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5) Elliot Alderson, Mr Robot: tra solitudine vera e autoindotta

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Elliot Alderson conosce bene la solitudine, e la vive con amore e odio. Sta bene solo, non è un chiacchierone ma allo stesso tempo a volte ha delle crisi di pianto quando la tristezza prende il sopravvento e si rende conto di non aver nessun conforto in quei momenti. Sì, ha qualche amico, è vero, ma in lui la sensazione di essere solo è costante. In più, non è molto propenso a parlare di come si sente, cosa che crea un’ulteriore schermo tra lui e il mondo circostante.

La sensazione di solitudine fisica è reale ma, nella sua mente, solo non lo è quasi mai… nonostante vorrebbe moltissimo esserlo.

La presenza di Mr Robot, suo padre, è molto ingombrante. La sua voce e la sua volontà sono rumorosissime nella testa di Elliot. Questa presenza è quasi un l’alter-ego del nostro personaggio, un alter-ego che agisce contro il suo volere. Come deve essere essere soli nel mondo reale, ma non esserlo nella propria mente? Quanto ingombrante può essere un’altra presenza? E’ questo il dilemma di Elliot, e riesce a darsi pace solo quando si rende conto che quella voce è una parte di lui e non gli resta che conviverci. La solitudine di Elliot Alderson è un’arma a doppio taglio. Da un lato gli permette di essere completamente concentrato sulla sua “missione” hacker, dall’altro lato lo rende molto vulnerabile. Mancando di amici e di rapporti umani stretti, ciò che gli manca è anche un riferimento saldo per confrontarsi con la realtà. E sappiamo bene quanto sia incline a creare nella sua mente altre realtà, meno dolorose di quella vera.

Siete riusciti ad arrivare alla fine dell’articolo senza farvi scendere una lacrimuccia? E’ vero, la solitudine di questi personaggi è straziante, perché per gran parte di loro è provocata da traumi o avvenimenti terribili…insomma, non li invidiamo per niente, questo è chiaro. Ma il loro stato di solitudine è ciò che li rende così particolari e, a loro modo, geniali. Ve lo immaginate il protagonista di Mr Robot che organizza un aperitivo con gli amici? Oppure Danielle Rousseau di Lost che ride e scherza con gli altri naufraghi? Proprio no, e come loro gli altri protagonisti di questo articolo. Nelle serie tv più attuali vediamo comparire personaggi sempre più simili a loro, mentre i classici “amici di tutti”, solari ed empatici a tutti i costi sono sempre più relegati a ruoli non protagonisti.

Il mondo delle serie tv ci sta dicendo che essere soli e introversi è ok, al contrario di un tempo.

Personalmente credo sia positivo, perché anche il mondo del cinema sta smettendo di volerci trasmettere un ideale di vita necessariamente perfetta, felice e piena di amici. Dall’altro lato, la solitudine dei personaggi che abbiamo analizzato fa parte della loro essenza,è ciò che li rende tali ed estremamente unici. Ed è per questo che li amiamo.

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