4) Mare Fuori 4: come disarmare il Cattivo in poche e semplici mosse
Questo quarto posto risulta sicuramente bordeline (a proposito di borderline, ecco 15 personaggi “al limite” che vi faranno impazzire), in quanto la scena in questione è decisiva per la storia e presenta al suo interno varie sfumature. È infatti fortemente drammatica, abbastanza statica poiché non troppo violenta e contemporaneamente dinamica per le conseguenze che ne seguiranno. Protagonista qui è Edoardo che, trovandosi in ospedale insieme a Don Salvatore, decide di punire il boss per averlo tradito e rubargli così il trono.
Così, una sera, riesce a scappare dalla sua stanza e irrompere tramite il balcone nella stanza di Don Salvatore. Una volta dentro, guarda per un po’ la “vittima” dormiente per poi prendere coraggio e soffocarla di prepotenza con il cuscino. Il tutto è condito con una luce psichedelica e una sorta di carmina burana di sottofondo (presenti, purtroppo, in ogni scena impattante di Mare Fuori 4). Come se non bastasse, alla crisi di pianto successiva al gesto, segue una sua uscita di scena dalla stanza attraverso la porta interna. Noncurante dunque della possibile presenza di telecamere di sorveglianza o di personale ospedaliero. Viene logico pensare che poteva andarsene tranquillamente nel modo in cui era entrato! Da questo cavillo, però, deriverà un corollario di avvenimenti che, insieme ad altre circostanze, allungheranno la minestra e coloreranno la storia con il trash necessario.
3) Da timido ragazzino a possibile detenuto, il passo è breve
Chi avrebbe mai detto che un ragazzino così pacato potesse compiere questo gesto? Parliamo di Pietro, figlio del comandante Massimo, profondamente in pena per il tragico evento di cui è stata vittima la povera madre. Al di là delle commoventi motivazioni del gesto, risulta poco credibile e grossolano il modo che ha scelto per vendicare Consuelo, considerata anche la giovane età.
Rubare la pistola del padre dall’IPM è già sembrato infatti un gesto troppo poco spontaneo per il suo temperamento. Tuttavia, a essere accusata di trash è la scena in cui la punta a Mimmo nel cortile del carcere, dopo aver fatto perdere le sue tracce per svariate ore. La lunga scena di Pietro in preda alla “furia omicida” che nasconde la pistola nel suo zaino, non è realizzabile né orientata all’effetto desiderato. Tanto che in questo caso sembra lui il vero cattivo, mentre invece si teme per la vita Mimmo, un complice che è stato miserabilmente incastrato e quindi vittima a sua volta.