È arrivata come un fulmine a ciel sereno, o forse sarebbe meglio dire: come un piccolo regalo ben incartato. Love, Death & Robots rievoca in noi questa immagine: un souvenir come tanti nell’oceano di tanti altri oggetti esteticamente più accattivanti. Spesso, passando di fronte a una vetrina lo ignori. Oppure neanche lo prendi in considerazione se ti limiti a guardarlo. Se invece decidi di osservarlo, scopri che quell’oggetto, apparentemente di poco valore, è in realtà una perla dal valore inestimabile.
Con questo non vogliamo certo dire che Love, Death & Robots sia un prodotto per pochi. Anzi, lo show è un prodotto per tutti, ma con un occhio di riguardo per i pochi. Il pubblico che cerca il diverso, la novità. Quella novità che possa far riflettere e scavare in profondità. Questo lo rende originale, lo rende speciale.
Un titolo unico nel suo genere nel panorama del piccolo schermo. Un panorama in cui le serie tv funzionano a compartimenti stagni: stesso stile, stesse storie, stesse morali. Sempre uguali nel corso delle stagioni. Love, Death & Robots ribalta tutto. Confezione mai uguale, stili di animazione diversi, linguaggi a volte distantissimi fra loro.
Una piccola rivoluzione.
Noi non potevamo che esserne entusiasti, perché la vetrina di Netflix spesso propone piccole perle nascoste, ma non sempre sono ben incartate. Bisogna scovarle, anche con difficoltà, tra i migliaia di titoli in catalogo. Invece Love, Death & Robots no. Lo show è stato pubblicizzato subito tra le ultime uscite. Emanava una tetra luce punk, già dal titolo e dall’immagine di lancio. Voleva la nostra attenzione, voleva il nostro interesse, e di conseguenza la nostra penna.
Il regalo è davvero ben incartato, una meraviglia per gli occhi. Un’animazione curata nei minimi dettagli, episodio dopo episodio, la quale con una leggera ma precisa analisi cerca di dialogare con noi. Lo fa su vari livelli, a seconda del tipo di conversazione che noi stessi vogliamo avere con lei. Vuole osare e nel farlo stupisce gli occhi di chi lo guarda con un incarto diverso a ogni episodio. Mai banale, tecnicamente magistrale, anche nella sua semplicità. Soprattutto nella sua semplicità.
Con Love, Death & Robots, Netflix tenta di portare alla ribalta due cose estremamente bistrattate nel mondo del piccolo schermo: l’animazione e i corti. Unisce questi due tesori, con un collante di originalità mai vista prima d’ora. O meglio, già vista singolarmente, o in qualche festival, ma raramente in streaming. Il modo migliore per farlo è deliziare i sensi dello spettatore poco alla volta, in modo da abituarlo e catturarlo, senza controindicazioni.
Gli episodi sono adatti a una pausa pranzo, con una durata dai 6 ai 16 minuti. Intrattengono senza apparenti pretese e sono veloci da ingoiare, proprio come il tempo che si ha a disposizione. La forza di un corto risiede proprio in questo: riuscire a raccontare qualcosa in poco tempo. Riuscire a farlo nel minor tempo possibile, è una sfida senza esclusione di colpi.
In Love, Death & Robots tutti gli episodi si sfidano ferocemente tra loro e si interfacciano a un tipo di spettatore e di occhio diverso.
Abbiamo per la prima volta, davanti ai nostri occhi, un prodotto inclassificabile e completamente originale. Potremmo definirlo un cyberpunk distopico, alla luce del fatto che il filo conduttore che lega ogni episodio, ovvero il tema dello show, è un futuro prossimo in cui l’umanità non ne esce dipinta nel migliore dei modi.
Tuttavia non esiste un genere e una narrazione omogenea per tutti e 18 gli episodi. Una modalità completamente inedita in campo seriale prima d’ora. Saremo sinceri, questa non è una recensione. È un tributo a uno show (a nostro avviso) meraviglioso. E con questo tributo è doveroso chiedersi a cosa siamo abituati. Perché dietro ogni grande merito esiste un motivo, una riflessione da porsi. La stessa riflessione che Love, Death & Robots ci regala in alcuni episodi.
Che sia la sgangherata analisi (fanta)politica di Alternative Storiche, in cui si immaginano modi esilaranti per uccidere Hitler. O la struggente parabola dell’astronauta Tom in Oltre Aquila. O ancora il lucido ma altrettanto comico paradosso che vede la nostra società assoggettata a uno yogurt illuminato (Il dominio dello yogurt). Ma anche la commovente storia del misterioso e geniale pittore Zima Blue.
Love, Death & Robots fa questo: ci invita a una riflessione, facendo dell’ottimo intrattenimento. Per questo motivo è la serie che mancava nel panorama Netflix, ma non solo. Per la sua originale commistione di fantascienza, comicità, distopia e azione, tutto nella splendida confezione del corto animato, è il prodotto che mancava nel panorama seriale.