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Bye Bye Birdie

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Bye bye Birdie
I’m gonna miss you so
Bye bye Birdie
Why’d ya have to go?

Bye Bye Birdie è probabilmente uno dei pezzi più riconoscibili della colonna sonora di Mad Men; tratta dal film – e dal musical – omonimo del 1963, questa canzone lega tre episodi (dal secondo al quarto) della terza stagione della Serie.

A portare Bye Bye Birdie al centro delle vicende della Sterling-Cooper è la richiesta da parte della Pepsi di creare per loro una pubblicità che ricalchi esattamente i primi minuti della pellicola, che vede Ann-Margret su sfondo azzurro, in un vestito giallo, cantare il brano con grande trasporto.

bye bye birdie

Per quanto il testo non sia particolarmente profondo, negli episodi sopracitati sono tanti i personaggi costretti a dire addio a qualcosa – un simbolo di New York come la Penn Station – o a qualcuno – il nonno Gene. Nell’arco di questi tre episodi vi è però una scena in particolare che, per quanto breve, si dimostra carica di significato e porta a uno degli addii più terribili di tutti, quello alla propria illusione di felicità.

A casa di Salvatore Romano (di cui abbiamo parlato qui), artista e grafico della Sterling Cooper, le cose non sembrano andare per il meglio; lui ha infatti sposato la giovane Kitty solo per coprire la propria omosessualità. Durante 3×04 la ragazza, innamorata pazzamente del marito e stanca di essere ignorata, opta per un tentativo di seduzione, che tuttavia termina in un nuovo rifiuto da parte di Sal.

Ecco che frustrata si confronta con il marito il quale, in modo dolce e comprensivo, tenta di convincerla del fatto che la sua freddezza sia dovuta alle difficoltà sul posto di lavoro; è infatti lui a doversi occupare della trasformazione, a livello registico, di Bye Bye Birdie nello spot che la Pepsi ha ordinato. Kitty, parzialmente rincuorata, inizia allora a interrogarlo su quale sia la sua idea vincente per conquistare la fiducia dei rappresentanti.

Quelli che seguono questo scambio sono momenti di grande teatralità, che nascondono il dramma interiore vissuto dalla coppia, in particolare dalla sposa.

bye bye birdie

Salvatore si alza in piedi, e in modo particolarmente ammiccante inizia a riprodurre, fotogramma per fotogramma, la sequenza iniziale di Bye Bye Birdie. Completamente a proprio agio nella parte di Ann-Margret, per la prima volta nella Serie Tv, vediamo Sal lasciarsi andare ed essere sé stesso, senza filtri o barriere.

A colpire nel profondo lo spettatore sono le inquadrature del volto di Kitty; è una trasformazione che avviene gradualmente, man mano che il marito si muove seguendo le note – assenti ma comunque ben presenti – di Bye Bye Birdie. Come sulla superficie sottile di un lago ghiacciato sul quale sia stato mosso un passo, così il volto della ragazza inizia ad incrinarsi – una piccola crepa che man mano apre una vera e propria voragine.

Se in principio, infatti, Kitty pare gioiosa per il fatto di venire finalmente coinvolta nella vita del marito, troppo spesso assente, più questo procede con la propria “recita”, e più qualcosa dietro di lei comincia a vacillare. Dubbi e sospetti iniziano a tramutarsi in certezze.

Interessante è poi notare la forza di questa scena. Attraverso la recitazione, e la finzione, Salvatore Romano getta la maschera che lo tiene legato alla quotidianità per mostrarsi nella sua vera essenza, tornando poi ad auto-ingabbiarsi nel ruolo di marito e macho-italiano. Il tutto senza aver la minima idea di essersi esposto, forse per la prima volta, davanti agli occhi della moglie.

by bye birdie

Kitty realizza quanto le proprie paure siano fondate; per la prima volta è realmente conscia dell’omosessualità di Sal. La perfezione di questa scena consiste soprattutto nella sua delicatezza: niente viene urlato, la realizzazione è personale e silenziosa, tanto che neppure Romano è in grado di coglierla. A parlare è solo il volto di Kitty; un’espressione di tristezza trattenuta e riservata, figlia della consapevolezza di aver detto addio per sempre al proprio sogno di felicità.

Una sequenza perfetta che, pur non utilizzando direttamente il brano, neanche in sottofondo, è comunque in grado di farlo risuonare nelle orecchie dello spettatore per mezzo delle grande interpretazione di Bryan Batt, caricandolo di un ulteriore significato: è ora di dire addio al sogno, la maschera è definitivamente caduta.

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