Il nostro paese, quando si impegna, è in grado di partorire degli ottimi prodotti. Anche quando si parla di serie tv inizialmente snobbate, un po’ diverse, sicuramente non adatte a tutti. Ne è la dimostrazione Mare Fuori, uscita nel 2020 su RaiPlay e che solo di recente si è fatta strada nel cuore di milioni di spettatori. Le vicende che coinvolgono i ragazzi del carcere minorile di Napoli hanno lasciato il segno, a modo loro: ci hanno fatto piangere, ridere, soffrire insieme a loro. Soprattutto, ci hanno fatto fare la conoscenza di un’Italia come raramente l’abbiamo vista in televisione: dura, libera, fredda. Fiera. Ma non è solo l’Italia ad uscirne diversa tra le serie tv di cui stiamo per parlare: si tratta di mille realtà divergenti, tutte legate dalla stessa ottica. Se hai amato Mare Fuori, queste sono 4 serie tv da vedere assolutamente. Quattro mondi agli antipodi, lo stesso filo rosso ad unirli.
1) Orange Is the New Black
Iniziamo con un must nel mondo televisivo, uno dei prodotti di maggior successo degli ultimi anni. L’analogia potrebbe sembrarvi banale, ma vi assicuriamo che non è così. Orange Is the New Black, andata in onda per la prima volta nel 2013 su Netflix, segue per la bellezza di sette stagioni le vicende di Piper Chapman (interpretata da una straordinaria Taylor Schilling), condannata a scontare quindici mesi in un penitenziario femminile dopo aver trasportato una valigia piena di soldi per conto della sua fidanzata del tempo. Piper, sulla scia del Filippo di Mare Fuori, si ritrova in un ambiente diverso, che percepisce come ostile: ambiente che in poco tempo capirà essere popolato da donne variegate, disperate, di successo, sole, ma comunque sotto sotto profondamente simili a lei. Non è solo l’ambientazione di Orange Is the New Black a colpire gli amanti di Mare Fuori: esattamente come la serie italiana, quella americana ruota attorno ad alcuni personaggi femminili meravigliosamente scritti. Sono le donne ad uscire dallo schermo e a lasciare un segno, e noi non potremmo essere più soddisfatti. Imperdibile e pieno di spunti interessanti.
2) Blocco 181
Blocco 181 è una di quelle serie che avrebbe avuto il quadruplo del successo se non fossero arrivati prodotti simili (e per certi versi migliori) a distogliere l’attenzione. Siamo ben lontani da Napoli, all’interno di una Milano che sembra venuta fuori da un videogioco a tinte fosche per chi è abituato ai comfort e alla bellezza del centro. I protagonisti di Blocco 181, come in Mare Fuori, sono gli ultimi: i reietti, adolescenti nati in mezzo alla strada e cresciuti a pane e violenza. Da una parte abbiamo i ragazzi del blocco, guidati dal boss Nicola Rizzo, e dall’altra i pandilleros della Misa, due fazioni rivali in costante lotta tra loro per il predominio di un luogo che richiama alla mente solo buio e disperazione. Eppure, in questa narrazione disperata, la speranza è sempre l’ultima a morire. Perchè la Milano che non vorremmo mai conoscere diventa una Verona d’altri tempi, facendo da sfondo ad una storia d’amore che ricorda troppo quella di Romeo e Giulietta; un’amore che sfida qualsiasi cosa, in una singola stagione (per ora) al cardiopalma. Immancabile la presenza del rapper Salmo, che senza microfono in mano fa comunque fa la sua figura.
3) L’amica geniale
C’è un motivo ben preciso se L’amica geniale, serie televisiva basata sull’omonima saga letteraria di Elena Ferrante, ha avuto un enorme successo all’estero come nel nostro paese. La serie creata da Valerio Costanzo è tutto quello che un prodotto italiano dovrebbe essere e molto di più: un esempio lampante di che cosa si può portare in scena quando alla base c’è una narrazione che tocca il capolavoro. Quella de L’amica geniale è un’altra Napoli, ma non per questo meno destabilizzante: ambientata negli anni cinquanta in un rione di una città divisa tra la civilizzazione del centro e l’animalesca brutalità della periferia, la serie racconta la storia di Lila e Lenù, due ragazze profondamente diverse ma unite da un legame strano e indivisibile. Seguendole da quando sono bambine fino ad arrivare all’età adulta accompagniamo le nostre protagoniste in un mondo violento, barbaro, dove le donne sono costrette a farsi strada a fatica e vige la legge del più forte sempre e comunque. Eppure la poesia c’è, e come in Mare Fuori si percepisce il desiderio di cambiare, di innalzarsi dal fango per costruire qualcosa al di fuori. Un qualcosa che aspetta solo di essere raggiunto.
4) Euphoria
Come possiamo lasciare fuori Euphoria, la serie che forse più di tutte è riuscita a riscrivere il genere e ha trasformato il dramma adolescenziale in qualcosa che nessuno poteva prevedere? Euphoria e Mare Fuori non potrebbero essere più diversi, almeno in apparenza: se la serie italiana punta tutto sull’anonimato di un prodotto “di nicchia”, Euphoria grida esagerazione e visibilità da ogni angolo. Creata e diretta da Sam Levinson con protagonista una Zendaya fuori dai canoni, la serie racconta le vicende di un gruppo di adolescenti in un liceo degli Stati Uniti come mille altri. Eppure Euphoria non ha niente in comune con gli altri prodotti che si occupano di storie simili, ed è qua che torna a farsi vedere quel filo rosso che tanto profondamente lega queste serie così lontane fra loro. I protagonisti, ancora una volta, sono i diversi, gli adolescenti di cui non si vorrebbe sentire parlare ma le cui vicende attraggono come le droghe che i ragazzi della serie consumano con tanta facilità. Un ottimo tentativo di raccontare una generazione allo sbando, persa all’interno della propria testa e apparentemente destinata alla catastrofe. Euphoria ci ha dato alcune delle scene più conturbanti della televisione recente, ma ci ha anche regalato una nuova prospettiva con la quale osservare i giovani: un esercito di angeli caduti con ancora la voglia di rialzarsi in piedi.