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X-Men ’97 – Un’operazione nostalgia che ha funzionato bene

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ATTENZIONE: l’articolo contiene spoiler sulla serie Marvel X-Men ’97

Sapete cosa si dice dei supereroi? Che nei momenti più bui, quando tutto sembra perduto, loro arrivano a riaccendere la luce della speranza. Questa mistica che ritroviamo in tantissimi fumetti Marvel è ciò che contraddistingue anche il grande ritorno in scena dei mutanti, che giunti in quello che era probabilmente il momento più basso del franchise, hanno riportato una nuova luce, estremamente ardente, nell’universo Marvel. X-Men ’97 è una delle folgorazioni di questo 2024. La serie animata prosegue la mitica produzione anni Novanta sui mutanti e il ritorno in scena di Ciclope, Wolverine e compagni è stato tale da travalicare abbondantemente il successo previsto.

A suon di episodi grandiosi, X-Men ’97 ha convinto davvero tutti, affermandosi come una delle migliori serie tv dell’anno. Sicuramente il miglior titolo Marvel dedicato alla televisione. Questo straordinario successo si riconduce a diversi fattori, che abbiamo sviscerato anche in altri articoli. Tra questi, però, spicca proprio il rapporto col passato, con quella mitica serie animata da cui X-Men ’97 ha tratto spunto. La serie tv visibile su Disney+ è, prima di tutto, un’operazione nostalgia riuscita decisamente bene, perché capace di andare oltre l’operazione nostalgia stessa. Scendiamo nel dettaglio.

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Magneto, uno dei personaggi più complessi della serie

X-Men ’97 ha avuto il merito di rispondere a una diffusa esigenza del pubblico

Come abbiamo detto nell’introduzione, X-Men ’97 è arrivata in un momento decisamente particolare del franchise. Il 2023 ha certificato la dilagante crisi della Marvel, articolatasi in un fallimento dopo l’altro al cinema e in televisione, da The Marvels (potete recuperare qui la recensione del film)a Secret Invasion. Il 2024 esigeva un cambio di rotta, concretizzatosi inizialmente in quel timido raggio di sole costituito da Echo. Poi è arrivata X-Men ’97, la vera rivoluzione mutante. La serie animata è andata a insistere su un sentimento dominante del pubblico in questa fase delicata di crisi: la nostalgia. Dati i flop recenti, a gran voce si chiedeva un ritorno al passato. D’altronde, il “si stava meglio quando si stava peggio” è un mantra universale.

Come a ogni momento di crisi, la risposta è stata uno sguardo conservatore sul passato, e X-Men ’97 ha regalato questa prospettiva, andando a riesumare uno di quei feticci del pubblico più morboso e influente: la serie animata anni Novanta sui mutanti. X-Men ’97 è stata bravissima però nell’andare ben oltre questa semplice operazione nostalgia. Rievocare la serie sarebbe stata una semplice toppa. Per un franchise così grosso serviva un nuovo punto di partenza. Così, la serie sui mutanti, attingendo a questo popolare occhio sul passato, ha dato la spinta anche per costruire il futuro, rendendo attuale questa ambiziosa operazione nostalgia.

Un successo che si costruisce sulla qualità

Come ha fatto l’operazione nostalgia di X-Men ’97 a funzionare così tanto bene? La risposta è tanto semplice quanto complessa. Le ragioni stanno in quel termine che si rincorre sempre quando si parla di serie tv. In quella chimera “borisiana”, in quell’utopico sogno di ogni Renè Ferretti wannabe. Il segreto di Pulcinella è la qualità. Analizzando il successo di prodotti seriali, ci rendiamo sempre più spesso conto di quanto complessi ragionamenti e articolate motivazioni riconducano poi allo stesso risultato. Quando c’è un lavoro di qualità, il successo è quasi una conseguenza fisiologica.

X-Men ’97 ha arricchito la propria operazione nostalgia, dunque, con un sopraffino lavoro di scrittura, confezionando episodi indimenticabili e costruendo una storia intensa, culminata nel tris finale di puntate che ha contrassegnato l’apice di un climax narrativo impressionante. Da qui arriva quella nuova linfa di cui parlavamo. La forza di costituire un nuovo punto di partenza. X-Men ’97 non si è limitata a rievocare il passato, ma gli ha dato una forza del tutto inedita, rendendo quel mitico passato un presente altrettanto valido e permettendo ai fan di non dover guardare più all’indietro per trovare confronto, ma di poter volgere lo sguardo con fiducia anche in avanti.

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Gli X-Men intenti in una partita di basket

L’equilibrio tra passato e presente creato da X-Men ’97

Ma poi nello specifico, che vuol dire che X-Men ’97 ha dato nuova linfa al passato attualizzandolo e rinvigorendolo? Senza alcuni esempi questi rischiano di essere solo paroloni vuoti, per cui andiamo un po’ sul pratico. A ben vedere, uno dei più grandi pregi della serie è stato quello di riuscire a ricostruire alla perfezione le atmosfere della serie originale. Dal clima d’odio e intolleranza al sogno utopico di Xavier, vissuto in maniera singolare da ogni X-Man. Il conflitto resta al centro del discorso, e in tal senso l’episodio della strage di Genosha è davvero un pugno allo stomaco sferrato con la forza del braccio meccanico di Cable.

Odio, intolleranza, ma anche amore, sogno. X-Men ’97 si muove tra le atmosfere della serie originale e anche della più prestigiosa produzione cartacea sui mutanti. Insiste, però, su dinamiche che trovano ampio sfogo anche nel dibattito odierno, perché quel conflitto tra umani e mutanti è facilmente adattabile a un mondo che purtroppo si sta ricordando con fin troppa crudeltà cosa vuol dire vivere in guerra. Più complessi sono anche i sentimenti che muovono i personaggi, basti pensare al viziato amore materno di Madeleine Prior, all’inconfessabile attrazione di Morph per Wolverine o alla peculiare etica personale di Magneto. In questo senso, dunque, X-Men ’97 recupera gli schemi del passato a li riattualizza, spianando anche, finalmente, la strada a un nuovo futuro per la Marvel.

Futuro mutante

La testimonianza del fatto che X-Men ’97 ha superato abbondantemente i confini dell’operazione nostalgia sta nella forza con cui la serie tv presente su Disney+ promette di condizionare il futuro della Marvel. Il successo del racconto sui mutanti deve essere un esempio, un modello. Per ripartire, serve una narrazione che ritorni inevitabilmente alle origini, ma che con un ottimo lavoro di scrittura si adatti alla perfezione al presente. Il futuro della Marvel contiene il gene X, perché sotto questo punto di vista i mutanti posseggono davvero delle potenzialità incredibili, ma non sono da soli. Pensiamo ad altri personaggi iconici, su tutti i Fantastici 4, che potrebbero godere di un lavoro del genere. X-Men ’97 ha mostrato una via, ora tutto sta a perseguirla.

Torniamo anche noi alle origini, però del nostro discorso. Abbiamo parlato dell’operazione nostalgia di X-Men ’97 e abbiamo dimostrato perché ha rappresentato una delle chiavi del successo della serie. Come detto, poi, ci sono anche altri fattori, elementi che rendono la produzione Disney+ da vedere assolutamente. Questo rapporto col passato e col presente, però, è cruciale, e per avere un saggio dell’eccezionale lavoro svolto, basta vedere la serie originale e poi questa prima stagione di X-Men ’97, entrambe presenti su Disney+. Vi renderete sinceramente conto di come si conduce un’operazione nostalgia fatta bene.

Danilo Budite