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Maid è la forza di rialzarsi in piedi

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Attenzione! Il seguente articolo contiene spoiler sulla Serie Tv Maid

Nel mese di ottobre Netflix ha deciso di puntare su una miniserie che ha debuttato quasi in sordina, senza far parlare troppo di sé. Maid (qui la nostra recensione), ispirata dal memoir di Stephanie Land intitolato “Domestica: Lavoro duro, Paga Bassa e la voglia di sopravvivere di una Madre” ha soltanto dieci episodi che, in pochissimo tempo, ci hanno rapiti facendoci catapultare nella vita e soprattutto nella mente di Alexandra Russell.

La serie si apre con la giovane Alex che, stanca di subire gli abusi psicologici da parte del suo compagno Sean e soprattutto impaurita da lui, nel bel mezzo della notte prende la piccola Maddy e fugge via con lei alla ricerca di un posto dove stare. Si ritroverà, tuttavia, immediatamente da sola: tra degli amici che immediatamente “si schierano” dalla parte di Sean, una madre bipolare su cui non può fare affidamento e un padre che – come scopriremo in seguito – è una delle cause dei suoi attacchi di panico, Alex si renderà subito conto di dover stravolgere completamente la propria vita partendo da 0.

La ragazza decide di rivolgersi agli assistenti sociali per capire come destreggiarsi tra i sussidi governativi e per avere un posto dove vivere. Qui le viene indicato un rifugio per le vittime di violenza domestica ma Alex, che non ha mai pensato di aver subito una “violenza”, è inizialmente titubante: ha paura di rubare il posto a chi ha subito, a sua detta, delle violenze “vere”. E sarà proprio in questo momento che Maid ci offrirà, per la prima volta nel corso della serie, uno spunto per una riflessione molto profonda: quante donne, così come Alex, soltanto perché non vedono lividi sulla propria pelle pensano di non essere realmente vittime di abusi? Quante, come la protagonista, sono costrette a vivere nel terrore, a non poter gestire del denaro proprio, a non poter lavorare né decidere autonomamente quando sedersi a tavola per mangiare? Tante, davvero troppe. E Maid ci mette di fronte a questa realtà nuda e cruda.

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Soltanto una volta arrivata al rifugio Alex inizierà realmente a comprendere da cosa è fuggita. Sarà Danielle, un’altra ragazza che ha cercato di riprendere in mano la propria vita, a metterla davanti alla realtà dei fatti: “Prima di mordere, abbaiano. Prima di colpire te, colpiscono altro. Cresce, come la muffa”. Le frasi pronunciate da Danielle ci hanno fatto venire i brividi: troppo spesso abbiamo sentito parlare di donne che non sono riuscite a fuggire via dai propri aguzzini, di donne maltrattate, picchiate e addirittura uccise. Di altre che hanno dovuto subire per tutta la vita, senza mai riuscire a rialzarsi in piedi. Ma Maid ci ha mostrato che è possibile ribellarsi e che nonostante tutte le difficoltà che possono mettersi tra noi e il nostro obiettivo, bisogna sempre crederci fino alla fine.

Alex troverà in fretta un lavoro come domestica e inizierà, in un primo momento con un po’ di difficoltà, a pulire le case di persone ricche e che – almeno apparentemente – hanno tutto ciò che desiderano. Anche questa, tuttavia, sarà un’opportunità di crescita per la ragazza: farà infatti la conoscenza di Regina, un’avvocatessa che si occupa di dirizzo aziendale e che, sotto una facciata felice e spensierata, cela in realtà problemi psicologici. Le due, che inizialmente viaggeranno su lunghezze d’onda totalmente opposte, alla fine diventeranno buone amiche e comprenderanno pienamente l’una i problemi dell’altra: sarà proprio Regina a portare Alex al rifugio, durante il suo secondo tentativo di fuga da Sean. Il lavoro come domestica ha anche fatto comprendere alla protagonista di Maid che una casa grande e lussuosa non equivale alla felicità. Avere molti soldi non significa affatto non avere problemi.

