Lui è Gus, lei è Mickey, sono una coppia e hanno una relazione complicata. Lui schiva i guai, lei ci va incontro; sono diversi, spesso non si comprendono, ma è proprio questo che permette loro di crescere insieme. Di loro non se ne è parlato abbastanza ed è normale: in un panorama televisivo ormai saturo di contenuti di ogni genere si rischia di perdere alcune vere perle. Ecco, Love, una serie originale Netflix, è uno di quei capolavori sottovalutati che meriterebbe molta più risonanza mediatica. Non è la classica storia che parla d’amore, ma è il frutto di una scrittura fresca e divertente su due personaggi, che un giorno, in un supermercato, a causa di un portafoglio dimenticato, per un caffè e un pacchetto di sigarette, impattano l’uno sull’altro. Quello che distingue Love è il suo esame senza sconti degli alti e bassi delle relazioni moderne, della confusione delle emozioni umane e della ricerca costante di autenticità in un mondo pieno di finzione.
La serie è stata creata da Lesley Arfin e da suo marito Paul Rust (interpreta anche il ruolo di Gus, il protagonista) e da Judd Apatow, il quale non ha bisogno di presentazioni. Love ha fatto il suo debutto su Netflix nel febbraio 2016 ed è stata trasmessa per tre stagioni prima di concludersi nel marzo 2018. La storia è ambientata a Los Angeles, città-personaggio con le sue strade oscure e i suoi paesaggi pittoreschi, mentre la trama ruota attorno alle vite di Mickey Dobbs (Gillian Jacobs) e Gus Cruikshank (Paul Rust). La prima è una donna eccentrica, indipendente e spesso imprevedibile che lotta con le dipendenze e la sua tumultuosa vita sentimentale. Gus, d’altra parte, è un ragazzo impacciato e uno sceneggiatore in erba dall’animo estremamente gentile.
Prima di parlare dei personaggi, un breve (ma sacrosanto) appunto: i due attori hanno un’alchimia pazzesca.
Uno degli aspetti più interessanti di Love è la sua premura nel ritrarre personaggi e relazioni realistici. Mickey e Gus sono ben lontani dai personaggi perfetti e idealizzati che spesso incontriamo nelle commedie romantiche e di cui ci si stanca presto. Loro, invece, sono imperfetti, commettono errori e lottano con i loro demoni personali. Gus è un personaggio che incarna molti stereotipi del nerd. È appassionato di cinema, ne ha una conoscenza approfondita e lavora in un set cinematografico. Anche se la sua aspirazione è quella di diventare uno sceneggiatore di successo, fa da tutore e insegnante per un’attrice adolescente di Witchita, una fantomatica serie televisiva. Gus, soprattutto all’inizio, è dipinto come un uomo ingenuo e inesperto, specialmente nelle dinamiche relazionali. Questo lo rende vulnerabile e suscettibile a situazioni imbarazzanti e incerte. La sua mancanza di esperienza amorosa è un elemento chiave delle prime stagioni. Nella puntata pilota, ad esempio, convive con una ragazza, ma manca chimica, intesa fisica. Ovviamente, lui non è un personaggio piatto e nel corso delle stagioni si evolverà, dimostrando di affrontare le sfide che gli pone dinnanzi la vita con maggiore maturità. Questa crescita personale è uno degli aspetti più significativi della sua caratterizzazione.
“Le persone cambiano, ma in realtà no, non cambiano. Solo diventano più se stesse.”
Mickey è una donna indipendente e non convenzionale, che lotta con i suoi demoni interiori e quelli dell’alcolismo. “Tormentata” è la parola che forse la descriverebbe meglio. Lei è il vero motore della narrazione, soprattutto per via di uno dei suoi tratti più riconoscibili: la complessità caratteriale. È una persona che si confronta apertamente con le sue emozioni, che siano positive o negative. Questa complessità la rende un personaggio molto reale e umano, poiché affronta la rabbia, la tristezza, la felicità e la confusione in modo schietto e autentico. Cerca di liberarsi dal vortice della dipendenza e da comportamenti autodistruttivi e la vita relazionale non la aiuta di certo. Prima di salire sulle montagne russe dell’amore con Gus, vive con un ragazzo immaturo, un’anima persa o che non si è ancora trovata, con cui si trova bene solo sotto le lenzuola. A lavoro, in una stazione radiofonica, le cose non vanno meglio, il suo capo è un tipo difficile, spesso arrogante, pusillanime e vanitoso.
