Il quadro della terza stagione di Mayor of Kingstown si definisce. Ogni tassello è al proprio posto e ogni figura sospesa è tra coraggio e riscatto personale. Dove il coraggio è quasi uno stimolo di vita, di adrenalina, di un obbligato allontanamento. L’allontanamento da un’esistenza che è passata dall’essere carica brivido a piatta e monotona. È quasi una smania del rischio che prima faceva parte di tutti i giorni. L’incapacità di trascorrere tempi prolungati in tranquillità e almeno parzialmente al sicuro. Il riscatto personale rappresenta invece l’esatto contrario e cioè modificare quelle che, considerate inezie, rendono però ogni difficoltà più sopportabile. Gli esseri umani nascosti e addormentati che abitavano i personaggi dello show Paramount+ sentono risvegliati i propri sensi. L’esigenza di ritrovare quei sentimenti più puri che fanno parte di loro, ma che non hanno mai tempo né modo per esprimersi.
Mayor of Kingstown mette tutti sullo stesso piano, tutti all’interno della stessa guerra
Si vede finalmente un’accesa reazione di Bunny che in queste 3 stagioni si era limitato a farsi rassicurare da Mike. Senza mai esagerare né esplodere di violenza. Come chi, più o meno corrotto, fa comunque parte delle legge, lo stesso Bunny è sempre apparso come capo di una gang consapevole. Capace quindi di fermarsi quando è necessario. Bunny non è sadico come Milo, feroce come Merle o insensibile come Konstantin. Perché anche Konstantin, in questo episodio, acquisisce rilievo e consistenza, soprattutto attraverso il suo misterioso rapporto con Iris. Potrebbero essere amanti tanti o padre e figlia.
La quinta puntata, che si intitola appunto Iris si concentra su di lei.
E Mayor of Kingstown torna così a non deludere, serie di punta della piattaforma streaming, da vedere assolutamente. Con battute da parte di Mike: “non sono un salvatore” e “è una civile” che spiegano questa sua spesso avventata e nobile intenzione di proteggere Iris dal male che la rincorre. La stessa Iris, che cominciava a guadagnarsi l’appellativo di personaggio capace di creare solo problemi, a volte fin troppo ingenua e incosciente, ha la sua rivalsa. Infiltrata nelle fila di Konstantin, alleato di Merle e quindi della gang degli Ariani, sarà costantemente in pericolo. E si crea così un collegamento anche con Merle.
Ma Callahan, a differenza di Konstantin, non avrà problemi a far del male ad Iris, non avendo nessun legame con lei. Non che Konstantin la risparmierebbe. Ma avendo con Iris un trascorso, ancora ignoto, potrebbe forse avere più difficoltà ad accettare che, proprio lei, lo ha tradito. Un inganno che sarebbe ordito con i nemici giurati di entrambi e cioè la polizia. Mike sopratutto, avversario doppiogiochista del quale fidarsi è difficile. Considerando che si troverà a fare le veci di Bunny e di Merle, ormai in evidente lotta tra loro.
Iniziano gli scontri che portano avanti la narrazione e aumentano la voglia di vendetta
Così, tra armi che non vengono restituite e necessità di rispondere, è di nuovo Mike a chiarire uno degli altri temi di Kingstown. “È sempre la vendetta” dice con amarezza. Ed è proprio così. È tutto un regolamento di conti, un attacco e un contrattacco, un’azione impulsiva e sopra le righe e una reazione che non tarda ad arrivare. Sarà così tra Crips e Ariani e la sparatoria di questo quinto episodio, con l’ottima scelta di chi coinvolgere e chi far agire ignaro e indisturbato, è solo una delle tante. Una delle prime.
E ora che anche Iris è stata inclusa nel giro di droga di Konstantin, alleato degli Ariani e pronto a distruggere Bunny, il nucleo centrale di questa stagione è completo. Mayor of Kingstown abbandona così le doppie e triple storie parallele, mettendo insieme tutti i vecchi e nuovi personaggi all’interno di una rete e una “quiete” appesa a un filo.
Così tensione e suspense tornano a impossessarsi dello show.
C’è da dire che è comunque impareggiabile la metà della seconda stagione (qui la recensione completa del secondo capitolo) con un caos e attentati devastanti che hanno portato Mike a quella decisione per cui sta ancora pagando la conseguenze. E cioè imprigionare tutti i capi delle gang che controllavano Kingstown. Per ristabilire l’ordine. Forse una delle scelte e delle carte vincenti della seconda stagione. Ma come evolvono i personaggi, la serie Paramount+ fa evolvere anche le situazioni, e riprendere quel periodo, quei mesi dove ogni giorno, venivano decimati innocenti, sarebbe stata copia di qualcosa che non avrebbe avuto lo stesso impatto. Anzi, forse addirittura un caricare una cruda e arida città che si è imparato a conoscere. E che, per quanto sorprenda nella continua disumanità che la contraddistingue, è Kingstown, lo è sempre stata e bisogna adattarsi.
Ad essere davvero in pericolo è l’universo che ruota attorno a Mike e quindi il destino della sua anima
La vera differenza tra le due gang in guerra tra loro è quanto tengono in pugno Mike. Bunny va tenuto a bada e mantenuto come alleato. Merle conosce Mike, e il loro passato ha importanza per entrambi. La quinta puntata di Mayor of Kingstown conferma comunque i buoni presupposti del precedente episodio (qui la recensione). Una stagione sicuramente più riflessiva e interessata a personalità afflitte che cercano residui di affetto e dolcezza. Quella speranza di altruismo e generosità, di trovare il buono negli altri, che erano rappresentati da Mariam, in Iris erano l’incarnazione di una vita rubata, di un angelo dalle ali spezzate, di un’innocenza dimenticata. Con la scomparsa di Mariam e la trasformazione di Iris, quello spiraglio d’amore però non c’è più e per quanto si ritrovi con altri elementi, trascina i personaggi in nuovi legami.
Dalla nascita del piccolo Mitch, con Kyle che entra negli SWAT e Tracy che torna a lavorare nel penitenziario femminile. E si tratta degli SWAT di Mayor of Kingstown che spesso uccidono per non venire uccisi. E il penitenziario dove Tracy fatica a riabituarsi. La conferma di Kyle come membro delle forze speciali, mette lui e Robert su uno stesso piano che potrebbe causare rivalità. Mentre Tracy potrebbe essere in pericolo o sentire lei un bisogno di allontanarsi da quella famiglia McLusky, che per lei è sempre stata più quella di Mariam che la sua. Mentre Mike si lascia andare vivendo un rapporto che sembra quasi una vera e propria relazione, in questo quinto episodio è chiaro come tutti stiano rischiando la vita ora molto più che in precedenza, e che forse a qualcuno bisognerà dire addio.