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Tutti i personaggi di Lost con dei poteri speciali (e come funzionano)

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Lost (disponibile sul catalogo Netflix qui), considerata da molti uno dei migliori drammi della storia della televisione, si è evoluta nel tempo da survival drama a sci-fi soprannaturale. Non tutti hanno accettato di buon grado questa graduale trasformazione, fino al punto di svolta della quinta stagione. Ritenendo infatti che la serie si fosse allontanata dalle sue radici, tanti hanno però dimenticato come gli elementi sci-fi fossero presenti fin dall’inizio. Tra l’apparizione del Mostro di fumo nei primi episodi dello show agli strani poteri di Hugo prima e Desmond dopo. Insomma, nel corso delle sei stagioni, diversi abitanti dell’isola hanno dimostrato capacità che andavano oltre il normale.

La serie, ricca di una mitologia complessa e stratificata, ha offerto una gamma di abilità che spaziavano dal misterioso al sovrannaturale. Sebbene non tutte queste siano state completamente spiegate nel corso dello show, il contesto narrativo ha fornito abbastanza dettagli per permettere agli spettatori di intuire la loro origine e funzione. Il passato dei personaggi e il loro ruolo all’interno della trama hanno giocato un ruolo fondamentale nella rivelazione di queste caratteristiche, rendendo alcuni di loro catartici per il finale.

1) Desmond Hume

Desmond Hume una volta uscito dalla stazione
Bad Robot Productions

L’uomo nella botola, nonché uno dei personaggi più belli di Lost. Stiamo parlando ovviamente di Desmond Hume, la chiave di volta per la lore della serie tv e per il destino dei naufraghi del volo Oceanic 815. In quella stazione DHARMA, dove viene trovato da Jack e dagli altri, Desmond trascorre i suoi giorni vincolato a una promessa. Settimana dopo settimana, mese dopo mese, l’uomo si trascina in un ciclo di azioni ripetitivo e costante dove, al centro di tutto, c’è l’ordine perentorio di premere una sequenza di numeri e un pulsante. Non farlo equivale alla fine del mondo. Almeno così gli hanno detto.

Il custode solitario della stazione “Cigno” della Dharma Initiative ha quindi un unico compito: premere quel dannato pulsante ogni 108 minuti. La routine ossessiva e alienante rivela subito il senso di isolamento e sacrificio che caratterizza il personaggio. La sua presenza nella stazione, testimone che gli è stato imposto a forza, suggerisce un uomo intrappolato non solo fisicamente, ma anche emotivamente, segnato da un passato di scelte sbagliate e opportunità mancate.

Attraverso i flashback che caratterizzano la narrazione di Lost, apprendiamo via via sempre di più sul suo passato e sulle scelte, spesso vigliacche, che l’hanno portato infine sull’Isola.

Desmond è uno dei personaggi attraverso cui la serie esplora il tema del destino in modo più esplicito. Dopo essere sopravvissuto a un naufragio sull’Isola, Desmond si ritrova intrappolato nel ciclo ripetitivo della stazione Cigno. Tuttavia, è la sua capacità unica di percepire il tempo in maniera non lineare che lo rende un elemento cruciale nella mitologia di Lost. Attraverso episodi come “Flashes Before Your Eyes” e “The Constant”, scopriamo che Desmond è in grado di sperimentare salti temporali, un fenomeno che amplifica il suo ruolo di “costante” tra passato e futuro. Questo potere lo distingue come un personaggio speciale, profondamente connesso ai misteri dell’Isola. Sarà sempre lui, d’altronde, a giocare un ruolo fondamentale nella sesta stagione e nel finale di serie, permettendo agli altri protagonisti di comprendere i flashsideways e di venire a patti con il nuovo stato delle cose.

Ma come mai Desmond possiede queste abilità? Tutti gli anni che l’uomo ha trascorso all’interno della stazione “Cigno” lo hanno aiutato a sviluppare involontariamente una notevole tolleranza all’energia elettromagnetica, che gli ha permesso di sopravvivere sia all’implosione della botola nella seconda stagione che ai test elettromagnetici di Charles Widmore nella sesta.

