Vi sembriamo troppo drastici? Troppo cattivi, forse? Ma no, è davvero l’unica cosa da dire. Michael, uno dei villain principali di Lucifer, è veramente ridicolo. E ci piange davvero il cuore ammetterlo, dal momento che l’interprete rimane per sempre il bravissimo Tom Ellis.
Ma cerchiamo di capire per bene il personaggio di Michael.
Dopo un eccezionale finale, la quarta stagione di Lucifer si è ormai conclusa. Il nostro diavolo preferito è tornato all’Inferno, compiendo un eroico sacrificio per salvare il figlio di Linda e Amenadiel dalle grinfie dei demoni. Separandosi fra l’altro da Chloe, l’unico vero amore della sua vita.
La prima fugace comparsa di Michael si ha nel primo episodio della quinta stagione, Un povero diavolo. Quello che sembra essere Lucifer compare all’improvviso per salvare Chloe da una sparatoria. E, senza troppe spiegazioni, la bacia. Ma c’è decisamente qualcosa che non va. Lucifer non sembra più lui. Non sappiamo dire esattamente di che cosa si tratti. Forse qualcosa nella postura o, più presumibilmente, nello sguardo. E infatti nell’episodio 5×02, Lucifer! Lucifer! Lucifer! ci viene svelata la verità. Lucifer non è tornato dall’Inferno. È Michael, il suo fratello gemello, che ha preso il suo posto sulla Terra.
Prima di addentrarci all’interno di questo plot twist, però, è doveroso ricordare che Lucifer ha già avuto un grande cattivo: Uriel.
Anch’egli figlio di Dio, l’Arcangelo compare nella seconda stagione della serie e, sebbene sia presente in poche puntate, lascia decisamente il segno.
La creatura celeste giunge sulla Terra poco dopo Dea, la madre di Lucifer e di tutti gli altri Arcangeli. Dea, incatenata all’Inferno, è riuscita a liberarsi e ad approdare fra gli uomini entrando nel corpo di una donna appena deceduta per un violento omicidio, con lo scopo di ricongiungersi ai suoi figli. Uriel deve cercarla e catturarla, per riportarla agli Inferi. Davanti alla netta opposizione di Lucifer, che intende ricucire i rapporti con la madre, il fratello arriva dunque al bieco ricatto: se non gli verrà consegnata la madre, ucciderà la detective.
Il punto essenziale è che Uriel, a differenza di Michael, ha delle ottime motivazioni per affrontare Lucifer.
L’Arcangelo è infatti mosso dalla superiore causa di Dio, che vede la madre dei suoi figli come una potenziale e pericolosissima minaccia. Uriel, pertanto, agisce in nome di un equilibrio cosmico che va necessariamente mantenuto. Inoltre la sua venuta comporta un’evoluzione psicologica di tutti i personaggi coinvolti. Amenadiel, combattendo con lui e venendo umiliato, prende coscienza della sua debolezza. Si rende conto che i suoi poteri celestiali lo stanno abbandonando e in una splendida scena, accompagnata dalle note di All Things Lost, si accascia in lacrime contro il muro, mentre le sue ali si sgretolano. Per la prima volta, Amenadiel si rende pienamente conto della sua fallibilità. Una tappa fondamentale per lo sviluppo di uno dei personaggi migliori dello show.
Ma anche l’impatto che Uriel ha su Lucifer non è da meno. Fermamente deciso a proteggere la madre, con la quale vuole ricucire i rapporti, il Diavolo affronta a viso aperto il fratello insieme ad Amenadiel e Maze. Durante la colluttazione, Lucifer uccide Uriel ferendolo con il pugnale di Azrael. Un’arma terribile, in grado di uccider sia corpo, sia anima. Uriel è dunque completamente annientato, ma Lucifer è ben lungi dall’essere sollevato. Anzi, il senso di colpa per aver condannato il fratello all’oblio più totale lo annienta. E sarà proprio questo terribile peso che contribuirà alla crescita del personaggio, regalandogli una profondità che prima di allora non aveva.
Per quanto non sia un main villain, dunque, Uriel ha lasciato un’impronta molto profonda nello show. Ma lo stesso non si può certo dire per Michael.
Come abbiamo già detto, innanzitutto Uriel aveva delle ottime motivazioni per opporsi a Lucifer. Invece le ragioni di Michael, forse, sarebbe meglio non saperle. Come spiega a Maze, il gemello è semplicemente invidioso del diavolo. L’angelo ha udito i fratelli discutere ammirati delle prodezze di Lucifer, che dopo la sua ribellione ha deciso di ritornare all’Inferno di sua sponte, sacrificandosi per la salvezza del figlio di Amenadiel, Charlie. Essendo infatti il bimbo metà angelo, i Demoni lo avevano designato come il perfetto candidato per governare gli Inferi, in assenza del vero sovrano.
