In tutte le famiglie ogni persona ha un ruolo bel delineato. Un ruolo che concerne diritti, doveri, difficoltà e necessità. Nelle famiglie allargate questi ruoli si dividono e moltiplicano arrivando a creare rapporti e legami robusti.
Anche in Modern Family: all’interno della famiglia allargata più famosa dell’ultimo decennio abbiamo un ventaglio di personalità diverse. Ma se sei Jay Pritchett è tutto diverso.
Il personaggio interpretato da Ed O’Neill è uno dei più discussi dell’intero prodotto e anche da noi. Siamo rimasti estasiati dal suo arco narrativo: da padre retrogrado e suocero severo a una vera e propria guida per tutta la famiglia.
Perché effettivamente Jay Pritchett è cambiato tanto dall’inizio della serie, forse più di qualsiasi altro personaggio “adulto” nella famiglia.
Oggi però ci concentreremo su altro.
Non prenderemo come argomento principale il suo arco narrativo, ma lo useremo come appoggio per il discorso che vogliamo fare. Un disorso che parte da ben prima della serie: quando Jay era semplicemente un padre.
Il capofamiglia Pritchett non è mai stato un padre perfetto. Anzi, diciamola tutta, Jay è stata per molti versi una figura negativa per i suoi figli.
Non è una cattiva persona, né tantomeno un padre che voleva il peggio per loro, ma le buone intenzioni non sono bastate.
Nel corso della serie, tramite aneddoti di Claire e soprattutto Mitchell, scopriamo come il carattere burbero e severo di Jay fosse lo stesso anche in gioventù con loro due. Un carattere che ha influito negativamente su entrambi in due modi diametralmente opposti.
Da una parte Claire è cresciuta seguendo le orme del padre più di quanto entrambi volessero. La donna durante le stagioni viene ritenuta molto simile al genitore in vari frangenti: è severa coi figli, ha un tipo di divertimento un po’ crudele, è molto chiusa a livello sentimentale e sopraffatta dal lavoro.
Una donna in carriera che per seguire le orme del padre ha cercato di camminare dove è passato lui in tutto e per tutto, sentendosi più volte inadeguata e inferiore.
A Mitchell, però, è andata decisamente peggio
Non è che Jay abbia mai fatto favoritismi coi figli, ma una volta che un bambino nasce è possibile questo si leghi maggiormente a uno dei due genitori. Per Claire quel genitore era Jay, per Mitchell era la madre DeDe.
E il suo rapporto col padre è stato molto più burrascoso.
Cresciuto nascondendo se stesso da un padre chiuso mentalmente sul tema dell’omosessualità, che non riesce ad amare il figlio per quello che è. Il comportamento di Jay ha creato una frizione tra i due, facendo perdere anni preziosi di rapporto padre-figlio e che ha reso Mitchell decisamente più insicuro.
Lo vediamo anche nella primissima puntata della serie: Jay non ha ancora accettato Cameron come compagno del figlio e nonostante con l’arrivo di Lily i tre diventino una famiglia, ancora per diverse stagioni il capofamiglia non riuscirà ad accettare l’omosessualità del figlio.
Ma quindi come fa a essere perfetto a modo suo?!
Perché nel corso delle stagioni Jay Pritchett adotta una delle lezioni di vita più importanti di sempre. Quando il suo carattere duro era stato delineato, quando avrebbero semplicemente potuto regalarci l’ennesimo capofamiglia boomer che non sopporta nessuno, gli scrittori hanno cambiato strada.
Perché in Modern Family il nostro Jay impara che non è mai troppo tardi per cambiare. E non a parole, ma coi fatti. Raramente abbiamo visto un cambiamento così radicale e ben diluito nel corso delle undici stagioni della serie.
Lui non mente a se stesso per cercare scuse e, benché molti dei suoi pensieri siano profondamente sbagliati, non è difficile capire da dove provengano.
