Vai al contenuto
Home » Lucifer

Lucifer ha risolto tutti i problemi degli ultimi episodi: la Recensione della 5B

Ma prima di continuare con la lettura abbiamo entusiasmanti novità da condividere con te. A breve sarà disponibile Hall of Series Plus, il nostro servizio in abbonamento che ti permetterà di accedere a moltissimi contenuti esclusivi e in anteprima.

Inserisci il tuo indirizzo email e clicca su ‘Avvisami’ per essere notificato quando Plus sarà disponibile.

* campo obbligatorio

Attenzione: l’articolo contiene spoiler su Lucifer 5B.

Ci sarebbe voluto un intervento divino per risolvere quelle perplessità che Lucifer 5A ci aveva lasciato e così è stato: ci ha pensato Dio. Letteralmente. I primi otto episodi della quinta stagione si erano conclusi con l’intervento del padre di Lucifer, Michael e Amanadiel, un cliffhanger carico di promesse. Sì, perché anche i fan più affezionati della serie erano rimasti in parte delusi dal livello della 5A, troppo lontano da quello delle stagioni precedenti. Lucifer sembrava non essere più Lucifer: il tono della serie era diventato improvvisamente serio, anche troppo per una produzione che di solito fa dell’ironia uno dei suoi elementi chiave. Senza contare che il personaggio di Michael, il gemello cattivo (sempre che il diavolo possa avere un gemello cattivo) del protagonista aveva lasciato interdetto il pubblico. Poca originalità, un espediente narrativo visto e rivisto. La serie sembrava quindi condannata alla maledizione delle produzioni lunghe, in cui la qualità va via via scemando. Poi è arrivato Dio.

Lucifer 5B si apre con una cena di famiglia talmente bizzarra da essere normale e rimette in tavola i piatti forti dello show.

Lucifer 5B

Nelle prime stagioni di Lucifer, si è spesso parlato di Dio. Come sarebbe potuto avvenire il contrario, del resto? Però, forse, nessuno immaginava che il Padre dell’universo sarebbe sceso dal cielo per approdare al centro delle vicende dell’amata serie Netflix. L’introduzione imprevista di questo personaggio è stata solo la prima delle molteplici mosse originali di questa seconda parte di stagione che sembra essere riuscita dove la prima aveva tentato e fallito.

Il primo episodio funziona alla perfezione come biglietto da visita di questa Lucifer 5B. Le reazioni di Linda e Daniel quando si accorgono di essere davanti a Dio, ad esempio, fanno respirare di nuovo quella frizzante aria ironica che era tanto mancata e che sarà presente in tutte le 8 puntate, controbilanciando i momenti più intensi e dolorosi. E durante la cena di famiglia, vengono anche introdotte le tematiche principali della 5B: il confronto tra umanità e divinità, due mondi apparentemente lontani, ma così simili; il ruolo genitoriale e, nello specifico, il rapporto padre-figlio; e l’importanza di dire ti amo, non soltanto all’interno di una relazione sentimentale, ma in qualsiasi relazione affettiva.

Tre fili conduttori, dunque, che danno a questa metà stagione una base di coerenza e coesione, oltre a riportare sullo schermo le grandi tematiche che Lucifer ha trattato in particolare nelle prime stagioni.

Fondamentale per la buona riuscita di Lucifer 5B è anche la scelta dei personaggi su cui focalizzare l’attenzione.

Come detto nell’introduzione, la prima parte aveva fatto leva su Michael, un personaggio che in realtà aveva stancato in fretta. Nella 5B, il gemello di Lucifer scompare per la maggior parte degli episodi e in un certo senso Dio prende il suo posto. Un Dio simpatico, che cerca di riallacciare i rapporti con i figli e prepara una grigliata di addio quando decide di andare in pensione. Ma può Dio smettere di lavorare? Attorno a questa imprevista premessa si snoda la trama, che alterna momenti di azione a un’analisi profonda e dettagliata dei personaggi.

Ma non è tutto, già sappiamo che nella serie ha sempre avuto grande spazio l’introspezione dei protagonisti. Lucifer 5B aggiunge qualcosa di nuovo perché pone i personaggi in situazioni che non avremmo mai immaginato: basti pensare a Linda sospettata di omicidio, a Ella che pensa di essere cattiva, a Maze che quando finalmente ottiene un’anima non la vuole più o a Daniel che grazie a un intero episodio su di lui ci mostra lati del suo carattere che ancora non avevamo visto.

