Ogni anno vengono sfornate decine e decine di serie crime più o meno memorabili. In linea di massima sono grosse produzioni americane che vanno avanti da secoli e secoli (vedi i vari CSI o NCIS). Qualche volta si assiste alla nascita di qualche piccola chicca (mi riferisco più alla sempre compianta True Detective o alla recentissima Mare of Easttown). Raramente vedono la luce dei Masterpiece (Mindhunter su tutti). Tuttavia anche il vecchio continente ha finalmente capito quali sono gli ingredienti giusti per un crime degno di questo nome, e sul podio delle migliori serie crime europee (e non solo), ci finisce sicuramente Luther.
Serie britannica di qualche anno fa (il primo episodio risale al 2010 mentre l’ultimo al 2019), Luther si distingue per alcuni piccoli dettagli che la rendono indimenticabile per gli amanti del genere e, ci possiamo scommettere, farà appassionare anche chi non lo è.
Ecco qualche buon motivo per bersi in un sorso solo le 5 stagioni di Luther.
Idris Elba (aka John Luther)
In questa serie è forse avvenuta la vera consacrazione di un attore troppo spesso sottovalutato. Il suo personaggio è irresistibilmente insopportabile e, diciamocelo, a lui viene proprio bene. Come nella miglior tradizione il detective non è né simpatico, né alla mano. John Luther se la cava in una Londra perennemente grigia e piovosa a suon di impulsività e irascibilità. Propenso a forzare qualche protocollo, dotato di una dubbia moralità e maniere discutibili, si destreggia in una vita privata ancora più complicata dei casi che deve risolvere. Eppure riesce sempre ad uscirne più o meno pulito ( ed incredibilmente asciutto).
Ruth Wilson (aka Alice Morgan)
Tanto bella quanto pazza. Ruth Wilson presta il suo volto al personaggio di Alice Morgan, brillante ricercatrice di astronomia, ma purtroppo completamente psicotica. Sono davvero pochi i personaggi femminili cosi forti e ben delineati, sopratutto nelle serie crime. Ma Alice Morgan è davvero speciale. Dotata di una mente così brillante da costituire un enigma impossibile da risolvere. Al vecchio John non rimane che diventarle amico, tanto da stringere con lei un rapporto di collaborazione nel lavoro e di dipendenza nel privato. Il rapporto fra i due costituisce un vero e proprio fil rouge che si snoda dalla prima puntata della serie fino al gran finale. Affascinante e spietata Ruth Wilson,bravissima in questi ruoli un po’ borderline, riesce a portare lo spettatore quasi a simpatizzare con Alice, perfino a giustificarla in qualche occasione. Il che è tutto dire, considerando quello che è capace di fare.
Londra
Se i personaggi principali di Luther presentano dei lati torbidi, Londra costituisce il loro habitat naturale. Il grigiore, la pioggia, il traffico, il freddo, gli scantinati, i cittadini. La città viene caratterizzata come una metropoli plausibile, non del tutto buona e non del tutto cattiva. E l’atmosfera che ne deriva è senza dubbio l’ingrediente fondamentale per ogni crime che si rispetti. I grandi paesaggi urbani uniti all’accento cocney rendono tutto asfissiante, ma proprio quando pensi che non si possa essere più cupi di così, ecco che passa uno sgargiante London Bus a due piani. Il cemento, gli impermeabili e il Tamigi sporco e silenzioso, tolgono la parte patinata e turistica ad una Londra suburbana e pericolosa, ma comunque bellissima. Attenzione, è probabile che durante i titoli di coda sentirai l’esigenza di prenotare un volo di sola andata con la British Airways.
Neil Cross
Forse il nome non dice molto, ma Neil Cross, oltre ad essere l’ideatore e lo sceneggiatore di questa serie, ha saputo fare un ottimo lavoro anche con altre serie inglesi degne di nota, prima fra tutte Doctor Who. Luther presenta una costruzione tipica del genere crime, quindi un’indagine che si conclude nel giro di qualche episodio, a ritmo serratissimo. Ma riesce a coinvolgere lo spettatore portando avanti anche alcune storylines per diverse stagioni. La scrittura di questa serie è oggettivamente opera di una mano talentuosa, la vita di John Luther scivola attraverso 5 stagioni da pochissimi episodi (la quarta per esempio ne presenta solamente due) che le danno un ritmo ancora più concitato e frenetico. Curata in ogni dettaglio, dall’atmosfera londinese alla caratterizzazione dei personaggi. Neil Cross scrive dialoghi secchi e asciutti accompagnati da momenti crudi e da una colonna sonora ad alto impatto (Massive Attack, Nina Simone, Radiohead solo per citarne alcuni). Luther è scritta bene, non c’è nient’altro da dire.
Il Film
Non potrete non affezionarvi al caratteraccio di Luther e alle sue intricatissime vicende personali. E quindi ecco una buona notizia. I rumors più recenti dicono che il colosso dello streaming Netflix abbia acquistato i diritti per un adattamento della serie al grande schermo, creando un lungometraggio che lo vede protagonista. Pare che la regia sia stata affidata a Jemie Pyne, che ne ha diretto fra l’altro, la quinta stagione. Idris Elba, in una recente intervista, ci ha promesso uno di quei bei polizieschi anni ’90, una cosa alla Seven per intenderci. E noi francamente non vediamo l’ora.
Bevetevele davvero in un sorso queste cinque stagioni di Luther, avranno lo stesso effetto di uno shottino a Camden Town. Un po’ forte forse, ma sicuramente divertente.