2) Hugo “Hurley” Reyes

Hugo Reyes, il cuore e la risata di Lost
Bad Robot Productions

Fin dal primo episodio, Hugo Reyes è stato il personaggio da proteggere a ogni costo. L’omone dal cuore d’oro che è riuscito, anche nei momenti più bui, a infondere la storia di una luce di speranza e a trasmettere quella stessa speranza ai suoi compagni. Preso in giro, tenuto poco in conto e a volte considerato solo come un peso, Hugo ha dimostrato ampiamente di essere un personaggio essenziale per la trama e per i piani a lungo termine di Jacob. Il suo ruolo nella storia diventa talmente importante da superare i confini stessi della trama raccontata in Lost.

Prima dello schianto del volo Oceanic 815, scopriamo che Hurley ha vinto una somma enorme alla lotteria utilizzando una sequenza di numeri (4, 8, 15, 16, 23, 42) che avranno un ruolo centrale nella mitologia della serie. Tuttavia, la vincita porta con sé una serie di eventi sfortunati, convincendo Hurley che i numeri siano maledetti. Questa convinzione lo rende profondamente paranoico e insicuro, ma anche estremamente umano per questo. La sua vulnerabilità e il suo senso di colpa lo rendono uno dei personaggi più autentici e riconoscibili della serie. A differenza di tanti altri, Hurley non cerca il potere o il controllo, né fa mai riferimento alla ricchezza che ha lasciato a casa. Invece, il suo obiettivo è semplicemente quello di aiutare gli altri e offrire sollievo dalla tensione e dal pericolo costante.

Hurley rappresenta la leggerezza in una serie come Lost, spesso caratterizzata da temi oscuri e complessi.

Uno degli aspetti più affascinanti di Hurley è la sua evoluzione nel corso delle sei stagioni di Lost. Inizialmente presentato come il “comic relief” della serie, il suo ruolo si espande significativamente man mano che la storia progredisce. Hurley è, in molti modi, il personaggio che incarna il cuore tematico di Lost: la necessità di connessione umana, la lotta tra il destino e il libero arbitrio, e la capacità di trovare speranza anche nelle circostanze più disperate. I numeri non sono, però, l’unico elemento sovrannaturale che avvolge il personaggio. Hugo è infatti in grado di parlare con i morti, capacità che si rivela definitivamente solo quando lascia l’Isola e riceve la visita del defunto Charlie Pace.

Hurley ha sviluppato nuove capacità in circostanze poco chiare, ma è possibile che siano state il frutto di un intervento di Jacob, che lo ha preso sotto la sua ala. Jacob aveva già dimostrato grande fiducia in Hurley, specialmente nella fase conclusiva del conflitto contro l’Uomo in Nero e nel guidare Jack a realizzare il suo destino come nuovo Protettore dell’Isola.

3) Walter Lloyd

Uno dei personaggi più complessi e discussi è sicuramente Walt
Bad Robot Productions

Walt è il figlio di Michael Dawson e Susan Lloyd. Dopo la separazione dei genitori, Walt vive con sua madre e il suo patrigno Brian. Quando Susan muore improvvisamente, Michael si ritrova a prendersi cura di un figlio che conosce a malapena. Questo rapporto inizialmente difficile è uno degli elementi centrali della prima stagione, dove Michael cerca di riconquistare l’affetto di Walt, spesso con risultati contrastanti. Walt gioca un ruolo fondamentale nelle dinamiche dell’isola, specialmente nelle prime stagioni. È uno dei pochi bambini presenti tra i superstiti del volo Oceanic 815, un fatto che lo rende un punto d’interesse per gli Altri. Nella seconda stagione viene rapito, con conseguenze significative per Michael, che è disposto a tradire i suoi compagni pur di salvarlo.

Uno degli aspetti più intriganti del personaggio è la sua connessione con eventi misteriosi e soprannaturali. Nel corso della serie, Walt dimostra di possedere abilità straordinarie. Ad esempio, gli animali sembrano avere un legame particolare con lui. Un episodio emblematico è quando un uccello colpisce una finestra subito dopo che Walt l’aveva immaginato o quando un orso polare sbuca dal nulla nel bosco, poco tempo dopo che Walt l’aveva disegnato. Alcuni personaggi, inclusi i membri degli Altri, lo considerano “speciale” per ragioni che non vengono mai pienamente spiegate. Inoltre, Walt sembra avere visioni o premonizioni.

