In principio fu Seinfeld, la comedy che riscrisse le regole delle comedy e che fece da apripista per un’intera nuova generazione di serie tv, tra le quali, appunto, Better Things e Louie. Ideata dallo stand-up comedian Jerry Seinfeld, che ha dato il nome alla serie, la sitcom è stata una delle prime del genere a rinunciare a una trama lineare tradizionale, basandosi invece su una struttura narrativa “sui generis”. Lo stesso Seinfeld l’ha definita più volte come “uno spettacolo su niente”, frase che potrebbe sembrare difficile da comprendere ma che risulta davvero azzeccata una volta iniziato lo show. Ogni episodio presentava diverse trame intrecciate tra loro, focalizzate sugli eventi quotidiani e le situazioni apparentemente banali che avevano per protagonisti Jerry, George, Elaine e Kramer. I quattro amici, personaggi principali della sitcom, si ritrovavano quasi sempre al centro di situazioni esagerate e fuori dal comune, nate per puro caso. Non solo, nessuno dei protagonisti cambiava nel corso del tempo. Contrariamente alla stragrande maggioranza degli altri prodotti seriali (non solo sitcom) nessuno dei quattro protagonisti passava attraverso un qualche tipo di evoluzione prima di raggiungere il traguardo finale. Egoisti, pavidi, nevrotici e dalle scelte morali discutibili, i personaggi di Seinfeld rompevano tutti gli stereotipi tipici dei protagonisti di una sitcom. Volete un esempio?
A un certo punto, nello show, un personaggio ricorrente muore ma nessuno, davvero nessuno dei quattro amici protagonisti sembra essere toccato dall’accaduto. Anzi, il tragico evento viene subitamente ignorato nelle loro conversazioni per passare all’ennesimo argomento privo di senso. Una comicità nera anzi nerissima che, anche dopo la conclusione dello show nel 1998, ha continuato a influenzare il modo di scrivere per la televisione.
L’umorismo sopra le righe, i temi controversi e l’analisi schietta di svariati tabù sono insegnamenti preziosi che Seinfeld ci ha lasciato e di cui hanno fatto tesoro serie tv come The Office, Louie e Better Things.
Data questa doverosa introduzione è arrivato adesso il momento di parlare di due serie tv sorelle ma dal carattere nettamente opposto. La prima è Louie, serie tv che segue la versione romanzata della vita del comico e attore Louis C.K.. Ambientata principalmente a New York, Louie è stata fortemente influenzata dall’approccio di Seinfeld riprendendo quel modello narrativo che si compone di tante vignette indipendenti tra loro. Proprio come lo show capostipite – passateci il termine – anche Louie si compone quasi esclusivamente di sketch comici, momenti di stand-up e segmenti diversi che si intrecciano tra loro senza apparentemente un ordine di continuità. Guest star e personaggi ricorrenti fanno di tanto in tanto delle apparizioni speciali, magari interpretando versioni di se stessi che incrociano la vita del protagonista.
La serie tv è diventata soprattutto famosa per l’umorismo sagace, che non le manda a dire e per la sua capacità di affrontare argomenti tesi come la genitorialità, la solitudine, l’ansia, la mortalità, il fallimento e la ricerca del senso della vita. Sono tutte tematiche affrontate in maniera riflessiva, contrariamente all’umorismo, talvolta schiacciante, di Seinfeld.
Better Things è la versione al femminile di Louie ma non limitatevi mai a definirla solo così. Creata da Louis C.K. ma stavolta insieme a Pamela Adlon, che veste anche i panni della protagonista, la serie tv è uno spaccato di vita reale, nudo e crudo sulle sfide dell’essere una madre single e lavoratrice ai giorni nostri. La trama segue la vita di Sam Fox, un’attrice di mezza età e mamma di tre figlie che tenta con tutte le forze di trovare un equilibrio tra la vita professionale e quella privata. La prima differenza tra i due show è visibile già nell’ambientazione. Se Louie ha luogo nell’ansiogena New York, Better Things si svolge nell’assolata Los Angeles, dove la superficialità è un vizio e il successo una virtù. La nostra protagonista, anche in questo caso, non ricalca il classico stereotipo sull’attrice di successo, donna appagata e sicura di sé. Sam è una donna normalissima dal carattere tridimensionale e dalla vita incasinata: dal rapporto altalenante con la madre, alle incomprensioni quotidiane con le tre figlie. La serie è stata molto apprezzata proprio per la sua rappresentazione sincera delle sfide quotidiane, che la maggior parte delle persone affrontano.
Diversamente da Louie, Better Things alterna in maniera equilibrata una trama verticale che si sviluppa nel corso delle stagioni a una trama orizzontale, fatta di piccoli momenti di vita quotidiana.
L’umorismo sottile e spesso cinico non è dunque il protagonista assoluto dello show, disponibile su Disney +, ma condivide il palcoscenico con momenti toccanti ed emotivi. Pamela Adlon è una protagonista brillante, la cui voce roca e graffiante non risulta mai monotona. Al contrario, l’attrice riesce, a volte proprio solo con la voce, a trasmetterci perfettamente gli stati d’animo del suo personaggio. Mettendosi in dubbio, confrontandosi con colleghi e amici e aprendosi alle domande delle figlie, Sam ha un margine di evoluzione e miglioramento sconosciuto ai personaggi di Louie e Seinfeld.
Decidere quindi quale delle due serie tv sia meglio è una scelta che spetta al singolo spettatore. All’umorismo senza filtri e alla visione malinconia di Louie si oppone la comicità graffiante e la sensibilità toccante di Better Things. Entrambe sono nettamente orientate verso una rappresentazione realistica della vita e delle sue mille contraddizioni ma il filtro utilizzato per raccontarla è decisamente diverso l’uno dall’altra. Sebbene le serie tv abbiano lo stesso antenato seriale di tutto rispetto, risultano inevitabilmente influenzate dalle punti di vista personali e artistici dei loro creatori. Così Louis C.K. ha creato un personaggio simile a se stesso e si concede di spaziare tra argomenti etici e filosofici, mentre Pamela Adlon interpreta un personaggio vagamente ispirato alla sua vita ma che non è lei e, per tale motivo, preferisce concentrarsi sulle sfide di una qualsiasi madre single e lavoratrice.