Poi c’è un rapporto non facile con la sua famiglia d’origine, al quale si contrappone però l’amicizia con Bertie, la sua coinquilina australiana, un legame molto più sincero, ma a tratti complicato. Sono sfumature del personaggio che mostrano come le esperienze passate abbiano influenzato il suo comportamento e le sue scelte. Facile intuire come le relazioni in Love sono ben lontane dall’essere convenzionali, perché mostrano la confusione e l’imprevedibilità delle connessioni. Mickey e Gus affrontano numerose sfide nella loro relazione, dalle insicurezze personali alle pressioni esterne, questo perché la serie non esita ad affrontare gli aspetti scomodi e difficili dell’amore, rendendola una rappresentazione onesta e rinfrescante del romanticismo moderno.
“L’amore è una merda, ma forse è una merda speciale”
Strano che questo non abbia stuzzicato la curiosità e l’attenzione del grande pubblico. Probabilmente il titolo della serie ha fuorviato i potenziali spettatori, che credevano di trovarsi dinnanzi a una commedia romantica, genere che negli ultimi tempi non pare passarsela bene, soprattutto per le solite dinamiche proposte. Ci sono delle eccezioni, ça va sans dire.
Una classica commedia romantica invita lo spettatore a sognare l’anima gemella e a credere nel famoso colpo di fulmine. Non descrive la realtà per come è, crea una sorta di bolla che rende lo spettatore appagato ma estraniato. A questo punto, pare pure ridondante dirlo, tutto questo in Love non c’è, dato che si sfidano le convenzionali nozioni di romanticismo.
Ci ricorda che l’amore è disordinato, complicato e raramente si conforma alle storie da fiaba a cui siamo abituati. Questo approccio alla narrazione spinge a riflettere sulle proprie relazioni e aspettative, stimolando una prospettiva più sfumata e realistica sui nostri legami. Inoltre, questa rappresentazione concreta e realistica affronta temi scomodi come quelli della dipendenza e del recupero, che sia dall’alcol o dal sesso. Il percorso di Mickey, in particolare, funge da eco in coloro che affrontano (o lo hanno fatto in passato) sfide simili, offrendo un senso di comprensione spesso assenti in altri prodotti di questo genere. Forse proprio questi temi complessi potrebbero non aver incontrato l’interesse degli spettatori, specialmente quelli che cercano serie tv più leggere o divertenti.
Probabilmente le ragioni della scarsa considerazione è da rintracciare in altre motivazioni. Che siano i personaggi troppo complessi e tormentati a non aver simpatizzato con lo spettatore che non si è rispecchiato? Oppure semplicemente Love è stata ideata e creata per un pubblico più di nicchia, un gruppo di pochi eletti con gusti specifici? D’altronde non tutte le sitcom sono destinate a raggiungere la massa. Probabilmente tutti questi sono gli ingredienti di una ricetta che non hanno permesso a Love di non essere largamente considerata. Oppure può darsi, molto più semplicemente, che il panorama dei contenuti in streaming è saturo, c’è una vasta concorrenza di prodotti di alta qualità. Potrebbe, vista così, essere stato difficile per Love emergere in mezzo a tante altre opzioni disponibili per gli spettatori.
Tuttavia, la sua profondità, autenticità e dedizione nell’esplorare le complessità delle relazioni umane la rendono una gemma nascosta che merita molto più riconoscimento. Che tu sia un fan delle commedie romantiche o semplicemente ami le narrazioni che fanno riflettere, Love offre un’esperienza visiva Netflix unica. La serie naviga abilmente l’equilibrio tra commedia e dramma. Mentre presenta momenti divertenti, si addentra anche in territori emotivamente profondi. L’umorismo spesso deriva dalle imperfezioni dei personaggi e dai loro tentativi di navigare nelle complessità della vita e dell’amore. È questo delicato equilibrio che rende Love così coinvolgente; non si tira indietro nell’esplorare gli aspetti più oscuri della natura umana, ma offre comunque momenti di genuina ilarità. Mentre celebriamo la diversità di voci e storie nella televisione moderna, Love è un testamento al potere della narrazione nel mettere in discussione le nostre percezioni e nel toccare i nostri sentimenti. Quindi, se stai cercando una serie che vada oltre i cliché e approfondisca il mondo disordinato e splendido dell’amore, dai una chance a Love. È un viaggio degno di essere intrapreso e che potrebbe lasciare un’impronta duratura nel tuo spirito.