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Niente ci ricorda la morte come questo episodio di Maniac

Maniac
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Maniac porta nel suo spirito e nell’essenza del suo format, seppur si tratti di una miniserie, una vasta quantità di spunti che non riusciremmo mai a esaurire in un solo articolo. Con lo spazio concessomi, voglio invece soffermarmi sulla morte e su come abbia un impatto fondamentale sulla totalità della trama, ma in particolare in un episodio.

La puntata di cui stiamo parlando è, ed altro non potrebbe essere, “Windmills”, tradotto in italiano ‘Mulini a vento’, la seconda della prima e unica stagione di Maniac.

Per chi se lo fosse perso, la fitta trama di Maniac ruota attorno ai due protagonisti: Annie Landsberg interpretata da Emma Stone e Owen Milgrim interpretato da un magistrale Jonah Hill.

Ci troviamo in un’epoca immaginaria dove elementi degli anni Ottanta e tecnologie avveniristiche coesistono tra loro. I due protagonisti sono accomunati da un passato travagliato che ha portato a diverse patologie psichiatriche, prima su tutte la depressione. Colpiti da una tristezza incolmabile, i due, inizialmente per motivi diversi, decidono di sottoporsi a una sperimentazione farmaceutica che promette di guarire il loro dolore in modo permanente.

Il trial clinico si basa sulla somministrazione di tre pastiglie assunte in tre fasi differenti: la prima, la pasticca A sta per Agonia; in questa fase verranno indagati i traumi personali dei pazienti attraverso l’affiorare dei ricordi più drammatici della loro esistenza.

La seconda pasticca, la B (di Barriera), è volta a trovare i meccanismi di autodifesa che la mente crea per nascondersi dal trauma.

Infine la terza e ultima pastiglia, la C, sarà quella determinante per il Confronto finale e la relativa accettazione. Una volta scovata l’origine del malessere, il super computer analizzerà tutti questi dati affinché sia possibile creare un sistema più sano per aiutare chi soffre a vivere meglio.

‘Dopo non sarete più gli stessi’

Maniac
Un fotogramma tratto dal secondo episodio di Maniac: Windmills

Windmills si concentra sulla fase di Agonia, ma soprattutto sul dolore straziante che Annie porta addosso da ben cinque anni come un fardello che non riesce ad abbandonare.

Il motivo principale che ha spinto la protagonista a sottoporsi a questo trial privato, come viene raccontato in questa puntata, è la dipendenza che ha contratto con la pastiglia A.

Annie assume periodicamente la pastiglia dell’Agonia con il principale obiettivo di punirsi rivivendo infinite volte il trauma che da anni non le dà pace. La scelta di diventare una tester dell’esperimento è motivata dal voler ancora una volta rivivere quel dolore, l’ennesima punizione, la scelta di soffrire per abbattere la sofferenza.

Il turbamento di cui parlo è la prematura scomparsa della sorella Ellie durante un incidente stradale che vedeva alla guida Annie.

Un viaggio in macchina a South Lake City, chiacchiere e risate, e poi un brusco litigio, di quei litigi tipici di due sorelle molto vicine di età, un bisticcio che in altre occasioni sarebbe risultato ‘normale’, ma che in questa ha il sapore della morte. Annie infatti, in un gesto di estremo amore mal celato, risponde volutamente male alla sorella, al fine di rendere meno doloroso il distacco che di lì a poco sarebbe avvenuto tra lei ed Ellie, dovuto al trasferimento della protagonista a New York. Con l’obiettivo di fortificare la sorella minore, Annie usa parole durissime ma inconsciamente anticipatorie del disastro che avverrà il mattino seguente:

‘Ogni volta che penso a New York senza di te, mi sento felice perché non dovrò sentirmi in colpa quando non ti chiamerò o non vorrò stare con te, sarai lontana, saremo distanti ma non dovremmo fingere il contrario.’

‘Mi mancherai anche tu, Annie’

Il mattino seguente un imbarazzante tentativo di riappacificazione sembra di nuovo unire le due ragazze che per suggellare la ritrovata sintonia decidono di scattarsi una foto.

Non ci sarà nessuna foto, ma solo un grande boato, scintille e un volo di 50 metri nel vuoto, un ultimo tonfo sul suolo e poi silenzio; detriti, parte della carrozzeria dispersa oltre la carreggiata, segni di frenata sull’asfalto e un corpo disteso a terra, ricoperto di sangue: il vivo corpo di Annie.

Di Ellie nessuna traccia, né ora né mai.

Un lutto inaspettato e assolutamente mai rielaborato.

Maniac
Fotogramma di una scena tratta da Maniac

Annie decide di morire ogni volta che ingoia la pastiglia A. Sceglie consciamente di morire, condanna la sua esistenza a una vita priva di sbocchi, precludendosi ogni possibilità di rinascita; ogni piccolo briciolo di felicità che le si presenta davanti lo butta via come se non lo meritasse.

Ad ogni assunzione della pasticca dell’Agonia cade in un sonno profondo, in uno stato quasi comatoso; immobile e inerte sul divano di casa lentamente muore, mentre la vita intorno a sé continua a fluire dimenticandosi di lei. Ogni dose equivale a una nuova occasione per riabbracciare la sorella, ma purtroppo la trama è sempre la stessa, e per quante volte decida di prendere la pastiglia A non riuscirà mai a riaverla con sé come vorrebbe o a morire al posto suo.

In questo ciclo perenne di morte combattuta con altrettanta morte, Annie ancora non sa quali esiti le riservano le pastiglie B e C. Chi ha visto la serie di certo conosce ciò che il futuro le riserva, ma la Annie di questa puntata ancora no.

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