Fra le cinque stagioni di Misfits, le prime tre sono quelle ad essere ricordate con più affetto dai fan. Difatti, fra l’indimenticabile Nathan (qui vi abbiamo parlato del suo interprete Robert Sheehan), la fantastica chimica del cast originale e momenti musicali memorabili, i primi capitoli non hanno potuto che farci innamorare di questo gioiellino inglese. Un teen drama atipico che, mescolandosi con un pizzico di sci-fi, ci ha regalato personaggi meravigliosamente scorretti e un contesto caotico ma sincero. Prima che The Boys o la più recente WandaVision (qui troverete la nostra recensione del finale) riempisse il nostro piccolo schermo di supereroi, Misfits ci ha deliziato con i suoi improbabili antieroi che, pur avendone la possibilità, non hanno mai abbracciato la loro nuova identità. Infatti, piuttosto che usare le loro abilità a fin di bene, le sfrutteranno per i loro bisogni e capricci, o semplicemente per salvarsi la pelle.
Uno scenario diverso da quello che potremmo trovare oggi in altri prodotti del genere, ma che rispecchia perfettamente l’intento di Misfits di raccontarci le disavventure di un gruppo di disadattati, e non la nascita di grandi eroi. Tuttavia, anche se è vero che la loro origine non ha mai avuto una grande importanza nello show (che potete recuperare su Prime Video), bisogna riconoscere che alcuni dei poteri mostratici hanno dimostrato di essere un’estensione dei protagonisti. Uno degli esempi più eclatanti è quello di Simon Bellamy: il più disadattato in un gruppo di disadattati, il ragazzo acquisisce il potere dell’invisibilità proprio perché ciò che desidera di più è sparire. Attanagliato da mille paure e un persistente senso di inadeguatezza, il protagonista preferisce essere un osservatore silenzioso (e invisibile dopo la tempesta), piuttosto che stare al centro dell’attenzione.
Ed è così che, a causa della sua timidezza, Simon finisce per rimanere incastrato in un ruolo che in realtà non gli appartiene. O almeno non completamente.
Quella di Bellamy è la storia di tante persone introverse: un ragazzo che ha tanto da dire, ma che non trova il coraggio di far sentire la propria voce. Un giovane uomo dal grande potenziale, che però non riesce a dimostrare perché soffocato dalla derisione degli altri. Ma come tutti coloro che hanno subito delle angherie, Simon desidera qualcosa di più. Non solo l’essere notato e apprezzato per quello che è, ma la possibilità di vivere la propria vita con maggior leggerezza, la stessa che vede nei suoi compagni ma della quale non riesce ad appropriarsi. Tuttavia, nonostante non sia iperattivo e socievole come Nathan, il protagonista riuscirà a distinguersi grazie alla sua intelligenza. In particolare, la sua conoscenza di film e fumetti sci-fi e fantasy lo aiuterà a muoversi nella sua nuova realtà, oltre che a gestire al meglio alcune delle crisi in cui si troveranno i nostri disadattati.
Basti pensare a come sia stato fondamentale nel coprire l’omicidio del primo assistente sociale, o quello di Sally. Dunque, nonostante gli altri lo vedano come un nerd impacciato, il ragazzo è molto più di questo: è intelligente, intuitivo, dalle mille risorse. Ha sempre un occhio attento per i dettagli, tanto da riuscire a trovare le soluzioni giuste anche nelle situazioni più critiche. A pensarci bene, Simon aveva tutte le carte in regola per trasformarsi in uno psicopatico. D’altronde non è da tutti passarla liscia dopo aver commesso un omicidio (anzi, molteplici omicidi!). Ma invece di imboccare una strada oscura, il ragazzo decide di usare il suo intelletto e conoscenze per salvare i propri compagni, per dare conforto a chi ne ha bisogno e successivamente per conquistare la ragazza dei suoi sogni.
Per quanto la sua stranezza sarà spesso oggetto di scherno, alla fine Simon riuscirà a conquistare chi lo circonda con la sua dolcezza.
Nonostante il passato difficile e le continue umiliazioni, il protagonista non perderà mai il suo animo gentile che, nel corso delle stagioni, riuscirà a toccare i vari personaggi. Grazie a piccoli gesti, parole di conforto e timidi sorrisi, Simon finisce infatti per intrufolarsi nel cuore dei suoi compagni. Ed è così che quello che all’inizio sembrava un gruppo mal assortito si trasforma in una famiglia che, per quanto disfunzionale, è pur sempre una famiglia. Grazie a questa nuova complicità, il ragazzo inizia a uscire fuori dal suo guscio, a riappropriarsi di quella forza di carattere che aveva sempre avuto. Inoltre, impara a difendersi dagli attacchi di Nathan, a trovare dell’humor nelle situazioni più drammatiche e a controllare i suoi poteri meglio di chiunque altro.
Pur rimanendo fedele alla sua essenza, il protagonista di Misfits tira fuori quella sicurezza di sé di cui aveva bisogno per dimostrare il suo valore.
Tuttavia, è con Alisha che arriva il più grande cambiamento. Grazie al suo amore, Simon sboccia come non era mai successo: dopo una vita a sentirsi invisibile e incompreso, finalmente incontra qualcuno che lo vede e apprezza per quello che è. La loro storia d’amore non è di certo immediata, ma sicuramente una delle più romantiche e tragiche dell’intera serie. L’uno troverà nell’altra ciò di cui aveva davvero bisogno: un animo gentile capace di andare al di là delle apparenze e un abbraccio caldo che possa allontanare i propri demoni. I due matureranno e cresceranno insieme, riuscendo a migliorarsi a vicenda e a scoprire la parte migliore di se stessi. Purtroppo, il loro amore così intenso e genuino sarà anche la loro condanna.
La morte di Alisha segna un punto di non ritorno nel percorso di Simon. Così come nella storia di Misfits.
Quel cerchio che sembrava essersi chiuso con la morte del supereroe incappucciato viene riaperto da questa terribile tragedia. Se con la relazione con la Daniels il protagonista era riuscito a diventare un uomo, con la sua morte inizia invece il suo percorso da eroe. Sin dal momento in cui aveva acquisito i suoi poteri, era chiaro quanto il ragazzo vedesse in loro uno scopo più profondo, e in questo momento così doloroso tutto ciò che aveva ipotizzato si concretizza. Non potendo accettare una realtà in cui Alisha non è più con lui, Simon rinuncia al suo mondo, ai suoi poteri e a tutto ciò che conosce per tornare indietro nel tempo. Il Simon del presente diventa così il Simon del futuro, facendoci realizzare di star assistendo all’inizio di un loop temporale che non avrà mai fine. Ma nel quale i nostri protagonisti potranno perlomeno rincontrarsi.
Dopo tre stagioni, il percorso di Simon giunge al suo termine, e contemporaneamente al suo inizio: pur di rivivere quell’amore indimenticabile, il protagonista si condanna a un’esistenza che si ripeterà sempre uguale a se stessa. Una realtà in cui dovrà essere invisibile, ma questa volta non perché sia attanagliato dall’insicurezza, ma per rubare quanti più attimi possibili con la sua Alisha. Un destino profondamente drammatico, che però ha dato la degna conclusione a uno dei personaggi più interessanti e complessi di Misfits.