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I 5 film più sopravvalutati del MCU

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Con un articolo precedente vi abbiamo parlato dei 5 film più sottovalutati del MCU, di quelle pellicole che, secondo noi, non hanno ottenuto la giusta risonanza, sia a livello di critica che di pubblico. Oggi vogliamo spostare la nostra, nonché vostra attenzione su un binario diverso e sui film della Marvel un po’ troppo sopravvalutati, ossia tutte quelle storie che hanno ricevuto un valore eccessivo rispetto a quello reale. Stiamo parlando di tutti quei prodotti della Marvel realizzati con eccessivo fanservice, o imbottiti di particolari marginali o gratuiti che non hanno un peso reale sulla trama, ma che sono serviti solo per aumentare l’hype dei fruitori. 

Altre volte, invece, la Marvel ha esagerato davvero esagerato con i buchi di trama, lasciando da parte ogni senso logico e temporale per concedere più spazio alla frenesia. Volete un esempio? Spiderman No Way Home, seppur abbia centrato a pieno la caratterizzazione dell’uomo ragno e della sua anima, resta un film pieno di punti interrogativi e scelte discutibili dal punto di vista narrativo. Ma non è l’unico. 

Oggi vi parliamo dei film più sopravvalutati del Marvel Cinematic Universe: 

Thor: Love And Thunder 

Credo che la Marvel abbia fatto un pessimo lavoro con il personaggio interpretato da Chris Hemsworth. Dal primo film dedicato al Dio Del Tuono, la Casa delle Idee ha preferito fare una caricatura di Thor e renderlo una sorta di marionetta nelle mani di ilarità e sarcasmo. Ma se nei primi film di Thor c’era comunque un minimo di azione e suspence, Thor: Love and Thunder ha scelto di essere qualcosa di molto simile ad un cinepanettone, un film in cui si cerca di piazzare la battuta anche nei momenti più improbabili. Il film di Taika Waititi sembra poi spostare tutta la sua attenzione verso Jane Foster e i sentimenti che la legano a Thor, cosicché preferisce, ancora una volta, rendere il protagonista un coprotagonista qualunque. Alcuni critici hanno lodato l’interpretazione di Christian Bale nei panni di Gorr, forse il nemico più crudele incontrato da Thor fino a questo momento, ma basta un buon villain per avere un giudizio positivo su un film da cui ci si aspettava tanto? Thor: Love And Thunder avrebbe dovuto chiudere un cerchio iniziato molti anni prima, e restituire a Thor un film unico in cui specchiare tutto il suo peso e la sua importanza. Peccato. 

Iron Man 3

Il primo film dedicato a Iron Man ebbe un successo clamoroso e sancì, una volta per tutte, l’inizio del MCU. Fu proprio Iron Man a mostrarci tutto il potenziale di un universo che prometteva di abbracciare anni e anni di vita, e che metteva in moto il genere dei supereroi con intelligenza e coraggio. Purtroppo, Iron Man 3 non è un buon film come il primo e, dopo l’incredibile hype generato da The Avengers, pellicola che si posiziona subito prima di questa, tutti siamo rimasti pressoché delusi dall’ultimo capitolo dedicato a Tony Stark. Iron Man 3 racconta un personaggio in crisi, un Tony Stark inseguito da attacchi di panico e dall’incredibile peso di un’identità importante, quella di un supereroe rimasto senza armatura. Quello che viene fuori è una pellicola confusionaria e in cui la molta carne a fuoco finisce per bruciare la griglia, e in cui viene sopravvalutata anche la bontà della trama: non accade nulla di importante per buona parte della durata. E poi, la scelta di recuperare la storyline dedicata al Mandarino ha un senso? A mio avviso si poteva far di meglio anche in questo caso, portando alla ribalta un nuovo e carismatico villain. 

Un esempio di film Marvel molto sopravvalutato: Spider Man: Homecoming

Partiamo subito con una constatazione: Spiderman: Homecoming non è un brutto film e Tom Holland non è un pessimo Spiderman Man. Cos’è che non va, allora? Credo che per tutti noi sia stato uno shock guardare Spiderman: Homecoming dopo esser stati abituati ai brillanti film diretti da Sam Raimi, e che, quindi, l’ostacolo principale diviene il confronto con lo Spiderman di Tobey Maguire. Un confronto che ci porta indubbiamente a storcere il muso quando vengono meno i tratti più cupi e maturi apprezzati nei film precedenti per la tendenza vacua della Marvel a rendere tutto più ‘fiabesco’. Homecoming parte in In medias res, quando Peter è già stato morso dal ragno, e non ci viene dato tempo e modo di apprezzare l’origine di questo Spiderman, se non quando ci viene detto che è una specie di ‘recluta’ per gli Avengers. Spiderman: Homecoming ha poi pochissimi momenti d’azione degni di nota e questo è un grosso difetto per un film che parla di supereroi e crimini. Inoltre, lo scontro finale con Adrian dura veramente pochissimi minuti, quasi come se fosse un momento da far passare in secondo piano rispetto a dialoghi da teen drama. Ci saremmo aspettati molto di più da un film che avrebbe dovuto segnare l’inizio di uno dei supereroi più amati di sempre all’interno del Marvel Cinematic Universe. 

Black Panther: Wakanda Forever 

Black Panther

Black Panther ha dovuto fare i conti con la morte del suo protagonista, il brillante e amatissimo Chadwick Boseman. Wakanda Forever si è trovato, allora, di fronte a un pericolosissimo bivio: fare il recast o affidare la maschera della Pantera a un nuovo personaggio? Questa seconda opzione ha vinto la sfida e la Marvel ha deciso di continuare la storia regalando i poteri di T’Challa a sua sorella Shuri. Wakanda Forever, a mio avviso, funziona solo, o per lo più, quando prova a ricordare Chadwick, nei momenti in cui l’emozione rompe gli schemi tradizionali di un film della Marvel. Ma quando poi la pellicola deve entrare nel vivo della storia e rompere i ponti con il passato, emerge più di qualche problema, soprattutto se si parla di personaggi: Wakanda Forever ne presenta talmente tanti da farci dimenticare chi è il protagonista o in quale direzione voglia andare la sua trama. Il sequel di Black Panther è anche un film troppo lungo e prolisso, e con alcuni momenti, soprattutto nella parte centrale, che non riescono a preparare il terreno al gran finale. Nonostante questo, resta l’ottimo lavoro fatto sulla caratterizzazione di una civiltà unica e inimitabile. 

Ant Man and The Wasp Quantumania

Credo che questo film sia una delle più grandi delusioni che mi ha donato la Marvel fino ad oggi: il trailer di Ant Man And The Wasp Quantumania mi sembrava perfetto. In quei pochi minuti ho potuto apprezzare un mondo bellissimo e affascinante nonché qualche vibes che mi rimandava, non so per quale motivo, alla storia di Interstellar. Poi è arrivato il film e ho capito che il Regno Quantico, quel mondo bellissimo che avevo adorato nel trailer, è l’unica cosa che funziona. Sì, nel terzo film di AntMan funzionano solo le ambientazioni. La storia non riesce quasi mai a catturare l’attenzione dello spettatore, se non quando, nei minuti finali, ci viene presentato quello che di fatto è il nuovo Thanos della fase 5, Kang. La pellicola, fino a quel momento, risulta chiassosa e piena di scene d’azione senza inventiva, quasi come se ci fossero presentate dinamiche viste e riviste. Allora possiamo ammettere una volta per tutte che il neo più grande e pericoloso della Marvel sta diventando esattamente questo: la ricorsività delle sue storie.