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Mad Men: la difficoltà di essere donna

Mad Men
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La sensazione che il pilot di Mad Men mi ha suscitato è quella di un mondo difficile. Un mondo difficile per le donne che avevano smania di un posto nel mondo e invece sempre più spesso venivano ridotte a semplici sagome, compagne di sorrisi, giochetti e niente di più.

Io non mi faccio trattare così da una donna!

Questa è la frase che, risentito e offeso, esclama Don Draper quando davanti a sé trova una donna risoluta quanto lui che pretende di tenergli testa durante una riunione di lavoro. Che diritto ha lei di imporsi su di lui? Nessuno.

Siamo nella New York degli anni ’60: è in atto un lento ma rivoluzionario cambiamento, eppure c’è ancora tanta strada da fare.

Le donne lavorano, hanno la loro indipendenza e la loro autonomia eppure sono confinate dagli uomini in un angolo. Vale per tutte, che siano segretarie, donne d’affari, mogli o amanti.

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Quando Peggy viene introdotta al proprio lavoro di segretaria da una collega più esperta riceve consigli personali prima che lavorativi. Dovrà vestirsi in modo più provocante, scoprire le caviglie per dar da vedere qualcosa agli uomini che lavorano lì, dovrà flirtare con loro in modo piacente. Come se le fosse implicitamente richiesto, si reca subito da un ginecologo per chiedere la pillola anticoncezionale.

Il dottore le dice che gliela prescriverà anche se lei non è sposata. Ma a un patto: che non vada in giro per la città a fare la troia.

Noi donne del 2018 ci indigneremmo per un’affermazione del genere ma Peggy no. Lei piuttosto si difende giustificandosi timidamente. Per lei è normale che il dottore si senta in diritto di obiettare e – perché no – di giudicare la sua scelta. È normale che la sua libertà sia soggetta a critiche e clausole. Del resto,

agli uomini piace divertirsi ma poi le donne che sposano sono quelle perbene.

Quello dipinto in Mad Men è un ambiente spietatamente intriso del maschilismo più pericoloso. Quello che la donna ha dovuto subire sulla propria pelle per troppo tempo e che rischia di vivere anche oggi. Quello mascherato da galanteria, quello che sempre e comunque la considera un passo indietro rispetto all’uomo. Perché la donna deve ricevere complimenti e deve sopportare spiacevoli e grette avances. Non può fare lo stesso lavoro dell’uomo e, se lo fa, può riuscirci solo tramite strade diverse o facilitate.

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Percepiamo bene fin da subito come si desse per scontato che mentre gli uomini erano liberi di pensare alla carriera e poi a fine giornata di divertirsi con amici o amanti, il posto delle donne era a casa ad aspettarli. Perché in fondo, anche se trovavano un buon lavoro o facevano carriera, il loro unico obiettivo poteva essere solo quello di diventare brave mogli e amorevoli madri.

Se sei fortunata ti sposi, ti sistemi in campagna e non dovrai più lavorare!

Questo è l’augurio che Peggy, come ogni altra giovane donna della sua età, riceve. Il suo sogno dovrebbe essere quindi quello di trovare un uomo al quale affidare se stessa e la propria vita e che si prenda cura di lei, così da poter fare solo ciò che compete davvero a una donna: essere moglie e madre.

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C’è insomma nella New York di Mad Men ancora tanta strada da fare.

Già nei primi episodi però si percepisce da parte delle donne il desiderio di alzare la voce, di imporre le proprie idee, di crearsi da sole un proprio posto nel mondo. Quel desiderio che, cambiando per sempre la nostra storia e la nostra vita, ha reso davvero noi donne libere.

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