Lucifer è ufficialmente tornata con una stagione che ha stregato il pubblico. Tanti sono stati i giudizi positivi che hanno decretato la 5A come una delle stagioni (per ora) più belle.
Effettivamente il lavoro fatto in questa prima parte della serie merita: i momenti leggeri e ironici hanno fatto spazio a una visione piacevole, i protagonisti – grazie a queste prime otto puntate – vengono visti crescere ancor di più, imparando qualcosa minuto dopo minuto. Lucifer appare lo stesso di sempre eccetto per il suo lato razionale che sembra aver fatto un passo in avanti. Perfino la detective in questa stagione riesce a svestire quei soliti panni seriosi e perennemente politicamente corretti, facendoci notare un importante cambiamento positivo.
Ma nulla è perfetto e Lucifer non fa eccezioni alla regola. Qualcosa è andato storto, e il problema risiede proprio nella trama principale della prima parte. Stiamo parlando di Micheal, il fratello gemello del protagonista.
Bisogna intanto partire da un punto fondamentale: questa stagione è la cosa più vicina al trash che si sia mai vista. Il momento più alto in questo senso è quello conclusivo: il padre di Lucifer – annunciato da una luce bianca che illumina l’ufficio – appare davanti ai figli esclamando “Figlioli, io non voglio che litighiate”, dando vita a qualcosa che ha il retrogusto di ridicolo.
Gli sceneggiatori non si erano mai sottratti all’idea di aggiungere un bel po’ di trash alla serie e dobbiamo ammettere che la cosa ci è anche sempre piaciuta, ma questa stagione ne è la portatrice sana arrivando a vette di esagerazione mai viste finora. Complice di tale risvolto la storia di Micheal, il fratello gemello di Lucifer. Che sia chiaro: l’idea non è sbagliata e la visione della serie va avanti senza troppi problemi, ma quello che ci chiediamo è: si poteva gestire meglio?
La risposta è stata affermativa.
L’antagonista principale della 5A guarda i protagonisti svolgere la propria vita, lo fa da lontano e ben nascosto anche da noi. Il dubbio amletico di questa stagione è sempre il seguente: sarà davvero Lucifer in questo momento? Una scelta del genere da parte degli autori presenta sicuramente un lato interessante: questo non essere mai certi di cosa stia realmente accadendo, se ciò che stiamo guardando sia reale oppure no. D’altro canto, però, ci ha portato spesso e volentieri a renderci diffidenti a tal punto da annoiarci.
Un’idea con grande potenziale ma che alla base si sviluppa soltanto tramite equivoci, apparizioni a cui viene data poca importanza e un finale che sembra improvvisato. Il personaggio di Micheal viene escogitato dalla produzione e buttato all’interno della serie: non viene mai spiegato, non c’è mai un riflettore sull’antagonista ridotto a esistere solo per via di Lucifer. Gli antagonisti – qualunque sia la trama e se studiati bene – presentano (quasi sempre) un lato particolarmente interessante che li può rendere comunque amati dal pubblico. In questo caso sembra mancare tutto, e Micheal appare come un personaggio inventato poco tempo prima di iniziare le riprese con dentro tante idee ma ben poca concretezza lasciando il pubblico totalmente indifferente.
Le prime puntate faticano a ingranare mostrandosi lente e poco coinvolgenti. La narrazione riparte qualche tempo dopo la partenza di Lucifer per l’inferno e la sua assenza – nel mondo normale – viene avvertita non solo dai protagonisti ma anche da noi.
Non è stato un colpo di genio fare delle puntate senza l’umorismo contraddistintivo di Lucifer lasciando la palla solo al resto dei protagonisti.
Eravamo troppo fomentati, avevamo aspettative troppo grandi promesse dagli stessi autori. In parte le hanno rispettate, ma al tempo stesso qualcosa ci ha delusi profondamente e non ci fa fare altro che sperare che nella 5B accada qualcosa che possa stupirci, cosa che è totalmente assente in questa prima parte. Ciò che avvertiamo è la fretta degli autori di far stare finalmente insieme – dopo 4 stagioni – la detective e il diavolo, cosa che abbiamo apprezzato ma che – al tempo stesso – ha esaurito tutte le forze degli sceneggiatori che hanno dimenticato di sviluppare per bene quella che doveva essere la trama principale degli otto episodi.
Molti erano pronti a vedere la quinta stagione e salutare una volta per tutte le storie del diavolo, e questo ha giocato un ruolo fondamentale nell’attesa della serie. Qualcosa che doveva decretare un finale che non arriverà. Una conclusione che si è trasformata soltanto in un’ennesima stagione, finendo col depotenziare – non di poco – tutto ciò che ci eravamo immaginati.