Davanti alle lodi sperticate per Lucifer, che si innalzavano da ogni dove nella Città d’Argento, Michael ha provato una forte rabbia. Com’è possibile che il figlio ribelle sia tanto osannato mentre lui, dopo anni di fedele servitù, si ritrovi con un pugno di mosche? Il riferimento alla parabola del Figliol Prodigo è chiara: il giovane ribelle, che si allontana da casa per poi ritornare, viene accolto con tutti gli onori, suscitando le ire del fratello che invece aveva passato anni a servire il padre. Ma al di là dell’affascinante riferimento biblico, Michael non sembra avere una ragione sufficiente per poter andare contro Lucifer. E in sua assenza, per di più. Sì, perché il piano del “gemello cattivo” è semplicemente ridicolo. La sua idea è infatti quella di spacciarsi per Lucifer di ritorno dagli Inferi e distruggergli la vita. E, in particolare, spezzare il cuore della bella detective. Tanto sforzo per un motivo inconsistente, quindi. Perché una simile rivalità tra fratelli, peraltro unilaterale, è decisamente infantile e molto poco adatta a una creatura celeste che, anzi, dovrebbe elevarsi al di sopra dei vizi dei mortali.
Ma Michael non è un villain ridicolo solo per questo. Anche il modo in cui comincia ad attuare il suo piano, è quantomeno discutibile. La sua imitazione di Lucifer non convince nessuno. Amenadiel dopo un attimo di perplessità lo smaschera e lo stesso fa Chloe. Anzi, è Michael che si fa ingannare da lei, peccando di hybris e abbassando la guardia, convinto di averla fatta franca. L’angelo, infatti, non si è neanche preso la briga di studiare per bene la vita e le abitudini di Lucifer sulla Terra, indagandole solo in maniera superficiale. E non solo: se i suoi modi risultano strani, o poco coerenti con il gemello, lui si giustifica dicendo che la lunga permanenza all’Inferno lo ha cambiato profondamente. Cosa che potrebbe anche essere vera, se non fosse che non sono mutati solo i modi, ma anche l’essenza stessa di Lucifer. Ad esempio, chiunque lo conosce sa benissimo che il diavolo non mente. E la prima cosa che fa Michael è raccontare una bugia clamorosa, insospettendo immediatamente la detective. Molto poco credibile, se si pensa che l’angelo è cresciuto insieme al fratello. Com’è possibile che commetta un errore così basilare?
Insomma, Michael non è proprio tagliato per ingannare le persone. E tutto ciò che fa, ogni suo piano, risulta goffo e si conclude con un clamoroso fallimento. Come quando rapisce la detective, che viene immediatamente tratta in salvo da Lucifer. E senza che neppure si spettini.
Ma l’inconsistenza del personaggio di Michael emerge già tutta nell’episodio 5×02, senza bisogno di ulteriori approfondimenti. La sua prima apparizione nello show ci fa già capire che non solo l’angelo è un villain ridicolo, ma è anche trattato in maniera molto superficiale, senza un adeguato approfondimento psicologico.
All’inizio della puntata, infatti, Michael è fermamente deciso a distruggere la vita di Lucifer, costringendolo così a tornare dall’Inferno. Gesto che lo metterebbe in cattiva luce ai “piani alti”. Ma bastano pochi incontri ravvicinati con la detective per fargli cambiare idea. Nel giro di cinquanta minuti di episodio, l’angelo decide che la cosa migliore da fare non è annientare la vita del gemello, bensì prendere il suo posto. Perché si rende conto che la vita sulla Terra è bella e ricca di cose da offrire.
Ora, un simile cambiamento a livello narrativo proprio non funziona. Specie se così repentino. L’angelo era decisissimo a perseguire i suoi obiettivi, non possono essere sufficienti i begli occhioni azzurri di Chloe per farlo tornare sui suoi passi così facilmente.
Insomma, per farla breve, dopo una quarta stagione finita con il botto, i fan si meritavano qualcosa di meglio. Dopo un simile climax ascendente, ci si sarebbe aspettati un villain di maggiore spessore, o perlomeno una motivazione molto più valida per convincere Lucifer a tornare dagli Inferi.
Purtroppo Michael non convince affatto e sembra solo una cosa, per quanto sia triste ammetterlo: un riempitivo. Come se gli sceneggiatori avessero disperatamente cercato una scusa per “allungare il brodo” e non siano riusciti a tirare fuori qualcosa di meglio. Ed è un peccato, perché Tom Ellis ci regala una doppia interpretazione egregia. Ma questo non è sufficiente per riscattare un cattivo fondato essenzialmente (e drammaticamente) sul nulla.