Uno degli aspetti più controversi di Walt è come la sua storia in Lost venga bruscamente interrotta.

Dopo essere stato liberato dagli Altri e lasciato andare con Michael, il personaggio appare sporadicamente nelle stagioni successive. Le ragioni pratiche dietro questa scelta narrativa includono il fatto che Malcolm David Kelley stava crescendo rapidamente, rendendo difficile mantenere la coerenza temporale del personaggio. Tuttavia, questo ha lasciato molti fan insoddisfatti, poiché molte delle domande sollevate su Walt rimangono senza risposta.

Walt fa un’apparizione nel finale della serie, dove viene suggerito che abbia avuto un ruolo importante al di fuori dello schermo. Nei materiali aggiuntivi rilasciati dopo la conclusione dello show, come “The New Man in Charge”, si apprende che Walt potrebbe essere destinato a tornare sull’Isola e assumere un ruolo cruciale nella sua gestione.

4) Miles Straume

Miles è in grado di scoprire gli ultimi istanti di vita di un defunto
Bad Robot Productions

Non si tratta di uno dei personaggi originali, ma di certo si è guadagnato l’affetto dei fan per il suo cinismo tagliente e per il legame instauratosi con gli altri protagonisti. Introdotto nella quarta stagione, con la storyline della nave, Miles fa parte del team inviato sull’Isola per trovare Ben Linus. Insieme a Daniel Faraday, Charlotte Lewis e Frank Lapidus, Miles è stato assoldato da Charles Widmore, ma ha un motivo personale per essere lì. Miles è presentato come un medium in grado di comunicare con i morti, un’abilità che lo rende una risorsa preziosa e, allo stesso tempo, alimenta le tensioni con gli altri sopravvissuti.

La capacità di Miles è un elemento fondamentale del suo personaggio. L’uomo può percepire le ultime memorie e emozioni delle persone decedute. Caratteristica che gli permette di scoprire i numerosi segreti nascosti dell’Isola e portare alla luce verità scomode. Un momento emblematico del suo rapporto con i morti è il confronto con i resti della squadra della nave Kahana. Attraverso i loro ricordi, Miles comprende la gravità degli eventi accaduti sull’Isola e il ruolo ambiguo di personaggi come Widmore. Miles ha anche smascherato il ruolo di Ben Linus nella morte di Jacob dopo aver ascoltato le sue ceneri e ha scoperto il losco funzionamento dell’Iniziativa DHARMA, dopo aver sentito un cadavere nel retro del furgone di Hurley

Uno degli sviluppi più significativi della storia di Miles avviene nella quinta stagione. Dopo il salto nel tempo che li porta nel passato. Miles ha modo di conoscere finalmente il padre Pierre Chang, uno degli scienziati della DHARMA Initiative.

All’inizio, Miles ignora che Chang sia suo padre. Solo quando i sopravvissuti tornano indietro nel tempo e si trovano nella DHARMA degli anni ’70, questa verità emerge gradualmente. L’arco narrativo esplora il conflitto interno di Miles, diviso tra il rancore per l’abbandono da parte del padre e la comprensione del sacrificio che lo scienziato ha fatto per proteggere lui e la madre. Durante le sue prime apparizioni, Miles si presenta come un personaggio pragmatico e orientato esclusivamente al guadagno. Le sue motivazioni sembrano egoistiche, e il suo atteggiamento lo pone spesso in contrasto con gli altri personaggi.

Tuttavia, nel corso della serie, Miles evolve, mostrando una maggiore empatia e un lato più umano, legandosi davvero agli altri membri del gruppo. Soprattutto le sue interazioni con Sawyer, di cui diventa braccio destro nel passato, mettono in luce non solo un irresistibile senso dell’umorismo, ma anche una profonda lealtà verso coloro che considera amici.

