Lucifer è la serie del momento, è indiscusso. Discutibili sono invece, a parer mio, i motivi che hanno portato a una tale fama.
Ho cominciato Lucifer spinta dall’hype generale di questi mesi e non nego di essere rimasta piuttosto basita. Non nascondo, e lo dico fin da subito, che la serie non mi sia piaciuta, come di certo è intuibile dal titolo.
So però, e la cosa un po’ mi destabilizza, di essere una voce fuori dal coro. Tutti acclamano Lucifer tranne me, e la cosa comincia un po’ a puzzarmi. Cosa sapete che io non so? Cosa avete capito che a me è sfuggito?
Perché insomma, un conto è parlare di serie apertamente e aspramente criticate da molti, come era già accaduto in passato con Friends From College. Diverso è invece sparare a zero su una serie che ha dalla sua milioni di fan in tutto il mondo.
Cinque però sono le cose che più di tutte non mi sono andate giù; ho fatto outing, ora però dovete anche ascoltare le mie motivazioni.
1) Una graphic novel che non ha ricevuto giustizia
Lucifer Samael Morningstar, prima di essere il Lucifer nella omonima serie tv, nasce come il personaggio di supporto del fumetto della serie ‘The Sandman’ e successivamente protagonista di vari spin-off a lui dedicati. Pubblicato dalla Vertigo, scritto da Mike Carey e prodotto da DC Comics: un trittico di tutto rispetto.
La serie che vediamo adesso, quindi, altro non è che una trasposizione della meno nota graphic novel e, come tale, porta con sé una serie di aspettative che secondo gli amanti del genere sono state disattese.
Basti pensare al fatto che Neil Gaiman, già creatore di The Sandman, è inoltre padre di American Gods e Good Omens, due nomi che nel panorama seriale hanno un peso non indifferente; peso che purtroppo schiaccia Lucifer a livello qualitativo. Il semplice fatto di inserire Lucifer e American Gods in un’unica frase risulta già antitetico, figuriamoci pensare che sia la stessa penna quella che ha dato vita a entrambe le serie.