8) Buona caccia
Giusto e sbagliato si confondono e diventano un’unica cosa in questo episodio dai toni orientali. La tragedia del progresso, in questo racconto distopico, ci pone di fronte a un interrogativo: è giusto credere a tutto ciò che ci viene detto?
Difficile dare una risposta a questa domanda, senz’altro sarebbe il caso di farsi una propria idea, toccando con mano le cose. Gli spiriti della natura sono visti come creature malvagie agli occhi degli uomini, che le uccidono senza pietà. Eppure non c’è cattiveria in loro, ma il banale e necessario istinto di sopravvivenza.
Ciò che invece è apparentemente malvagio è la cecità dell’uomo di fronte al suo fittizio benessere. In questo episodio, il progresso distrugge ogni forma di vita spirituale e magica nel mondo. È l’espressione di un’anima sudicia di un uomo che come un virus si impadronisce di ogni cosa a suo piacimento.
La vendetta non tarderà ad arrivare e, grazie alle diaboliche creazioni umane, ciò che un tempo era una creatura magica diventa una macchina da guerra. Schiava dell’illusione di poter tornare ciò che è sempre stata. Un episodio in cui i cacciatori divengono prede e il cerchio si chiude in un uroboro infinito.