5) Jacob

Jacob, l'incarnazione del Bene in Lost
Bad Robot Productions

Il personaggio di Jacob rappresenta uno degli elementi più affascinanti e misteriosi dell’intera narrazione di Lost. Sebbene la sua presenza si manifesti pienamente solo nelle ultime stagioni, il suo ruolo è centrale per comprendere i temi e il destino dei protagonisti. Jacob appare come una figura quasi mitologica, forse il primo vero Protettore dell’Isola. Nato in un’epoca remota, Jacob è il figlio di Claudia, una donna naufragata sull’Isola, e di un padre sconosciuto. La sua storia prende una piega drammatica quando una donna misteriosa uccide la sua madre biologica e lo adotta insieme al fratello gemello.

La relazione tra Jacob e il fratello è segnata, sin dalla tenera età, da rivalità e incomprensioni, alimentate dalle manipolazioni della madre adottiva. Quest’ultima rivela a Jacob che l’Isola è un luogo speciale, contenente una “sorgente di luce” che deve essere protetta a ogni costo. Quando il fratello cerca di lasciare l’Isola e, per questo, si trasforma in una creatura di fumo nero, Jacob assume il compito di custodire la luce e mantenere l’ordine. Jacob rappresenta simbolicamente il Bene, eternamente in conflitto contro il Male, a sua volta incarnato dall’Uomo in Nero. Entrambi sono facce della stessa medaglia, legati l’uno all’altro in un ciclo infinito di odio e amore.

Jacob crede fermamente che ogni individuo debba avere la libertà di scegliere il proprio destino. Un pensiero in netto contrasto con l’Uomo in Nero, che vede l’umanità come intrinsecamente corrotta e incapace di redimersi.

Per dimostrare la sua teoria, Jacob porta sull’Isola diverse persone nel corso dei secoli, orchestrando situazioni che permettano loro di affrontare le proprie debolezze e di scegliere da sole il proprio destino. La stessa filosofia che decide di mettere in pratica nel modo in cui interagisce con i personaggi principali della serie. Nonostante abbia un ruolo onnipresente, seppur non onnisciente, Jacob raramente interviene direttamente, preferendo osservare e guidare indirettamente i personaggi. Per esempio, assegna dei numeri specifici ai “candidati”, individui selezionati per diventare potenziali successori come guardiani dell’Isola, ma lascia che siano loro a scegliere se accettare o meno il compito.

Nel corso delle stagioni di Lost, molti dei candidati saranno scartati, per vari motivi. O perché muoiono o perché si rivelano inadatti al compito.

Jacob è un personaggio profondamente simbolico, spesso interpretato come una figura divina o un messaggero di poteri superiori. La sua connessione con la luce dell’Isola e il ruolo di guardiano suggeriscono una responsabilità quasi sacerdotale. Mentre la sua morte e il passaggio del testimone ai candidati riflettono temi di sacrificio e rinnovamento. Alcuni critici hanno intravisto in Jacob una rappresentazione del fato, opposto al caso incarnato dall’Uomo in Nero.

6) L’Uomo in Nero

L'Uomo in Nero è l'incarnazione del Male
Bad Robot Productions

Appare da subito, già nei primissimi episodi di Lost, ma forse nessuno avrebbe potuto immaginare la storia dietro quel Mostro di Fumo. L’Uomo in Nero incarna una delle principali antitesi della serie: il conflitto tra fede e scienza, tra libero arbitrio e predestinazione, tra luce e oscurità. La sua presenza nel corso della storia porta i personaggi a evolversi, a maturare e a raggiungere, infine, il proprio destino. Nel bene e nel male.

Come il più classico dei diavoli, l’Uomo in Nero induce in tentazione, corrompe e manipola, nel tentativo di dimostrare al fratello Jacob che l’essere umano è incapace di redenzione o salvezza.

Eppure proprio lui, fin da giovane, mostra gli aspetti più innatamente umani. Curioso, spavaldo e desideroso di esplorare il mondo oltre l’isola, l’Uomo in Nero disubbidisce più volte agli ordine di Madre. Non rispetta le regole e agisce di testa propria, in contrapposizione con il figlio prediletto Jacob che segue i dogmi della madre senza porsi domande. Quando scopre la sua vera origine e il modo in cui lui e Jacob sono stati separati dalla loro madre biologica, il risentimento sfocia in odio. L’Uomo in Nero è mosso dalla convinzione che l’isola non sia una benedizione, ma una prigione. Decide così di passare la sua vita a cercare un modo per lasciarla.

