PILLOLA B: ELABORAZIONE
La pillola B ci fa entrare nel cuore di Maniac, segnando il momento in cui la serie comincia veramente a ingranare e a stupire lo spettatore. È il momento dell’identificazione dei meccanismi di difesa dei soggetti. Attraverso situazioni drammatizzate e metaforiche, metteranno in pratica tutte le loro tecniche difensive.
Nel primo sogno sono una coppia sposata che si imbarca in un’assurda avventura per consegnare un lemure alla figlia di un’anziana appena deceduta.
Questa drammatizzazione ci fa capire la struttura estremamente metaforica della mente umana: portare a termine una missione ci guarirà da tutti i mali. L’apoteosi di questo concetto è il comportamento di Annie: in regressione pura, si comporta come un’adolescente allo sbando, incapace di affrontare in modo adulto il suo trauma.
Riportare il lemure alla figlia della sua paziente la guarirà, dando senso a una vita che pareva non averne: è una moglie e una madre incapace e assente, che si comporta come una ragazzina. Ma il senso di colpa non andrà via, anzi si acuirà, alla scoperta dell’identità della donna: la futura madre del camionista che ucciderà la sorella. Meraviglioso esempio di sogno cosciente.
Owen, d’altro canto, mette in atto il suo meccanismo di difesa preferito: idealizzare positivamente tutti e sminuire continuamente se stesso. Annie è la moglie perfetta e adorata che lui non riesce a rendere felice. Il senso di colpa di cui lei vuole liberarsi, Owen lo agogna come una prova d’amore.
Ancora più cristallina la scena della seduta spiritica, forse il momento più alto di Maniac. Owen rinuncia a tutto ciò che è importante per lui, per darlo a Annie. E Annie cannibalizza la sua metà, Owen, per provare a perdersi in un mondo in cui il dolore non la divorerà più, costringendola a essere una femme fatale spietata.
Ancora una volta, nessuno dei due ha ciò che desidera. Messi di fronte ai propri meccanismi di difesa, non possono che contemplarli impotenti. Fino al momento della pillola C.