento nell’isola di Lost, un ambiente così sconosciuto e ostile, l’ha portata alla deriva mentale. Difficile provare a immaginare come ci si potrebbe sentire in una situazione così. E’ sicuramente il tipo di solitudine che fa più paura, e Lost ce lo mostra: la solitudine fisica, perché attorno a te non c’è anima viva. Ed è così che il suo personaggio ci viene presentato in Lost: lo sguardo di Danielle è assente e offuscato, farfuglia parole confuse. La prima volta che vede un umano è sconvolgente per lei, e ne ha ben motivo dopo 16 anni!