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Come finisce Mila e Shiro?

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Per noi ragazzi trentenni – o quasi – l’anime Mila e Shiro due cuori nella pallavolo è un’istituzione, con Holly e Benji, Piccoli problemi di cuore e lo struggente Lady Oscar. Tutti questi anime, che al tempo chiamavamo cartoni animati, hanno in comune non solo le numerose censure spesso immotivate, ma anche un finale tendenzialmente aperto. Questo accadeva perché il cartone era più breve del manga e finiva in un punto che poteva precedere di molto la conclusione effettiva dal fumetto, che a volte era ancora in corso e comunque proseguiva per molti altri numeri.

A meno che non siate appassionati di un particolare anime è difficile che sappiate com’è andato a finire, soprattutto perché all’età in cui lo guardavate ci si accontentava più facilmente di quello che Italia 1 ci offriva, senza chiedere troppe spiegazioni.

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Oggi, con Internet a disposizione e con il mondo a portata di mano, non è possibile accontentarsi e continuare a non conoscere il destino di Mila e Shiro.

Il manga, e di conseguenza l’anime, appartiene alla cosiddetta categoria spokon, cioè legato all’ambito sportivo, e narra le avventure dell’ingenua e ribelle Mila (in originale Yu Hazuki). Mila è una ragazzina delle medie che va a vivere in città con il padre  dopo aver vissuto con i nonni in campagna. Arrivata in una nuova scuola, Mila scopre di avere un talento per la pallavolo. Il padre non è molto contento di questa sua capacità perché come si scoprirà a storia inoltrata anche la madre di Mila era un asso di questo sport e proprio per realizzarsi come giocatrice professionista aveva abbandonato marito e figlia.

La passione però è più forte delle proteste paterne e anche di tutte le angherie subite dal violento allenatore Daimon (che puniva le atlete colpendole con una canna di bambù…). Mila resiste e insegue il suo sogno, spronata dalla rivalità con alcune compagne che poi diventeranno care amiche, e ispirata dalla bravura di Shiro.

A pensarci bene questo è tutto ciò che fa Shiro! Incredibile, vero? Il ragazzo è infatti un personaggio secondario, che addirittura si può definire minore! Chi l’avrebbe mai detto, dopo che i traduttori italiani l’hanno promosso coprotagonista nel titolo? Forse puntavano a sfruttare il romanticismo per attirare piccole spettatrici? Mistero.

Anche perché questa coppia, volumetti e puntate in mano, non esiste! Nel manga è chiaro che tutto quello che i due riescono a sviluppare è una bella amicizia. Shiro è semplicemente un modello sportivo per Mila, e niente di più.

Lo stesso accade più o meno nell’anime, dove forse un minimo s’intuisce che i due si piacciono, ma il massimo romanticismo si raggiunge in questa scena:

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A voi i commenti.

Per quanto riguarda gli aspetti più interessanti della storia, cioè la pallavolo e la questione della madre, possiamo dire che hanno entrambi un lieto fine. A un certo punto Mila scopre che la madre è viva e che l’aveva abbandonata per giocare a pallavolo. La ragazza comprensibilmente ha un momento di rigetto per lo sport e sembra non voler più giocare. Con l’aiuto di Shiro però Mila si riprende, fa pace con la donna e riscopre il suo talento. La ragazza riesce addirittura a entrare in una squadra professionale di pallavolo (le Seven Fighters). Dopo duri allenamenti e selezioni, incluso un torneo interno alla sua stessa squadra, approda in Nazionale. La storia termina proprio con Mila alle Olimpiadi di Seul del 1988 pronta a fare una delle sue famose schiacciate contro la Cecoslovacchia (che c’era ancora a quei tempi).

Non si sa se il Giappone abbia vinto quella medaglia d’oro o no, ma sappiamo che Mila ha realizzato il suo sogno:

La lotta è ricominciata e tanti ostacoli dovrò superare ma voi lo sapete amici io non mi tirerò indietro e alle Olimpiadi di Seul ci sarò anche io; arrivederci e come sempre attack!

Tutto questo è successo nel lontano 1986, quando c’è stata la prima messa in onda dell’anime su Italia 1. Quasi venticinque anni dopo, in occasione delle Olimpiadi di Pechino, qualcuno ha ben pensato di mandare in onda Mila e Shiro – Il sogno continua. Si tratta di un sequel giappo-cinese di cinquantadue episodi del famoso cartone degli anni Ottanta. Questo seguito non si sofferma unicamente su Mila, ma dà spazio anche ad altre atlete che non sono più unicamente di supporto alla protagonista.

L’occasione per far rientrare Mila nelle nostre vite ce la dà Shiro, che è in Cina a fare l’allenatore delle Dragon Ladies. Questa squadra è sull’orlo della retrocessione ma con l’impegno delle atlete e il ritorno in campo di Mila, assente dalle competizioni a causa di un infortunio al tendine d’Achille, la squadra riesce a raggiungere la serie A2 e a competere alle selezioni per le Olimpiadi di Pechino.

Che pathos!

Anche in questo caso non sappiamo precisamente come vada a finire la vicenda… Le Dragon Ladies vanno alle Olimpiadi? Le vincono? Mila e Shiro coronano il loro sogno d’amore? Chissà.

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I più romantici posso sperare in una storia d’amore ambientata in Cina tra i due atleti. I più sportivi in una vittoria della squadra giappo-cinese alle Olimpiadi. In ogni caso, qualsiasi sia la conclusione di quest’anime, Mila e Shiro rimarrà un cartone d’altri tempi. Però so che tutti lo faremo vedere ai nostri figli e nipoti. Nonostante le partite infinite, le lagne di Mila e i salti sovrannaturali delle giocatrici, la nostra infanzia sarebbe stata diversa senza la ragazza dai capelli arancioni che in quasi ogni puntata urlava: ATTACK!

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