ATTENZIONE: questo articolo contiene SPOILER su Mad Men.
Quando il ruolo inizialmente previsto per il tuo personaggio deve includere poche battute e un importanza secondaria e invece la tua interpretazione diventa così convincente da indurre produttori e registi a trasformarti in un membro regolare del cast, allora vuol dire che questo personaggio non avrà eguali all’interno della serie. È quanto è accaduto a Christina Hendricks quando nel 2007 ha vestito per la prima volta i panni dell’ammaliante Joan Holloway in Mad Men. Il carisma di Christina e il carattere che, attraverso la sua interpretazione, ha saputo trasmettere a Joan e far arrivare direttamente al cuore del pubblico, le sono valsi la parte di un personaggio principale e non secondario come era stato progettato all’inizio.
La scelta dell’ideatore della serie Matthew Weiner di regalare più spazio a Joan ha comportato un aumento della sua rilevanza all’interno dell’intera struttura narrativa, dalla prima alla settima stagione e, di conseguenza, l’ha resa indispensabile fin dal primo momento. Joan Holloway è quindi insostituibile già in quanto frutto dell’interpretazione incredibilmente realistica di Christina Hendricks, ma lo sarà poi sempre di più in ogni episodio di Mad Men, anche per mille altri motivi. Pur avendo costruito per lei un percorso fatto di alti e bassi, di periodi di allontanamento e altri di estremo attaccamento al suo ruolo nella Sterling & Cooper, la costante di Joan è sempre stato il lavoro.
Fin dalla sua prima comparsa in Mad Men, è sembrata perfettamente a proprio agio in quell’ambiente lavorativo governato da uomini sessisti e maschilisti, tanto da generare invidia e timore in tutte le nuove arrivate.
Proprio come è successo a Peggy Olson, quando ha messo piede alla Sterling & Cooper per la prima volta. In chi non la conosce, Joan suscita sentimenti contrastanti. Il suo aspetto e il suo portamento da femme fatale la rendono invisa a tutte quelle donne che con una tale fisicità non potranno mai concorrere, la rendono oggetto del desiderio di moltissimi uomini e, al tempo stesso, costituiscono una maledizione costante. A causa della sua bellezza che incanta e stordisce, per chi è abituato a giudicare in modo superficiale, le sue abilità lavorative passano in secondo piano. In quanto donna, il suo talento viene fin troppo spesso minimizzato. All’apparenza la office manager dell’agenzia pubblicitaria newyorkese dà l’idea di essere una donna altezzosa e provocante, doti grazie alle quali, direbbe chiunque all’inizio, è stata capace di ottenere la posizione che ricopre.
In realtà, come Peggy e gli spettatori impareranno solo con il tempo, Joan nasconde una complessità e una imprevedibilità che la rendono unica e che contribuiscono ad allontanare il suo personaggio dai soliti stereotipi con cui sono rappresentate le donne dell’America degli anni Sessanta. È costantemente combattuta tra l’amore per il suo lavoro e il desiderio di una famiglia che la faccia sentire amata. Joan è la linea di congiunzione tra Betty Draper e Peggy Olson, tra la casalinga disperata che teme di diventare e la cinica donna in carriera che ha perso la fiducia negli uomini e che sceglie di mettere al primo posto il proprio lavoro, sempre e comunque. Nel corso di Mad Men, Joan riesce a trovare un compromesso tra questi due stili di vita rinunciando a essere se stessa solo per poco, e imparando da questo errore a mettersi in cima sempre.
“Il mio compito è pensare a ciò di cui le persone hanno bisogno prima che ne abbiano bisogno.“
Questa è l’essenza di Joan Holloway in un’unica frase. È organizzata, autoritaria, sicura di sé e focalizzata sulle cose importanti. Ciò la rende una risorsa essenziale nell’organico della Sterling & Cooper fin dal primo episodio. La penna dorata che porta al collo la identifica come referente per le segretarie e le stenografe, ma con il passare del tempo diventa solo il simbolo del suo punto di partenza e un ricordo di chi è stata che le serve da promemoria per essere fiera degli obiettivi che è riuscita a raggiungere.
Roger ha sempre visto qualcosa in lei. Se all’inizio però la sottovalutava, come chiunque altro, col tempo ha imparato a conoscerne anche le qualità più nascoste.
Ha imparato ad amare le sue fragilità e il modo in cui con queste ha costruito la sua forza. Ha capito che il vero cuore della Sterling & Cooper è proprio lei, con la sua determinazione, con il suo spirito di iniziativa, con la dedizione, l’impegno e la passione che mette in ogni cosa che fa. Joan è una meteora di positività. Una donna che non si fa mettere i piedi in testa da nessuno, o che almeno ci prova per ciò che è in suo potere.
Nonostante l’allontanamento forzato dal lavoro durante il periodo dell’infelice matrimonio con Greg (che ha sempre temuto la sua profondità d’animo e la sua indipendenza e che per questo ha cercato in tutti i modi di controllarla), i suoi colleghi hanno bisogno di lei per rimettere in piedi l’agenzia. Hanno capito che nessuno può svolgere il lavoro meglio di Joan e che nessuna donna può eguagliarla nei compiti che porta a termine con così tanta cura. Lei è il cuore pulsante di un’agenzia pubblicitaria che altrimenti collasserebbe su se stessa. Si muove fra i corridoi come farebbe una regina fra le mura del suo castello, sinuosa e sensuale come se ogni centimetro quadrato di quegli uffici le appartenesse. La Sterling & Cooper non ha segreti per lei, così come non li avrà la Sterling Cooper Draper Pryce, in cui lei verrà invitata a firmare il contratto come socia, e poi la Sterling Cooper & Partners.
La sua è una personalità dominante che può intimorire, ma che rivela un’intelligenza e un’intuizione fuori dal comune. È affidabile, puntuale, unica nel suo genere, e nel corso delle stagioni compie anche una splendida evoluzione, comprendendo finalmente che non ha bisogno di un uomo per sentirsi completa. Il suo ambiente di lavoro è diventato in qualche modo la sua famiglia, nonostante tutti i difetti e le debolezze. Joan è consapevole che il periodo storico in cui si trova non consente alle donne di vivere libere come dovrebbe essere, e se inizialmente si sforza di aderire come può ai dettami di una società ipocrita, a un certo punto non le importa più e riconquista davvero la propria libertà.
È insostituibile perché di Joan Holloway ne esiste una sola. Non gestisce solo il funzionamento organizzativo di una delle agenzie pubblicitarie più importanti di New York, rivelandosi essenziale dal punto di vista lavorativo, ma ha sempre una parola da riservare a chi ne ha bisogno, dimostrandosi insostituibile anche in quanto essere umano. Non si tira mai indietro quando si tratta di aiutare qualcuno, ma rispetta se stessa e le proprie idee fino alla fine.
Semplicemente mostrandosi in tutta la sua unicità si è guadagnata col tempo la stima, il rispetto e soprattutto l’affetto di quei cinici e disillusi mad men newyorkesi che da lei hanno sempre avuto così tanto da imparare.