Modern Love matura, cresce, e ancora una volta si dimostra più matura di noi. Le sue storie, i suoi nuovi otto episodi, sono le ennesime prove concrete di quello che avevo già detto qui: dei rapporti non c’abbiamo capito niente. Stavolta l’attenzione si pone su un argomento che logora più di altri, quello che spesso cerchi di non far avverare mai: il sospeso. Modern Love ci provoca cosciente che molti di noi scapperebbero lontano al solo pensiero di incontrare per la strada una situazione in sospeso, un’annunciata dichiarazione di guerra. Eppure, quello che la serie sta cercando di dire stavolta, è che il sospeso non è nulla da temere, che l’assenza di qualcuno – anche se temuta, o voluta – spesso si rivela a noi come il più assordante dei rumori. La presenza non ha lo stesso potere dell’assenza: è invadente, controllata, mantenuta. L’assenza, invece, vive nonostante tutto e con lei – purtroppo o per fortuna – tutto quello che si prova, anche quando non si vorrebbe mai, anche quando si vorrebbe spegnere tutto quanto. Ma chi è che davvero vive la presenza di qualcuno durante le otto puntate di Modern Love? Praticamente, amici, nessuno. C’è chi aspetta, chi ricorda, chi si prepara a un addio. Nessun finale ben definito, nessuna carezza per i romantici, nessuna speranza tangibile. Patti chiari e amicizia lunga: se vuoi conoscere il lato definito – quello in cui o rompi il piatto in testa o ti sposi con figli e animali in una bellissima casa con giardino – allora Modern Love non fa per te. Se ami tutto quello che è inesatto, disorientato, sospeso, meraviglioso ma forse distruttivo, allora sei a casa. Perché sì, ci hanno detto che questa sia una serie romantica, ma nessuno ha mai detto che sia felice.
Basta mezza giornata per far conoscere due persone facendole arrivare al punto di non pensare ad altro? Eccome se bastano, parola di Modern Love. Tutti, probabilmente, si sarebbero aspettati qualcosa di diverso da questa storia: un nuovo incontro, una prospettiva futura. Eppure non accade perché si fa un’altra scelta, quella più realistica: si racconta cosa succede dopo quel primo incontro, i giorni che passano senza certezze, i silenzi che non puoi riempire. Nella maggior parte dei prodotti si lascia spazio alla collettività, si uniscono in un unico ingranaggio i due componenti della coppia ed ecco qua servita la storiella d’amore. Qua no. Qua si dà peso all’individuo, all’individuo che pensa, si interroga, si mette in discussione, cerca di non illudersi ma si illude comunque, quello che aspetta senza sapere se sarà un’attesa ripagata, o totalmente inutile. Perché è bello aspettare qualcuno che sai a un certo punto arriverà, ma aspettare qualcosa che non conosci, che ti provoca, ti seduce senza certezze, no. È come metterti in una fila enorme di cui non vedi la fine, e chissà se avrai la pazienza di arrivare al capolinea. Chissà se non si rivelerà inutile.
E se a tutto questo aggiungi i ricordi, comprendi che l’amore – amici – non finisce mica con un addio. Chi se ne frega dei matrimoni, delle relazioni, della definizione, del “io sono tua, e tu sei mio”. Tutto questo in Modern Love si annulla facendo spazio all’amore in tutte le sue forme, quello che continua anche se lasciato in sospeso, anche se annientato. Ti segue sotto forma di oggetto – un ricordo materiale – o si ripalesa a te quando oramai pensavi ti fosse passata. Alla fine credi sempre che ti sia passata, che oramai sia tutta acqua passata. Lo vedi: stai meno male, ci pensi anche meno. Il peso al cuore piano piano si sta trasformando in leggerezza, e tutto sembra portarti verso la strada tanto sperata in cui ogni cosa, anche se ricordata, non ti tange più. Ma è Modern Love a raccontare che, per quanto non lo si voglia, alcune cose non ti lasciano. Come Mi Ricordi? è la puntata che concentra tutte le sue energie in questa brutta verità. Lo sguardo lontano di due ex basta per far riaffiorare la malinconia, il ricordo di quello che erano stati, anche se – intendiamoci – non erano stati nulla di che. Una notte e via, seguita da un brutto incastro tempistico. Il nulla per qualcuno, ma tutto per loro. Ed è con la sequenza di quelle poche ore insieme che i due, piano piano, si avvicinano all’altro lasciandosi andare a uno sguardo nostalgico che non smette di esistere neanche quando si girano dall’altro lato, neanche quando il contatto visivo si interrompe e la vita odierna riprende forte. Neanche in quel caso smette, anche se tutto il resto ha smesso da un bel po’.
Allo stesso modo, Modern Love ci racconta quanto i ricordi – spesso – possano essere toccati con mano. La prima puntata si apre così: raccontandoci che, una macchina o una maglietta, spesso siano dei viaggi nel tempo indirizzati verso un paese passato che non può tornare più, ma che grazie a loro riesce comunque a convivere con noi in una nuova realtà. Forse non è la realtà che avevamo desiderato, ma abbiamo imparato a starci. Forse farà sempre male, ma saremo sempre accompagnati da quell’assenza che farà un rumore assordante che ci riporterà lì in quegli attimi destinati al fallimento, all’addio che tanto temiamo, ma di cui non dovremmo aver paura. Alla fine, è già un miracolo che qualcosa di così bello ci abbia toccato.