La settima puntata della nuova stagione di Lucifer, Il nostro potere, si apre decisamente alla grande, soddisfacendo finalmente tutte le aspettative dei fan.
Lucifer e Chloe hanno deciso di fare sul serio e di diventare una coppia a tutti gli effetti. Ma noi, reduci da quattro movimentate stagioni, sappiamo già che la cosa non può essere così semplice. Per tanto tempo abbiamo aspettato che arrivasse il momento in cui Lucifer sarebbe riuscito finalmente a conquistare la sua detective e, dopo tante peripezie, sembra ancora tutto troppo semplice.
E infatti i problemi arrivano subito.
Ancora una volta il nostro diavolo preferito si rende conto che con Chloe è totalmente vulnerabile. Ora, oltre al fatto che in sua presenza può essere ferito, si ritrova anche privato del suo potere più caratterizzante: non è più in grado di scoprire i desideri più reconditi delle persone. E, incredibilmente, sembra che la detective abbia questo potere su di lui.
Dopo tanto tempo a sognare il momento in cui sarebbe riuscito a coronare il suo sogno d’amore, Lucifer si rende conto, per la prima volta, di avere davvero paura. Davanti a Chloe si sente debole, umano. Ed è una cosa che non riesce assolutamente ad accettare, malgrado la detective cerchi di convincerlo che sentirsi vulnerabile in una coppia sia la normalità e che possa avere anche dei lati positivi.
Ancora una volta, dunque, la serie riesce a indagare le dinamiche del desiderio, dell’amore e del sentimento attraverso molteplici e brillanti metafore che mettono in evidenza come, paradossalmente, l’elemento apparentemente più “forte” della coppia possa invece essere quello più timoroso e spaventato all’idea di perdere il controllo, forse proprio perché si ritrova incapace di gestire l’intensità dei sentimenti che prova. Sentimenti accentuati anche dal fatto che per anni ha desiderato il momento in cui sarebbero stati finalmente ricambiati. E infatti, con sommo stupore, vediamo Lucifer che si ritrae davanti all’amore della detective, il cui sconcerto riflette il nostro.
Come è possibile che dopo tanto tempo passato a sperare, dopo millenni passati nell’Inferno sognando la donna amata, il nostro diavolo possa avere dei ripensamenti? Eppure, purtroppo, è proprio così: Lucifer si chiude all’interno della sua corazza, spaventato all’idea di essere completamente, inevitabilmente esposto al mondo. Se era riuscito ad abituarsi all’idea di essere mortale in presenza di Chloe, proprio non riesce ad accettare l’idea di essere privato del suo potere e che, soprattutto, sia la donna ad esercitarlo su di lui, mettendosi così in una posizione di superiorità che lo spiazza.
Da contraltare alla relazione fra Lucifer e la detective subentra una nuova coppia: quella formata da Ella Lopez e dalla sua nuova fiamma, il timido giornalista Pete. I due sembrano incredibilmente affiatati e funzionano perché, testuali parole, “si danno potere a vicenda”. Parole che incutono ancora più timore a Lucifer, sempre più chiuso in se stesso e addirittura infastidito dai tentativi di Chloe di farlo sentire forte e a suo agio.
A queste dinamiche relazionali si affianca la storyline investigativa legata al “killer del sussurro”: un brutale assassino che uccide le donne tagliando loro le corde vocali, per poi lasciare fra le mani delle vittime un mazzo di gigli bianchi. E, anche in questo caso, sembra che tutto si riconduca alle vicende personali di Lucifer: pare che il desiderio dell’uomo sia quello di togliere loro potere. Lo stesso potere che Chloe sembra inconsapevolmente sottrarre al diavolo.
La vicenda investigativa è estremamente avvincente e sapientemente costruita. Coinvolge lo spettatore fin da subito, sia per trovate narrative interessanti ed originali, come l’apparente mancanza di filo conduttore che lega le vittime, sia per i riferimenti cinematografici sapientemente distribuiti per attirare l’attenzione dei cinefili più sfegatati. Una delle sequenze più adrenaliniche dell’episodio, infatti, è ambientata all’interno di un condominio che riproduce fedelmente gli interni dell’Overlook Hotel di Shining.
A tutto questo si aggiungono anche le linee narrative di Dan, devastato per la morte di Charlotte e terrorizzato all’idea di non poterla ritrovare in Paradiso, essendo lui destinato all’Inferno, e quella di Maze, ancora sconvolta dalla partenza di Eve. Nonostante sia un demone e quindi abbia ben poco di umano, qui Maze viene mostrata incredibilmente fragile. Per la prima volta nella sua vita desidera un’anima, vuole provare davvero dei sentimenti ed essere in grado di amare. E chi si rende conto della sua straordinaria crescita è nientemeno che Amenadiel: l’angelo ammette infatti che Maze ha compiuto un grande percorso, rivelandosi anche nei suoi aspetti più fragili e complessi, diventando così migliore di ciò che era. E, come nel caso della detective, che esprime tutto lo sconcerto dello spettatore verso l’improvviso cambio di rotta di Lucifer, anche in questo caso i pensieri dello spettatore sono delegati ad Amenadiel, che riconosce la grande evoluzione di quello che è uno dei personaggi meglio costruiti della serie.
Certo, tutte queste storyline, che trattano peraltro tematiche molto importanti, potrebbero risultare dispersive. Eppure, la sceneggiatura ben costruita, unita a un sapiente lavoro di regia, riescono ad orchestrare il tutto in maniera estremamente coerente e semplice da seguire. Anche la scena di Dan al cimitero, che potrebbe inizialmente risultare avulsa dal contesto, risulta poi fondamentale ai fini della trama, oltre che necessaria per poter costruire un finale “con il botto”, perfetto per tenere lo spettatore incollato allo schermo.