Avremo sempre bisogno di Modern Family. Della sua famiglia. Della sua delicata ironia, sempre pronta a ridimensionare tutti i colpi che riceviamo e che non sempre incassiamo. O di Phil, pronto a lasciare la luce del pianerottolo accesa in attesa che qualcuno faccia ritorno. Di quella rassicurazione, quella certezza che ci dice a chiare lettere che, a un nostro ritorno, troveremo qualcuno che ci stava aspettando e non una stanza vuota. Modern Family è stata il caloroso abbraccio di una famiglia che cresce ed evolve che, con il tempo, ha guardato crescere anche noi. Non siamo gli stessi che ha incontrato durante la sua prima stagione.
Dal suo esordio alla sua undicesima stagione sono cambiate troppe cose. Siamo cambiati noi e sono cambiati loro, senza però cambiare mai. Perché se c’è una cosa che in Modern Family ci ha sempre rassicurato, è che non sarebbe cambiato nulla. Al nostro ritorno avremmo ritrovato tutto come lo avevamo lasciato. Cam, con il suo incontrollabile – ma buono – egocentrismo. Mitchell con la sua irrefrenabile corsa via dalle responsabilità. Claire, con la sua razionalità. Phil con le sue perle, mirate a ricordarci di guardare l’alba almeno una volta al giorno. Haley, con il suo genuino istinto dei vent’anni e Alex, con le sue necessarie ambizioni dei vent’anni.
Gloria, con il suo rispetto nei confronti delle sue tradizioni, mirato a ricordarci che le radici sono importanti. Luke, con la sua astuzia che ci ricorda che non per forza per realizzarci dobbiamo vantare le stesse esperienze degli altri. Manny, con il suo modo teatrale di ricordarci sempre che le parole sono importanti. E poi Jay, sempre pronto a rammentare che non è importante in che fase della vita siamo: è sempre un buon momento per ricominciare.
Modern Family ci ha curato con un abbraccio da cui non ci siamo mai staccati, mirato a ricordarci che cosa significhi davvero far parte di qualcosa
Anche noi vorremmo quel che hanno loro, solo che averlo non è così facile. Anche se in giro ci dicono di sì. Che la famiglia è la cosa su cui puoi sempre contare. A volte quella poesia che ritroviamo in Modern Family non la ritroviamo nella realtà. I momenti di raccoglimento non sempre sono indice di innata felicità. A volte ci si sente stretti in quel nucleo, ma questo non ci scoraggia dal volerlo. Forse ci raccontiamo di no. Di stare bene anche così. Ma un essere umano non è programmato sempre e solo per salvarsi da solo. A volte ha bisogno di un alleato. Di un supporto e di una mano pronta a rialzarlo da terra.
Ed è questo quello che distingue Modern Family: lì questa necessità non viene nascosta. Al contrario, viene manifestata da tutti, anche dai personaggi più distaccati come Jay. Per quanto lui non sia stato educato emotivamente, ricercare quel contatto è necessario. Lo ricerca nella spensieratezza di Gloria ma, ancor di più forse, lo ricerca nell’uomo in cui lui mai si riconoscerebbe: Phil. I due, da sempre diversi in tutto, hanno sempre condiviso un rapporto in cui il primo cerca di convincere il secondo di essere una brava persona. Non solo un buon marito per la figlia. Ha sperato ogni volta di ottenere un incoraggiamento da Jay, ma questo non sempre si è palesato. Ma a un certo punto, seppur a fatica, tutto questo è diventato finalmente reale per Phil.
Una delle puntate in cui il grande sogno di Phil si concretizza è forse l’episodio in cui si pensa che Phil possa essere malato. Arrivando a casa della figlia, Jay dice qualcosa come sono arrivato appena ho saputo. Phil non era lì. Forse non ha mai saputo che Jay avesse corso per arrivare lì. Ma noi, che lo sappiamo, abbiamo capito subito. Jay non era lì soltanto per ordinaria amministrazione. Non era lì perché doveva o era la cosa giusta da fare deontologicamente.
La sua è stata una corsa che, prima di tutto, gli ha fatto scoprire di volere bene a quello svampito di Phil a prescindere da Claire. Gli voleva bene per davvero. Ha imparato a volergliene, con il tempo e con tutte le pressioni del caso. Anche se non l’aveva scelto. Anche se non era a sua immagine a somiglianza. Era come un figlio di cui non puoi programmare aspirazioni e ambizioni. Lo ami per com’è. Forse ancor di più perché non ti somiglia, privandosi così di quella m*rda che ti insegue da una vita. E forse è così che Jay ha visto in Phil quel sognatore che lui non è mai stato in grado di essere. La persona imperfetta che, per fortuna, ogni giorno indica alla sua rigida figlia una via più semplice, fatta soprattutto di luci e non solo di ombre.
Avremo sempre bisogno di tutta quella sicurezza che Modern Family ci restituisce. Anche quando tutto andrà a fuoco, saprà come spegnere le fiamme per almeno 20 minuti al giorno, ridimensionando dilemmi e sofferenze. Che sia una volta l’anno o una volta ogni sei mesi, torneremo da ognuno di loro, certi che Phil abbia lasciato la luce accesa per noi. Non sappiamo se guarderemo effettivamente sempre l’alba una volta al giorno, ma sapremo ricordarci di doverlo fare. Per noi stessi. Per respirare e sentirci parte di qualcosa che non per forza ci è toccato. Guardare Modern Family non significa soltanto ridere di gusto. Significa anche riflettere. Pensare a cosa non abbiamo la fortuna di avere o, al contrario, ricordarci delle grande fortuna che abbiamo.
Modern Family non vuole insegnarti nulla. O, se vuole farlo, non pretende che tu capisca e accetti la lezione. Te la lascia lì, sul piatto. Ti dice che cosa significhi riuscire a fidarsi delle persone che vogliono esserci per te, ma che tu respingi a causa della tua dissacrante disillusione. Ti apre una porta verso gli altri, facendoti scoprire che non è poi così male avere un alleato.
Che sia uno o che siano in 10. Non importa in quanti. Non è la quantità a fare la differenza. E’ tutto il resto. Tutto quello che sei disposto a dare e tutto quello che sei disposto a ricevere. E non è importante che tu faccia tutto subito. Hai il diritto del tuo tempo. Jay ci ha messo una vita a capirlo, e ha comunque saputo restituire agli altri quel che non era stato in grado di restituire in tutta la sua vita.
Non possiamo vivere una vita nella solitudine. Ogni nostro problema ha a che fare con gli esseri umani, così come tutte le nostre glorie più grandi. Tutto nasconde dietro un individuo, non siamo delle macchine. Perfino un mutuo ha dietro una banca, formata da persone, che l’hanno concesso. Perfino le cose così pragmatiche e apparentemente meccaniche. La nostra vita è un vai vai di persone. Alcune vanno via, altre restano. Ma, se siamo fortunati e disponibili, avremo sempre qualcuno con cui farci forza, guardando con la coda dell’occhio l’ennesima delusione entrare dalla nostra porta. Forse a volte ce lo dimentichiamo, quanto siano importanti i rapporti umani. Ma perfino BoJack Horseman, la disillusione per antonomasia, lo ha ammesso: in questo mondo terrificante, ci restano solo i legami che creiamo.