Ma i dieci episodi di Maid ci mostreranno anche e soprattutto una vera e propria fuga da un inferno che può celarsi dietro le mura domestiche. Dopo aver conquistato la propria indipendenza, a causa di una serie ci circostanze sfavorevoli e anche un po’ sfortunate Alex è costretta a tornare a casa di Sean insieme alla piccola Maddy. Inizialmente metterà subito le cose in chiaro con il ragazzo: il suo è un trasferimento momentaneo, non vuole alcun coinvolgimento emotivo e cercherà immediatamente di trovare delle case da pulire per guadagnare e andare nuovamente per la propria strada. La pressione psicologica di Sean, tuttavia, inizierà molto lentamente a pesare ancora una volta su di lei: così come ha detto Danielle, anche in questo caso ha cominciato a crescere piano piano, quasi impercettibilmente. Per alcuni episodi, infatti, siamo stati quasi portati ad avere compassione per Sean. Pensavamo che fosse cambiato, così come lo pensava Alex. Ed è proprio questa la forza di Maid: questa serie ci catapulta dentro la psiche delle vittime di violenza domestica, episodio dopo episodio le comprendiamo sempre di più. Se all’inizio, infatti, così come Alex siamo rimasti sconvolti dalla decisione di Danielle di tornare con il proprio ex, con l’avanzare degli episodi quasi speravamo che la protagonista desse un’altra possibilità a Sean, che sembrava realmente aver compreso quali fossero i propri errori.

Tuttavia, anche in questo caso, le cose non andranno per il verso giusto. Iniziamo a capire che c’è qualcosa che non va quando Alex, rimasta ormai a corto di soldi, chiede a Sean di poter ricaricare il proprio cellulare perché aspetta delle telefonate per dei lavori e lui le risponde che può usare il proprio telefono. Il voler privare la ragazza della propria indipendenza, in questo caso, è un primo campanello d’allarme. Alex, tuttavia, realmente convinta che il ragazzo sia cambiato, sembra non rendersi conto di ciò che sta per accadere. Ben presto, però, le cose inizieranno a precipitare nuovamente e lei cadrà ancora una volta in un baratro da cui avrà non poche difficoltà a uscire.

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La scelta di mostrarci graficamente Alex rannicchiata in un fosso, con il mondo che va avanti senza che lei se ne accorga realmente, è emblematica e ci aiuta ancor di più a comprendere in quale stato d’animo si trovino le vittime di questo tipo di violenza. Non riesce ad alzarsi, non riesce a ribellarsi: è come se fosse tutto inutile. Si trova dunque ancora una volta a subire pressioni, a sentirsi dire quando deve sedersi a tavola per mangiare, a vedere il suo ragazzo che torna a casa con un’altra donna e a non poter fare nulla per paura. Ci sarà, però, un momento in cui Alex si riprenderà improvvisamente e capirà ciò che potrebbe accadere a lei, e soprattutto a sua figlia, se decidesse di restare in quella casa ancora una volta. Quando trova Maddy nascosta nella credenza, così com’era solita fare lei da piccola quando suo padre tornava a casa ubriaco e picchiava sua madre, capisce che non può restare li un minuto di più.

Prende la sua bambina tra le braccia e fugge via ancora una volta, decisa a cambiare radicalmente le cose. In quest’occasione, però, dimostrerà ancor di più la propria forza di volontà e il proprio desiderio di dare un futuro migliore a sé stessa e a Maddy: con le sue forze troverà il modo di frequentare, finalmente, l’Università del Montana per diventare una scrittrice e organizzerà tutto al meglio. Deciderà, inoltre, di dire chiaramente a Sean faccia a faccia che non ha più paura di lui e che lui non potrà più controllarla: una decisione che, nonostante la terrorizzasse, non ha fatto altro che infonderle ancora più forza e convincerla che ciò che vuole fare è la cosa giusta.

La fine di Maid, che sa di dolcezza e di libertà, ci dà speranza. Alex, con la sua forza di volontà, è riuscita a vincere le proprie paure e riuscirà a dare a sua figlia ciò che merita. Emblematiche, in questo senso, le frasi finali della serie: “Molte persone non scommetterebbero su una madre single che si iscrive al college. Ma non sanno quello che c’è voluto per arrivarci: ben 338 bagni puliti, sette tipi di sussidi governativi, nove traslochi, una notte alla stazione dei traghetti e l’intero terzo anno di vita della mia dolcissima figlia Maddy”. E noi non possiamo che sperare che il più alto numero di persone possibile dia un’opportunità a questa serie, che tutti – ma davvero tutti – dovrebbero vedere.

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