Ogni mercoledì e ogni sabato sera, sempre alle 22.30, vi portiamo con noi all’interno di alcuni tra i momenti più significativi della storia recente e passata delle Serie Tv con le nostre recensioni ‘a posteriori’ di alcune puntate. Oggi è il turno della 1×03 di Modern Love
“E ho promesso a me stessa che non avrei più nascosto a nessuno la mia storia completa: il buono, il brutto e la follia” (Lexi, Modern Love 1×03)
Questo non è La La Land, è la vita vera. La vita di chi riesce a sentirsi Rita Hayworth alle sette del mattino, in un grocery store dove nessuno sembra voler sorridere, nessuno tranne Lexi: la protagonista del terzo episodio della prima stagione di Modern Love, la serie tv originale Amazon Prime Video basata sull’omonima rubrica pubblicata dal New York Times a cadenza settimanale. Tra le tante storie di amore ai giorni nostri, quella di Lexi, magistralmente interpretata da Anne Hathaway, ha i contorni di un racconto che sa essere sia preziosamente particolare che a suo modo universale nello stesso scandito tempo.
Svegliarsi con una voglia matta di pesche non dovrebbe capitare mai a nessuno, a nessuno che per lo meno non sia disposto a catapultarsi in un supermercato alle sette di mattina in un luccicante abito di paillettes color oro e un pellicciotto rosa. Se si è disposti a tanto per delle pesche, di certo deve trattarsi di un bisogno vitale, necessario quanto la voglia che Lexi ha trovato quella mattina di catapultarsi giù dal letto all’alba e dare sfogo a quel vivace desiderio di freschezza.
Protagonista del film della sua vita, main character di un musical da prima serata sold out, Lexi sfila tra le corsie del supermercato con il desiderio e la decisa volontà di riempirsi i polmoni di ogni singola particella di quella scatenata felicità che la sta travolgendo. Non c’è sorriso più pieno al mondo di quello che ha in volto quando, cogliendo una pesca con le sue mani perfette e le unghie minuziosamente smaltate, la porta al volto per odorarne tutta la sua ambrosia. Trovarsi in un supermercato alle sette di mattina diventa per Lexi un momento perfetto, di quelli da celebrare, magari con un incontro con l’amore. Lexi ora è felice, e vuole tutto quello che di bello la vita ha da offrirle, e lo vuole ora, subito, prima che l’incantesimo svanisca.
E basta arrivare a casa, chiudersi le porta alle spalle, per venire avvolti in un manto nero di negatività, un mostro di quei film in bianco e nero, di quelli spaventosissimi che si muovono a scatti. “Non so che cos’è che lo scateni” dice Lexi “ma c’è solo un posto dove non può trovarti”. Il letto minuziosamente rifatto, con i cuscini gonfi, perfettamente sprimacciati, diventa la cucina, il soggiorno, la casa intera; tutta la vita viene stipata in un letto a due piazze alla francese: una stropicciata finestra su quel mondo che non si vuole più vedere. Tutto quello che conosce, ora Lexi lo può vedere solo dal suo letto. Tutto quello spazio libero di felicità che 24 ore prima le riempiva i polmoni ora ha lasciato il testimone a un respiro sofferente bagnato di lacrime. Il guanciale prima morbido e profumato ora è ruvido e bagnato, sporco di mascara, lascito impresso della sua tristezza. All’inizio è difficile stare anche solo in piedi: le gambe si fanno macigni e la mente sgombra di qualsiasi pensiero viene immediatamente affollata di negatività e più ci si accorge dell’inevitabile arrivo di una fase di down, più la tristezza sembra raggiungerla con maggiore vigore, più fa male e più si viene colpiti, senza tregua, senza un attimo di respiro. Lexi la sa gestire. “Sono bipolare ma la so gestire” dice sempre. Eppure l’ennesima serata è finita allo stesso modo, china su se stessa senza avere la forza di chiedere aiuto a nessuno, raggomitolata nel suo dolore che non fa che lacerarle l’anima, ancora una volta.
Le pesche ora non hanno più nessun sapore. Si sono raggrinzite nel portafrutta. Sono diventate immangiabili. I fiori freschi, la rotondità della frutta, l’odore di buono, ora non hanno alcun significato. Lexi si chiede se mai ne abbiano avuto e quanto stupida sia stata a pensare che cose così piccole possano risollevare una giornata. Quanto illusorio sia stato pensare anche solo di uscire con Jeff senza crollare e quanto diabolico sia stato volerci riprovare, peggiorando ancora di più, fino ad annullarle completamente, le possibilità di innamorarsi ancora. Riuscire a essere incredibilmente performante, ma solo per il 50% del tempo, non è abbastanza per farla franca a lungo in uno studio di avvocati. Lexi perde il lavoro, di nuovo. Perde l’occasione di innamorarsi, ancora. Rimanendo nuovamente vittima di quello che non può gestire, scavata dentro da una patologia che non ha cura.
Di sicuro ci sarà qualcuno in giro che mi prenderà per quella che sono. Un essere umano che accetta le due persone in te. Non puoi mostrare una sola parte di te stessa agli altri. Quello è Hollywood, è Gilda, ed è bellissimo, ma non può durare.
Modern Love 1×03
E poi dirla quella verità, dirla tutta senza remore, dirla a qualcuno, come un fiume in piena pronto a esondare, a rompere gli argini per farsi finalmente sentire, e sentirsi finalmente. Da quel giorno cambierà tutto per Lexi, le pillole assumeranno colori sgargianti e provare e riprovare una cura diversa ogni volta sarà servito a raggiungere l’equilibrio tanto agognato. I cambi di umore che non fanno stare male. Il buono, il brutto e la follia. Il buono non sarà più forse così buono, il brutto non sarà più terribile e la follia quella sì, di certo rimarrà, ma come parte integrante di Lexi e del suo percorso che ora finalmente ha una voce e una storia certamente complicata ma che merita come tutte le altre di essere compresa dal lato A al lato B.