La luce di novità gettata sui personaggi corrisponde anche alla ricerca di nuove formule narrative come era successo nella prima parte (l’episodio in bianco e nero e il metateatro), ma in maniera più efficace. Il primo esempio è senz’altro l’episodio musical, strategicamente messo dopo il primo episodio in modo da non interrompere poi la successione più intensa di eventi che avviene dopo. Un episodio divertente e inaspettato (è Dio stesso che fa partire il karaoke a piacimento) che funziona per un motivo in particolare: non interrompe la narrazione. Spesso in episodi speciali ci si allontana dalle vicende principali, ci si ritrova davanti a dei filler. Qui non avviene, anzi: momenti intensi e (sulla carta) seri, vengono affrontati in modo spassoso.

L’altro esempio riguarda l’episodio su Daniel Espinoza, una sorta di Truman Show a cui però Daniel e lo spettatore credono veramente, che culmina con una battaglia drammatica… che si trasforma in uno scherzo, lasciando tutti di stucco.

lucifer 5B

E uno dei segreti vincenti di Lucifer 5B è proprio la capacità di sorprendere con plot twist ben architettati, nel bene e nel male.

Gli episodi più forti di Lucifer sono sempre stati quelli dove accanto alla risata c’è il momento in cui si deve correre a prendere un fazzoletto, quegli episodi dove un attimo prima stai ridendo e l’attimo dopo ti si spezza il cuore. E qui è successo di nuovo: la morte di Daniel Espinoza. Chi se la sarebbe aspettata? Un momento drammatico tanto efficace proprio perché del tutto imprevisto. Così come non ci si sarebbe mai immaginati la storia della figlia di Linda, che è stata gestita sorprendentemente bene. Perché in cinque stagioni non abbiamo mai saputo nulla di una figlia di Linda data in adozione? Una domanda lecita, che però non fa crollare la buona riuscita dell’episodio. Un elemento aggiunto tardi alla trama, ma ben collocato.

L’impressione è che in Lucifer 5B tutto torni a funzionare, dai dialoghi alla trama, dalle tematiche ai plot twist. La conseguenza è un innalzamento del livello e della qualità che fanno ben sperare per la sesta e ultima stagione. E una grande metà-stagione ha avuto un altrettanto grande finale che ci ha addirittura portati in Paradiso. Ma non solo. Ci ha messo di fronte a un interrogativo che non ci saremmo mai sognati di porci: cosa succede quando è il diavolo stesso a diventare il nuovo Dio?

Si sono ribaltate tutte le prospettive, si sono scardinati tutti i preconcetti legati al mondo biblico. Prima Dio che fa un passo indietro, che non vuole più essere Dio perché ha conosciuto il mondo degli umani, ha provato dolore e ha provato paura per la prima volta, rendendosi conto di non aver mai compreso appieno l’umanità. Poi Lucifer che diventa la scelta migliore, che risulta l’unico che potrebbe prendere davvero il posto di Dio. Non l’apparentemente perfetto e buon Amanediel. No. Il diavolo, il re degli Inferi, colui che solo sulla Terra, tra gli uomini, ha scoperto cosa fosse il vero inferno. Le premesse per una divina stagione finale ci sono tutte.

lucifer 5B

Ma questa stagione – come le altre – non sarebbe stata la stessa senza Tom Ellis e, paradossalmente, a volte ce ne si dimentica.

Non possiamo concludere questa recensione senza ribadire ancora una volta quanto Tom Ellis sia la colonna portante dello show. E no, non è così scontato. Spesso si pensa soltanto all’immagine dell’attore, ma la realtà è che se Tom Ellis avesse avuto solo presenza scenica la serie non avrebbe mai funzionato. Tom Ellis è un attore di talento che anche in questo caso ha dimostrato versatilità e capacità. Non smette mai di stupire, a ogni stagione ci mostra un nuovo volto di Lucifer e contribuisce in modo davvero rilevante a rendere la serie quello che è.

LEGGI ANCHE – 30 disagi che solo un vero fan di Lucifer 5 può capire