Jay è un uomo nato in America in un’epoca ormai passata (per fortuna), dove certe cose non solo erano tabù ma addirittura peccato. L’omosessualità era definita una malattia e il padre di famiglia non era solito dimostrare affetto. L’incarico del padre era quello di lavorare ed è quello che Jay ha sempre fatto.
Perché, come abbiamo detto, ai fratelli Pritchett non è mai mancato un supporto materiale ma hanno sempre deficitato di un supporto emotivo.
Sono i continui confronti tra Jay e il resto della famiglia a fagli capire i suoi errori passati.
L’uomo non aveva neanche mai ponderato quanto certe frasi e comportamenti avrebbero potuto segnare i suoi figli.
Quando si accorge di quanto male ha fatto a entrambi cerca di rimediare.
Sarà il suo amore insieme a quello del resto della famiglia a permettere a Claire di raggiungere una stabilità emotiva e personale in cui la donna si sente amata e importante. Non le viene richiesto di seguire le orme del padre, anzi, è lui stesso a volere che lei non ripeta i suoi stessi errori coi figli.
Ma il grande cambiamento di Jay Pritchett lo abbiamo verso Mitchell e in particolare nella quinta stagione quando, dopo la più grande e dolorosa litigata sull’omosessualità del figlio a pochi giorni dalle nozze, decide di dire basta. Basta scuse, basta timore, basta inadeguatezza, basta vergogna: è Jay a prendere il figlio per il braccio e portarlo all’altare nel più dolce e soddisfacente dei momenti della serie.
In quel momento Jay cammina verso Cameron, futuro genero, l’uomo che spera renda felice Mitchell più di quanto abbia fatto lui. È finalmente la roccia e l’appoggio che per anni il figlio avrebbe desiderato, ma che nel momento del bisogno lo sostiene e non ha alcun ripensamento.
Jay impara e mette in pratica gli insegnamenti.
Il più anziano dei Pritchett diventa consapevole dei propri errori, sa di non poter regalare una seconda infanzia a Claire e Mitchell ma vuole risanare il rapporto con entrambi. E, più di ogni altra cosa, evitare di ripetere i suoi sbagli: ecco dove subentrano Manny e Joe.
Il figlio adottivo e, in seguito, il terzogenito dell’uomo sono due nuove possibilità che Dio gli ha dato per portare amore nel mondo.
Da una parte un ragazzo sensibile come Manny che non condivide il sangue dei Pritchett ma trova in Jay un padre a tutti gli effetti. Nei momenti importanti di Manny lui è lì, insieme a Gloria, per sostenerlo e comprenderlo. Un po’ quello che non ha mai fatto con Mitchell in quanto ritenuto sempre “diverso“.
Jay impara a convivere con la parola “diversità” per far sentire meglio il figlio adottivo.
Per somiglianza a lui e modi di fare non possiamo che rivedere in Joe una nuova versione di Claire. Un pargolo con cui il capofamiglia potrà finalmente cominciare da capo, sostenendolo sin dai primi passi e non solo nei momenti di difficoltà. E per quanto la serie non ce ne dia una conferma, siamo sicuri che Joe non diventerà una copia del padre.
Avrà similitudini con lui, ma Jay lo aiuterà a percorrere la sua strada senza diventare un paragone.
Però il titolo è diverso: Jay Pritchett non è un padre perfetto.
Esatto, perché il grande insegnamento della vita sta proprio in quello: Jay non è un padre perfetto neanche adesso. Sbaglierà con Claire, sbaglierà con Mitchell, sbaglierà con Manny e sbaglierà con Joe, non c’è neanche il bisogno di dirlo.
È un uomo con pregi e difetti, ma il cui cuore lotta per compensare le sue mancanze da padre. Ha imparato a essere affettuoso, a gioire con i figli e non essere ermetico coi suoi sentimenti. Il suo essere padre non era nero prima e non è bianco ora, non era pessimo e non è perfetto.