Ci sono attori che è semplicemente impossibile non amare. Prendiamo ad esempio Bryan Cranston, che con le sue interpretazioni sempre perfette ci accompagna sul piccolo schermo quasi ininterrottamente ormai da più di vent’anni. Se lo abbiamo visto recentemente interpretare Michael Desiato, protagonista della serie Your Honor, in realtà la stragrande maggioranza del pubblico lo conosce nelle vesti di Walter White in una delle serie tv di maggior successo di sempre: Breaking Bad. Due ruoli, questi, che rendono giustizia non solo alle capacità interpretative di Bryan Cranston, ma anche alla sua abilità nel dare vita a personaggi di spessore, complessi, che incarnano il dilemma tra ciò che è giusto e ciò che è lecito. Ma in realtà il volto dell’attore era molto conosciuto anche prima di Breaking Bad: in molti infatti – soprattutto tra i nati prima del nuovo millennio – lo conoscevano già come Hal, il padre di Malcolm in una delle serie comedy più belle che i primi anni Duemila ci abbiano regalato, Malcolm in the Middle. Ed è proprio di Bryan Cranston come uno degli interpreti principali di questa serie che parliamo oggi, perché se è giusto dargli i suoi meriti per l’abilità con cui ha portato sullo schermo i ruoli drammatici, lo è altrettanto certificare la sua bravura in un ruolo comico che ha segnato un’era.
Una famiglia disfunzionale
Malcolm in the Middle è la storia di una famiglia che riflette i problemi e le glorie, i vizi e le virtù, della stereotipata famiglia americana di ceto medio-basso. Hal e Lois, che di questo nucleo sono a capo, si amano molto, e questo è spesso e volentieri ben visibile nel corso della serie. Dopo tanti anni di vita insieme continuano ad avere una vita sessuale piuttosto attiva – e il fatto che col passare delle stagioni continuino ad allargare la famiglia ne è la prova provata – e pur essendo due persone agli antipodi riescono sempre a trovare un equilibrio, anche se precario. Hal ha praticamente rotto i rapporti con i suoi genitori perché non approvavano Lois. Eppure non si può negare il fatto che il frutto di questo grande amore sia una famiglia estremamente disfunzionale.
Quando Malcolm in the Middle ha inizio, il figlio maggiore Francis è stato appena mandato letteralmente a calci all’accademia militare. I figli rimasti a casa, Reese, Dewey e appunto Malcolm, hanno tre personalità molto diverse ma sono tutti capaci di combinare bei guai, soprattutto quando uniscono le forze. Insomma, i tentativi di insegnare ai figli la disciplina la maggior parte delle volte non vanno a buon fine, e Lois e Hal si ritrovano ad aver a che fare con situazioni assurde di ogni tipo. Per quanto ce la mettano tutta, proprio non riescono a creare la famiglia che vorrebbero – in realtà più Lois che Hal – avere, una di quelle sempre impeccabili, apprezzate dal vicinato, con la casa sistemata e il giardino sempre in ordine. No, la loro famiglia non è così, perché loro non sono così.
Hal: la comicità e la tragedia di Malcolm in the Middle
Lois è una donna autoritaria che sa quello che vuole, come lo vuole e quando lo vuole (tendenzialmente, subito). È rigida nell’educazione dei figli, impone delle regole e si arrabbia ancora prima che succeda qualcosa, le basta fiutarlo. Hal è tutto ciò che non è Lois, e a volte sembra quasi – sempre con tutto l’amore del mondo – averne paura. Il personaggio interpretato da Bryan Cranston è un uomo molto confusionario, pieno di idee che troppo spesso sono campate in aria e hanno ben poco appiglio nella realtà. Nell’educazione dei figli è sicuramente quello più permissivo, colui al quale i ragazzi possono confessare ciò che succede quando il guaio che hanno combinato sta diventando più grande di loro, e a volte lui stesso nasconde alla moglie le sue idee per passare tempo divertente tra padre e figli. Idee che, chissà perché, vanno quasi sempre a finire male.
Il fatto di essere disposto a fare di tutto per i suoi figli non significa che non si sappia anche arrabbiare al momento opportuno. Anzi, quando Hal è veramente furioso si agita talmente tanto da cominciare a parlare in un modo che nessuno riesce a capire a parte Lois, che si trasforma in un traduttore simultaneo. Capita addirittura che usi i figli come scudo per non far scoprire a Lois di essere proprio lui il colpevole del misfatto del giorno, o che si prenda gioco di loro per coprire alcuni dei suoi problemi. Una volta su tutte, quando ruba la carta di credito di Malcolm mentre lo abbraccia, per poter poi pagare a tutta la famiglia una vacanza che non può permettersi. Un comportamento non proprio da Premio Padre dell’Anno.
Hal è un mix di buona volontà e di insicurezze, di difficoltà e della capacità di trovare la felicità nelle piccole cose, nei momenti in famiglia, in sua moglie e nei suoi ragazzi. Se dovessi paragonarlo a un personaggio della serialità contemporanea potrei definirlo la versione 1.0 di Phil Dunphy, ma con un pizzico di tragedia in più. Stesso modo di pensare fuori dagli schemi, mogli che hanno simili manie di controllo, stessa bonarietà che li rende teneri agli occhi del pubblico, ma con la difficoltà di un contesto sociale, economico e familiare decisamente più complesso.
Bryan, Hal, Walter
Bryan Cranston è riuscito a dare vita in una sit-com come Malcolm in the Middle a un personaggio che, detta molto banalmente, fa ridere ma anche riflettere. Non ha fallito nell’arduo compito di dare spessore a un padre di famiglia che vive le gioie e i dolori della vita senza mai risparmiarsi né snaturarsi, un personaggio che ha del tragico in un contesto comico. Noi spettatori amiamo così tanto Hal, anche a distanza di più di vent’anni da quando lo abbiamo conosciuto, proprio perché è tutte queste cose insieme. E questo anche grazie a Bryan Cranston.
Quando una serie ha parecchio successo – e posso affermare con certezza che Breaking Bad ne ha avuto – il rischio è che gli attori che la interpretano, e il protagonista in particolare, ne diventino in qualche modo schiavi. E quindi Josh Radnor è sempre Ted Mosby, Kit Harington è sempre Jon Snow e potrei andare avanti così per paragrafi. Bryan Cranston invece è tanto Hal quanto Walter White. È quasi come se i due si fossero dati il cambio, e il secondo non sarebbe esistito se il primo non fosse andato via nel momento opportuno. Dopo la settima – e poi definitivamente ultima – stagione di Malcolm in the Middle, infatti, si era pensato di produrne un’altra, idea che è stata poi accantonata. Aver messo da parte questa possibilità ha permesso a Bryan Cranston di girare il pilot di un’altra serie, per l’appunto Breaking Bad, e di essere anche Walter. Walter deve letteralmente la vita ad Hal. E se c’era bisogno di un altro motivo per amarlo, ora sono sicuramente abbastanza.