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La prima stagione di Love Life è la nostra normalissima storia

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Attenzione: evitate la lettura se non volete imbattervi in spoiler sulla prima stagione di Love Life

Love Life è un titolo ambiguo, esattamente come quell’inquadratura di Anna Kendrick visibilmente incinta, che appare alla conclusione del primo episodio. Che si intenda “amare la vita” oppure ” l’amore di una vita” è probabile che vedendola camminare fra le strade di New York all’ottavo mese di gravidanza, chiunque abbia pensato che alla fine anche Darby avesse trovato l’anima gemella. In realtà non è così, anzi il lieto fine arriva, ma non è esattamente come quello che ci eravamo immaginati da quel frame. E infatti Love Life non parla di amore, o meglio si, ma soprattutto di quello che capita in una vita, anche a causa dell’amore. Prendendosi una certa libertà, si potrebbe tradurre con “Amore per la vita” lasciando allo spettatore la possibilità di decidere quale fra le due valenze dargli.

Tutti vogliono una bella vita, piena di amici, affetto, amore e bei ricordi, ma bisogna essere consapevoli del fatto che non è possibile vivere esclusivamente una sequenza infinità di felicità. Love Life racconta di quante ombre ci sono ai lati di un raggio di sole, ma alla fine del decimo episodio, regala comunque uno straordinario senso di sollievo. Perché ci dice quello che segretamente speriamo per noi stessi e cioè che alla fine, nonostante tutto, ogni cosa andrà bene.

La storia raccontata nella prima stagione di Love Life, presa in esame in questo articolo (la seconda merita un discorso a sé), cavalca il successo di molte serie già viste, dalla storica Sex and the City, alle più recenti Younger o Modern Love. Sono serie in cui le protagoniste sono spesso donne, sulla trentina, che si arrabattano fra lavori precari, coinquilini, affitti bloccati, grandi amicizie e l’incessante ricerca dell’amore o più in generale, di un posto nel mondo in cui realizzarsi. Funzionano sempre e uno dei motivi è probabilmente l’alto tasso di immedesimazione che permettono. Darby Carter passerà attraverso alcune tappe della vita che, riguardandole, sembrano quasi obbligate, fino a un finale atteso, ma che arriva quando ormai nemmeno ce lo aspettiamo più. Insomma Love Life è un po’ la storia di chiunque.

Love/Life

C’è la delusione causata dal ragazzino arrogante al liceo. Niente di così originale. Probabilmente è successo a tutti, durante quel complicato periodo della vita chiamato adolescenza, di subire l’umiliazione di incontrare qualcuno che ci tratta come un giocattolo. Love Life parla d’amore, ma soprattutto di vita e l’episodio dedicato a Luke Ducharme è un’ottima occasione per pensare a un altro sentimento che spesso ci portiamo dietro a lungo: la vergogna. È un’emozione complicata la vergogna, perché assomiglia a un fuoco difficile da spegnere anche a distanza di molto tempo e che quindi, in qualche modo, ci costringe a rimanere sempre dolorosamente attaccati al passato. In realtà quel fuoco è alimentato dalla silenziosa speranza che l’altro ammetta le sue responsabilità, ma più il tempo passa più è improbabile che ciò avvenga. Quanti si riconoscono? Darby scioglierà questo nodo della sua vita, nodo che non le permetteva veramente di sentirsi libera nelle relazioni, perché inconsapevolmente convinta di non meritarsi niente di buono. D’altra parte volgere sempre lo sguardo al passato ci impedisce di vedere con chiarezza il presente. Le basterà affrontare il ricordo riscrivendolo, sovrapponendoci un Luke Ducharme adulto, ma ugualmente str***o, da cui però non si lascerà sopraffare, dimostrando a se stessa di riuscire ad avere il controllo sugli eventi.

La successione degli episodi è davvero indovinata perché dopo questo avvenimento lascerà il marito, lasciando posto alla puntata dedicata a Claudia Hoffman, sua madre. Se l’adolescenza è un momento delicato, l’infanzia è quello che determina sotto molti punti di vista, che tipo di adulto sarai. Il rapporto con le figure genitoriali è lo stampo dentro al quale cercherai di incastrare tutte le altre relazioni, ne consegue che crescendo sarà meglio averne molta cura. Non tutti i bambini pensano, come Darby, di non essere voluti dai genitori, ma è molto comune l’ingenuo pensiero di ritenerli infallibili. Ancora una volta ricordi dolorosi legati ai genitori tengono la protagonista ancorata al passato, ma riuscirà a svincolarsi quando capirà che anche sua madre è fragile, che ha sbagliato, nelle azioni e nelle parole, che soffre l’età che avanza, il sentirsi sola e la sensazione di inutilità. È possibile perdonarla perché imperfetta anche se è una mamma, un genitore, il primo punto di riferimento.

Guardando Love Life si ha l’impressione che il vero nemico sia il tempo, il passato che ci impedisce un presente capace di costruire un futuro, ma banalmente il sollievo avviene quando si vedrà la soluzione a molte situazioni conosciute da chiunque, la più classica delle quali è quella che prevede la risalita una volta raschiato il fondo.
Love/Life

Magnus è l’uomo inizialmente perfetto: generoso, spontaneo, solido. È l’uomo che puoi presentare a parenti e amici, è l’uomo con cui puoi pensare a dei progetti sul lungo termine. E poi succede che vedi una cosa, una macchia, un difetto, una cosa piccola, che ti convinci sia così insignificante da essere trascurabile. Notarla però avrà un effetto valanga, più la lascerai rotolare più diventerà gigantesca e incontrollabile. Gli eventi si susseguono quasi inconsapevolmente e ti ritroverai sposato con qualcuno che non ha niente a che vedere con la persona che hai incontrato la prima volta. Chi si riconosce anche in questo? È rilevante che la crepa avvenga nel momento esatto in cui i precari lavori di Darby lasciano il posto alla carriera dei suoi sogni, perché l’amore è fatto di tempismo: le relazioni affettive e la vita devono condividere il momento giusto perché possano incastrarsi e funzionare.

L’amore è fatto di tempismo dicevamo e la storia di Darby con Augie Jeong ne è la dimostrazione. Ma per l’ennesima volta Love/Life riesce a raccontare l’imperfezione della vita di ciascuno di noi, mostrandoci la persona giusta al momento sbagliato, che poi diventa la persona sbagliata al momento giusto. È quando Darby si sente completa, con un lavoro appagante, una casa, un bambino, che le sue prospettive su cosa sia prioritario cambiano completamente.

Ed è proprio in quel momento lì, quello in cui pensi che “la” persona tu l’abbia fatta nascere, che incontri invece quella che può incastrarsi con te. Grant arriva nella vita di Darby senza fare rumore, come spesso succede quando si trova qualcuno di giusto per noi. Non si sentono le farfalle nello stomaco, non ci sono fuochi d’artificio, ma la confortante sensazione che in realtà quella persona sia sempre stata lì, come fosse un ovvietà.

Love Life è una serie graziosa e delicata, che ci ricorda come la vita sia un campo minato: ci sono relazioni che possono fare saltare in aria il nostro equilibrio, ma in qualche modo riusciamo sempre a ricucirne insieme tutti i pezzi. La voce fuori campo ci accompagna in una storia che assomiglia a una favola, a un libro da colorare, a una gara di gocce di pioggia sul vetro. Momenti piccoli, che pensiamo raccontino qualcosa di intimo che appartiene solo a noi, ma poi fortunatamente scopriamo che ci avvicinano gli uni con gli altri. Come a dire che anche l’ordinario è straordinario a modo suo.

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