La svolta cruciale nella storia dell’Uomo in Nero avviene quando tenta di utilizzare la fonte di energia dell’isola per fuggire. Jacob, nel tentativo di fermarlo, lo getta nella sorgente luminosa con conseguenze drammatiche. Il corpo fisico dell’Uomo in Nero muore, ma la sua essenza si trasforma in una manifestazione di pura oscurità, il “Mostro di Fumo”. In questa forma, l’Uomo in Nero diventa un’entità capace di assumere le sembianze dei morti e di manipolare le persone sfruttando le loro paure, i rimpianti e i desideri. La sua principale ambizione rimane però la stessa: abbandonare l’isola, anche a costo di distruggerla.

Durante la storia, l’Uomo in Nero interagisce con molti dei sopravvissuti del volo Oceanic 815. Assumendo spesso le sembianze di personaggi defunti come Christian Shephard o John Locke.

Attraverso queste manipolazioni, cerca di convincere i protagonisti a uccidere Jacob e a distruggere i candidati scelti per sostituirlo. Il suo rapporto con John Locke è particolarmente significativo. Utilizzando il risentimento di Ben Linus a proprio vantaggio, l’Uomo in Nero si appropria dell’identità di Locke, sfruttandone il carisma e la fede nell’isola per portare avanti i suoi piani.

7) Richard Alpert

L'uomo immortale Richard Alpert
Bad Robot Productions

Detto anche l’Highlander di Lost. Eh si, perché il buon caro Richard Alpert, in realtà gioca un ruolo molto più importante di quanto inizialmente non voglia fra credere. Braccio destro di Ben Linus e fedelissimo aiutante di Jacob, Richard Alpert ha una storia talmente intricata e misteriosa da meritarsi un intero episodio solo per lui.

Nella sesta stagione, nell’episodio “Ab Aeterno” (tra gli episodi più importanti della serie), diamo uno sguardo al passato del personaggio e ai suoi legami con l’Isola. Richard, nato come Ricardo nel XIX secolo nelle Canarie, viene trasportato come schiavo nel Nuovo Mondo dopo essere stato ingiustamente accusato di omicidio. La sua vita prende una svolta drammatica quando si ritrova naufrago sull’Isola, dove è salvato da Jacob e dotato dell’immortalità come ricompensa per servire come intermediario tra lui e gli altri abitanti.

L’immortalità di Richard non è solo un espediente narrativo in Lost, ma anche un simbolo della sua condanna.

L’incapacità di invecchiare o morire lo rende un testimone eterno degli eventi sull’Isola e il peso di secoli di conflitti e segreti. Tuttavia, questa condizione immortale si rivela anche una maledizione. Richard, infatti, rimane intrappolato in un ciclo di obbedienza, senza una vera possibilità di redenzione personale. Richard è il collegamento diretto tra Jacob e gli altri personaggi. La sua fedeltà è incrollabile, anche se è spesso messa alla prova dalla natura manipolatrice dell’Uomo in Nero. Jacob vede in Richard un consigliere, qualcuno che possa rappresentarlo e mantenere l’ordine tra gli abitanti dell’Isola. D’altra parte, l’Uomo in Nero tenta di convincere Richard a tradire Jacob, alimentando dubbi e paure che trovano appiglio nella sua natura umana e nel suo passato tormentato.

Attraverso i suoi racconti e il suo ruolo di guida, gli spettatori apprendono molti dei segreti dell’Isola. La sua longevità permette agli sceneggiatori di esplorare diversi periodi storici e di intrecciare eventi passati e presenti in una narrazione coesa. Richard Alpert incarna molti dei temi principali di Lost, come il tempo, la redenzione e la fede. Il suo nome stesso può essere visto come un riferimento al famoso psicologo e mistico Richard Alpert (meglio noto come Ram Dass). Il che suggerisce una connessione con i temi di illuminazione spirituale e trasformazione personale. Inoltre, la sua lunga vita sull’isola lo rende un ponte vivente tra il passato e il presente che aiuta a svelare i misteri più profondi della serie.