Infame, ma necessaria premessa: codesto insieme di sillabe contiene qualche spoiler, se ne raccomanda la lettura a un pubblico di adulti consenzienti e coscienti di aver appena letto questo mini-foglietto illustrativo d’apertura. Tenere lontano dalla portata degli analfabeti.
Don Draper (che noi amiamo) ha conosciuto e avuto tantissime donne, ma nessuna era come Peggy Olson: lei è speciale e impossibile da replicare. Innanzitutto perché non è mai riuscito a farne l’ennesima tacca sulla propria cintura (nonostante a tratti la tentazione ci sia stata da parte di entrambi) e poi perché quella che inizialmente sembrava un’innocua e puritana ragazza norvegese si è rivelata essere tutt’altro, qualcosa di molto particolare, qualcuno più simile al Deus ex machina della Sterling Cooper di quanto lui stesso avrebbe mai pensato!
Come detto, Margaret “Peggy” Olson ha origini scandinave, ma è nata e cresciuta a Brooklyn, New York, sotto le “cure” di una madre bigotta e inflessibile, suo unico punto di riferimento insieme alla sorella maggiore dopo la prematura morte del padre durante l’adolescenza. È una ragazza a posto, precisa e zelante, che come tante donne del dopoguerra pensa di essere arrivata in paradiso quando ottiene un posto come segretaria in una famosa agenzia pubblicitaria. Non è altro che l’inizio di un progresso inevitabile sia dal punto di vista lavorativo che personale.
Maglia color vomito, gonnone troppo lungo anche se ci trovassimo ancora negli anni del proibizionismo, inguardabile frangetta e coda di cavallo troppo insipida per essere vera (da leggere con la voce di Paolo Villaggio quando elenca l’outfit scelto da Fantozzi per la battuta di caccia). Come presentazione andiamo malino.
“Da dove vieni? Da una comunità Amish?” – “Hai due gambe, faccele vedere! Con le gonne più corte assomiglieresti a una donna”
Parole e musica di Pete Campbell, un insopportabile collega del suo capo, Don Draper, che sceglie la maniera più antipatica possibile per salutare la nuova arrivata…o per lo meno questa è la prima parte del suo benvenuto, dal momento che la sera stessa ci finirà a letto. Ops.
Peggy lavora in maniera infaticabile e assai produttiva per il signor Draper che, nonostante le ripetute frecciatine della sua maggiorata collega Joan Holloway, le preferisce questa novellina che gli sembra incredibilmente affidabile e preparata. Fred Rumsen, un copywriter, nota nella Olson un talento finora rimasto celato per le campagne pubblicitarie: la cosa si rivelerà in seguito fondamentale per lo scatto della sua carriera.
Con le competenze andiamo alla grande quindi, ma il problema dell’aspetto rimane. Anzi, peggiora! La ragazza appare sempre più grassa e trascurata, le prese in giro nei suoi confronti aumentano e i commenti sessisti (quelli che le fanno più male) si fanno sempre più taglienti. Perché gli uomini sono così stupidi? Perché una femmina deve essere aprioristicamente considerata inferiore? Cosa diavolo si deve fare per guadagnare un briciolo di rispetto?
Tutte domande legittime, ma non c’è tempo per rispondere, bisogna correre in ospedale! Il bambino sta per nascere!
Per quanto possa sembrare folle, la ragazza non sapeva di essere incinta, ma nonostante questo non c’è alcun dubbio sul fatto che il padre sia Pete. Nonostante la sua ferrea educazione e l’inevitabile affetto che ogni madre prova e proverà sempre per il figlio, Peggy fa qualcosa di tanto forte quanto inaspettato: sceglie sé stessa e la sua carriera, lasciando in adozione un figlio che sarebbe comunque cresciuto senza un papà e in condizioni più che precarie. A prescindere dai giudizi etici che ognuno di noi è libero di dare, rimane il fatto che per prendere una simile decisione di vuole grande coraggio.
Da qui in poi, parte la sua nuova vita. Nel momento di massima difficoltà è nientemeno che Don a starle vicino e a confortarla, innescando una serie di tacite gentilezze che solo due individui di profonda intelligenza e che si rispettano reciprocamente possono permettersi. Don ha un problema? Il primo numero da chiamare è sotto la lettera “O” della rubrica. A Peggy serve un consiglio sulla prossima campagna? Basta fare toc toc alla porta del suo ufficio d’avorio e lo avrà.
Un legame estremamente delicato, forse unico nella storia delle Serie TV. Lui è illegalmente bello e lei umilmente bruttina, si stimano e si vogliono un bene incredibile, probabilmente per qualche quarto d’ora della loro vita si sono anche amati, senza che nessuno forzasse mai la mano all’altro/a a dimostrazione del già citato rispetto. Alle volte sono come fratelli, altre Don funge da quella figura paterna che Peggy non ha mai avuto oppure è la stessa segretaria a dare a quell’uomo tanto geniale quanto tormentato le attenzioni che solo una mamma potrebbe riservargli. Tutte le colleghe la invidiano per questo suo canale preferenziale nei confronti del boss, perfino la giunonica Joan, che prima la guardava innegabilmente dall’alto in basso.
Perché? Perché la Olson ha fatto la rivoluzione.
Il maschilismo è stato superato. Peggy, che fino a pochi mesi prima era una donnetta insignificante vilipesa da tutti è diventata grande, brava e potente.
So cosa state pensando e la risposta è NO, Peggy non ha realizzato i suoi sogni grazie a ciò che risiede tra le sue cosce, ma con il suo lavoro e il suo talento che ha avuto lo zelo di affinare e il coraggio in cui credervi fino a quando è riuscita ad essere dove deve essere, al pari di Don Draper. Ora si veste alla moda, cammina a testa alta e non ha più paura di mostrarsi al mondo per ciò che è: una tosta.
Il progresso però è avvenuto anche dal punto di vista relazionale se è vero come è vero che dopo qualche tresca con scrittori, lumaconi e uomini troppo vigliacchi per credere nell’amore è arrivata addirittura a trovarsi l’uomo perfetto per lei, l’art director Stan Rizzo: l’unico (a parte il capo) che ci sia sempre stato per lei, che l’abbia sempre trattata con dignità e gentilezza (al di là dei loro celeberrimi battibecchi), che abbia amato ogni singolo lato di questa donna unica e inimitabile, perfino quello bisbetico e quello insicuro. (So che l’avete già vista, ma vi consiglio di andare a riguardare la scena in cui i due si dichiarano i propri sentimenti. Vi verranno dei lepidotteri grossi quanto una Cadillac nel pancino).
Well deserved Peggy, come si dice dall’altra parte dell’Atlantico.