Non molto tempo fa, in una galassia decisamente non troppo lontana 20 aspiranti chef sono entrati ufficialmente a far parte dell’edizione 2019 di Masterchef. Si sono dovuti muovere con destrezza per affrontare la tanto temuta Mystery Box, lo spaventosissimo Invention Test e la terrificante prova in esterna. Bisogna ammettere che la prima puntata ufficiale ha fatto il suo dovere: ci ha fatto dimenticare delle discutibili modalità di selezione di quest’anno. Tutto sommato possiamo dire di essere rimasti soddisfatti. Non è stata la migliore puntata di sempre (mancava quel pizzico di Curry in più), ma non possiamo neanche lamentarci. Dopotutto non aspettavamo altro che conoscere meglio i concorrenti per poter prevedere con esattezza le dosi di trash che Masterchef ci avrebbe regalato quest’anno (raddoppiate se si tiene conto dell’edizione All Stars).
Tutti sembrano avere le carte in regola per dare spettacolo. Chi più, chi meno.
La Mystery Box è servita proprio a questo. I nostri amici hanno dovuto dare colore alla loro tela bianca, composta da ingredienti senza colore. Ed ecco che sono usciti capolavori di ogni genere. Così tanti che i giudici hanno preparato una sorpresa per tutti noi. Infatti, dopo che i tre piatti migliori sono stati stabiliti, noi ci aspettavamo l’assegnazione del vantaggio per l’Invention test. E invece no, è arrivato un piatto migliore. Poi ancora e ancora. Quasi a dividere la Masterclass a metà: i più forti e i più deboli. Infine Salvatore, vincitore della Mystery, ha difeso i più deboli, mandandoli in balconata per poi fare l’eroe e continuare a cucinare.
È stata una semplice pasta e fagioli a mettere in crisi i più forti. Tanto che a vincere è stato Guido, che ha deciso di fare la pasta a mano, nonostante la sciatica. La magnanimità dei giudici (più unica che rara) si è vista quando al termine della puntata non c’è stata alcuna eliminazione. Il primo episodio è quindi servito a farci conoscere meglio gli aspiranti chef. Pensate che non è nemmeno arrivato il grembiule nero accompagnato da un biglietto di sola andata per il Pressure test.
Troppo buoni questi giudici.
Tutti si sono quindi recati all’Aeroporto Militare di Pisa, dove si sono divisi in due brigate: quella capitanata da Guido e quella capitanata dalla dolce Anna. Noi spettatori siamo stati abituati decisamente bene. E per questo motivo dovevamo aspettarci l’impossibile. Con il suo menù a base di carezze e a suon di “vi siete lavati le mani?” è stata la signora di Pecetto Torinese a portare a casa la vittoria. Ma non è stato di certo questo il momento clou della seconda puntata. Come sappiamo tutti la prova che mette davvero in difficoltà i concorrenti è il Pressure Test.
Evidentemente stanchi di tutte le uova che avevano in dispensa e che stavano per andare a male, i giudici hanno ben pensato di farle utilizzare agli aspiranti chef. Insomma, non si può parlare di sorpresa perchè nel momento in cui uno compila il modulo per partecipare a Masterchef è perfettamente consapevole che dovrà preparare una maionese a mano. Eppure ancora oggi, all’ottava stagione, qualcuno si è fatto trovare impreparato. Certo, è anche vero che la difficoltà stava nell’ utilizzare uova di quaglia.
Ma per amor del cielo, imparate le proporzioni e ricordatevi che l’olio va a filo.
Poi è arrivato il momento del classico uovo in camicia, meglio conosciuto come antica tortura alla Cracco e, infine, perchè non preparare una bella Omelette con un uovo di struzzo? Cose semplici semplici. E anche le prove più prevedibili ce le siamo levati dalle scatole. Dopo il bagno di sangue (e uova) del Pressure, è stata Paola a dover abbandonare la cucina di Masterchef.
E noi siamo rimasti con un solo quesito. Se tutte le porchette sono maiali, ma non tutti i maiali sono porchette, nel piatto di Giovanni c’era maiale o porchetta?