Sono passati dieci anni da quando la prima stagione di Mad Men andò in onda, divenendo in poco tempo non solo un prodotto di punta e acclamatissimo ma un gioiello raro della televisione. Non una semplice Serie Tv ma un prodotto che si distingueva dalla massa anticipando le grandi narrazioni televisive di oggi come True Detective o Fargo. La bellezza di Mad Men stava nel voler raccontare molto più di una “storia a puntate”, come le più classiche soap opere, è il viaggio spirituale di un uomo che crede, e noi con lui, abbia tutto quando invece non ha nulla: Don Draper.
Nella New York anni ’60, prendono vita le vicende de pubblicitari di Madison Avenue, storie personali che si intrecciano con i mutamenti sociali e politici degli Stati Uniti durante il decennio: la campagna presidenziale che contrappose John Kennedy a Richard Nixon, la crisi dei missili di Cuba, l’assassinio di Kennedy, le lotte per la conquista dei diritti civili degli afroamericani. La storia rappresenta un elemento fondamentale di Mad Men, i personaggi sono osservatori e molto spesso partecipi dei cambiamenti dell’America degli anni Sessanta.
Se la storia è la cornice, il filo rosso che unisce Mad Men è senza dubbio la pubblicità. Proprio in quegli anni il settore pubblicitario subì un’impennata grazie a un generale boom economico, non solo, la pubblicità di allora, contrariamente a quanto vediamo oggi in Tv, era una vera e propria forma d’arte. C’era uno studio approfondito che non faceva affidamento su dati statistici raccolti da computer o tablet, ma un’osservazione attenta dei gusti del compratore medio.
Uomini e donne che pensavano a come rendere un prodotto accattivante rispondendo alla domanda: “perché lo dovrei comprare?”.
È un mondo affascinante quello della pubblicità, che purtroppo oggi sta perdendo quella magia così presente in Mad Men al fine di pure esigenze economiche. Ci sono cartelloni e campagne pubblicitarie, che in Mad Men vengono citate o prese in prestito, semplicemente geniali, come quella della Heinz o, infine, della Coca-Cola, passata alla storia.
Mad Men non è un prodotto commerciale, è un prodotto studiato, pianificato e reso in maniera impeccabile. Dalla ricostruzione storica allo stile. C’è una bellezza estetica in Mad Men da far invidia a numerose Serie Tv di oggi, è stata persino allestita una mostra con i vestiti di scena della Serie. Una bellezza estetica che riguarda sia il look dei protagonisti che il “pacchetto” entro cui ci viene presentato lo show stesso. La fotografia, le scenografie, la colonna sonora e persino l‘intro. Ogni elemento vive in funzione dell’altro.
Arriviamo adesso al cuore della Serie Tv, perché quello che rende Mad Men davvero unica è l’importanza data all’aspetto umano. L’evoluzione dei personaggi diventa elemento fondamentale nel corso delle sette stagioni, sono parabole esistenziali che raccontano di vittorie e sconfitte.
Su tutti si erge LUI, l’uomo più insoddisfatto del mondo, quello che pensa la felicità possa risiedere nei beni materiali per poi ritrovarsi con un pugno di mosche. Mad Men è alla base il racconto di Don Draper, ovvero Dick, un uomo affascinante (e sa di esserlo) che vede il mondo in maniera disincantata. Tradisce la moglie più per noia che per desiderio di evasione. È un eterno insoddisfatto che aspetta di sentire un’emozione come un tossico aspetta la prossima dose. Nel corso delle sette stagioni ha diverse amanti ma nessuna rimane, anche quando pensa di essersene innamorato sta solo illudendo se stesso, perché forse la verità è che non è fatto per amare. È un genio pubblicitario perché guarda il mondo con colori sconosciuti ai più però paradossalmente non è in grado di scorgere quei colori quando si parla di contatti umani.
Del resto l’infanzia problematica ed il trauma durante la guerra hanno segnato il suo carattere, come i vestiti di marca e le belle cose anche il nome scelto non è altro che un muro che Dick erge per proteggersi. Per poter essere felici ed abbattere il muro bisogna reinventarsi e rinascere ed è esattamente quello che Mad Men riserva al suo protagonista nel finale di Serie. Cosicché il finale apre la porta ad un nuovo capitolo, una seconda possibilità.
Don Draper è senza ombra di dubbio uno dei personaggi più memorabili della storia della televisione, merito non solo della costruzione stessa del personaggio ma ovviamente anche grazie all’interpretazione di Jon Hamm, che lo rende insopportabilmente unico.
Non bisogna dimenticare, poi, gli altri protagonisti della Serie: le donne. Da Betty a Megan, da Peggy a Joan. Quattro donne che incarnano altrettanti aspetti della figura femminili e che sorprendono quando ormai pensiamo di conoscerle. La detestabile Betty Draper che passa stagioni a lamentarsi e mostrarsi insofferente, nasconde un carattere forte e indomabile. Peggy che da assistente timida e impacciata diventa capo di se stessa. Megan, femme fatale per eccellenza che vive la vita intensamente e libera. E infine Joan, l’energica Joan che dimostra che le donne possono essere molto più di un corpo. Quattro donne che sono la forza della Serie, la rappresentazione di un femminismo giusto e mai ostentato. A loro voglio dire grazie.