Uno dei temi più ricorrenti di Modern Family riguarda il parallelismo tra differenti fasce d’età e tra figli, genitori e nonni c’è davvero tanta differenza. La forza di questa sitcom (che puoi trovare qui in streaming su Disney+), negli anni, è sempre stata quella di riuscire a far interagire tutti i personaggi tra di loro, giocando su situazioni che innescassero dei rapporti improbabili ma riuscissero a renderli credibili, cosa che ha di fatto contribuito a omogeneizzare l’intero cast, creando dinamiche forti e interessanti praticamente tra tutti i protagonisti. Da un punto di vista anagrafico, sul punto più alto dell’albero genealogico di Modern Family si va a posizionare uno dei personaggi più amati della serie, il capo famiglia Jay Pritchett.
Jay è forse quello che affronta il percorso di crescita più intenso e maturo, passando dall’essere un burbero nonno vecchia scuola a dimostrare un’apertura mentale difficile da trovare in tutti gli altri personaggi. Per certi versi, lui incarna quel tipo di boomer che più che subire i classici cliché del caso, li sfrutta a proprio modo per crescere e per riuscire a farsi amare come pochi altri dal pubblico.
Jay Pritchett non è un boomer come tutti gli altri, perché dai suoi limiti riesce a tirare fuori il meglio di sé.
I boomer sono ormai una categoria sempre più presente all’interno del nostro amato mondo dello spettacolo; da quando tale definizione è stata sdoganata totalmente, sembra quasi che si insista troppo sul presentare personaggi che rispettino le caratteristiche designate, con delle forzature che sfociano troppo spesso sul cringe, altro termine fondamentale per il discorso che affrontiamo oggi. Sì, perché c’è una bella differenza tra un boomer e un boomer cringe, ma non stiamo parlando arabo, è proprio questo il punto: la gestione del personaggio di Jay Pritchett in Modern Family è stata praticamente perfetta, perché gli sceneggiatori non hanno mai “abusato” delle caratteristiche di un uomo di più che mezza età, andando piuttosto a veicolare il suo percorso di crescita personale proprio partendo dai limiti dati dalla sua età.
Per intenderci, la figura del padre/nonno avanti con l’età, perlomeno nelle comedy, è sempre stata piuttosto lineare, anche perché si tratta di un ruolo che spesso e volentieri risulta essere di semplice contorno rispetto al cast: pensate ai genitori dei personaggi di How I Met Your Mother, che per la maggiore incarnano i tipici cliché dei boomer (qui una lista dei 77 cliché più comuni nelle serie tv), ma lo fanno in modo talmente esagerato da risultare stantio, obsoleto, già visto, per l’appunto cringe.
Jay Pritchett, dal canto suo, non è affatto un personaggio marginale, e dunque non poteva di certo rispecchiare i suoi predecessori.
Il segreto del successo del personaggio di Jay Pritchett sta, piuttosto, nell’accettazione dei propri limiti, aspetto che vedendo la prima puntata (o comunque i primi episodi) di Modern Family non è per nulla scontato: quando Cam e Mitch comunicano alla famiglia di aver adottato Lily, la reazione più temuta dalla coppia era proprio quella del capofamiglia, ed è partendo da questo contrasto narrativo che il buon Jay ha costruito, mattoncino dopo mattoncino, il percorso di quello che è senza dubbio uno dei personaggi di Modern Family più maturati all’interno della serie.
Non ci sono regole scritte, ma nel caso di Jay Pritchett l’essere un boomer è stato quasi una sorta di super potere, un modo di comunicare al pubblico di essere a conoscenza dei propri limiti caratteriali e di retaggio culturale, ma di essere disposto ad accettarli e a convivere con essi pur di migliorarsi. Non era semplice, perché i presupposti ci raccontavano di un uomo sulla sessantina (almeno), precisamente un ricco imprenditore americano, appena accasatosi con una bellissima donna molto più giovane di lui e per di più sudamericana: insomma, da questa base Modern Family poteva essere tranquillamente la fabbrica dei cliché sul sogno americano; ma non è stato così, in generale per la serie e nello specifico per Jay, che nel corso delle stagioni ha imparato a gestire al meglio i rapporti umano e le relazioni con i membri della sua famiglia allargata.
In Modern Family, Jay è diventato un punto di riferimento per tutti, sia come padre per Claire, Mitchell e Manny, sia come nonno per i suoi nipoti.
In particolare, è nel rapporto con Mitchell che è migliorato a vista d’occhio. Jay è un uomo vecchia scuola, da sempre un padre presente ma distaccato in termini di affetto. Ma il suo essere boomer, più che un impedimento, è stata una motivazione per aprirsi e sciogliersi nella relazione con i suoi figli, una autocritica che lo ha portato sulla strada giusta.
Inoltre, cosa tutt’altro che scontata, Jay è stato in grado di intraprendere un rapporto speciale con Cam, che forse è la persona più lontana da lui da un punto di vista caratteriale, eppure il boomerone di turno ce l’ha fatta anche in questo caso. Il caso più rappresentativo però è forse quello che riguarda Jay e Manny, figlio di Gloria e dunque suo figlio acquisito: può sembrare banale, ma alla sua età non solo ha imparato a fare il padre per i suoi figli già adulti, bensì è stato anche in grado di rimettersi sul piano di un giovane padre che affronta la pubertà di suo figlio, consigliandolo, proteggendolo e cercando di comprenderlo a fondo: quanti altri characters dell’età di Jay sarebbero riusciti in questa impresa?
Già, il punto è che Modern Family le differenze generazionali non le banalizza mai.
Anzi, il lavoro svolto in fase di scrittura ha proprio il fine di rappresentare una alternativa più o meno realistica di un mondo ideale in cui persino il più ottuso e vecchia scuola dei nonni è in grado di parlare e confrontarsi con un nipote (o un figlio) in piena crisi ormonale. Forse dunque sarebbe più corretto ampliare il discorso alla serie stessa, che si pone questo obiettivo un po’ con tutti i personaggi, ma è vero che Jay Pritchett ha qualcosa in più, con la sua famiglia ha quel modo di fare goffo e imbarazzato che lo contraddistingue.